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SBK, Melandri: “Questa Yamaha non la sento ancora mia”

Marco: “La R1 non mi trasmette ancora le sensazioni che voglio, fatico col bilanciamento, ma l’obiettivo è essere pronti per Phillip Island”

SBK: Melandri: “Questa Yamaha non la sento ancora mia”

Marco Melandri e la Yamaha, era questo uno dei temi di interesse in occasione del primo test dell’anno solare andato in scena a Jerez. Sul tracciato spagnolo il pilota ravennate ha archiviato il giovedì con l’ottavo tempo tra le derivate, accusando oltre un distacco da Rea. Una prestazione che non accontenta ancora il 33, chiamato a compiere un passo avanti.

È stato un buon test, anche se le condizioni della pista erano difficili – ha commentato il ravennate – sicuramente meglio il giovedì rispetto al mercoledì. Abbiamo lavorato per conoscere la moto in tutte le sue aree e per avere le idee più chiare”.

Qual è il bilancio di questa due giorni?

“Come passo mi sono sentito bene, però accuso in termini di prestazione con la gomma nuova. Non chiudo le curve come vorrei e vado addirittura più piano rispetto a quelle vecchie”.

Rispetto al test dello scorso novembre cosa è cambiato? Qua avevate il pacchetto delle R1 ufficiali.

Le condizioni del tracciato sono così diverse che è difficile fare un confronto, mi riferisco ovviamente alla nuova asfaltatura. Proprio per questo non vedo l’ora di andare a Portimao, su una pista  che ha mantenuto lo stesso asfalto di prima”.

È possibile fare un confronto tra questa R1 e la Panigale?

“La R1 è una moto molto diversa. Prima di  fare un confronto è necessario avere le idee chiare riguardo le geometrie e gli assetti, in seguito si potrebbe anche azzardare un paragone. Al momento la Yamaha non mi trasmette ancora le sensazioni che voglio, non mi sento infatti padrone della moto Serve lavorare sul bilanciamento e tutto ciò richiede molto lavoro”.

È questo quindi il nodo centrale?

Devo trovare più fiducia e come detto un bilanciamento diverso, dato che l’attuale non è quello corretto secondo il mio punto di vista”.

Tra meno di un mese sarete già in Australia. Rischia di essere una corsa contro il tempo?

“Quello non lo so. L’unica cosa che so è che Portimao sarà un test importantissimo, soprattutto in ottica Phillip Island. Ovviamente non mi aspettavo di essere l’uomo da battere a Jerez, ma mi interessa è essere pronto alla prima gara”.

Dopo questa due giorni quale peso ha il cronometro?

“Per quanto visto, con le gomme da gara in pochi hanno girato in 1’39”. Quello che ho notato è che tutti hanno un passo simile e questo è un aspetto da non trascurare”.   

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