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MotoGP, Petrucci: "Io e Dovizioso abbiamo bisogno l'uno dell'altro"

Danilo in rosso Ducati: "non sono il suo scudiero, ma insieme potremo migliorare. Quando la prima vittoria? È questione di dettagli"

MotoGP: Petrucci: "Io e Dovizioso abbiamo bisogno l'uno dell'altro"

Forse la classe operaia non va in paradiso, ma a volte può guidare una Ducati ufficiale. Danilo Petrucci era arrivato in MotoGP quasi per caso, facendo una gavetta a volte spietata. Dopo anni di fatica ora il suo sogno si è coronato e basta guardare il suo volto per capirlo.

Come mi sento? Emozionato - confessa - Per me sta iniziando un nuovo ciclo, è come la prima volta in cui sono salito in MotoGP. In quel momento credevo di essere arrivato… invece arrivavo ultimo” sorride.

Quello è il passato…
Negli ultimi 7 anni ho faticato tantissimo, ma ora voglio dimostrare con tutto me stesso e soprattutto a me stesso che mi merito di essere un pilota ufficiale”.

Come ci riuscirai?
Innanzitutto penso di avere la coscienza pulita, perché sono migliorato anno dopo anno. Ora posso lavorare con Dovizioso e sono sicuro che mi aiuterà, mi ha già dato molti consigli”.

Di solito il rapporto con il compagno di squadra non è così buono…
Lo so, è qualcosa di inedito, ma penso che abbiamo bisogno entrambi l’uno dell’altro per raggiungere i nostri obiettivi. Andrea mi racconta tutti i suoi segreti e a un certo punto gli ho chiesto: perché lo fai?”.

Cosa ti ha risposto?
Che è egoista e che vede in me un grande potenziale, quindi pensa di potere avere bisogno di me quando si troverà in difficoltà. Io posso fargli vedere le cose in modo diverso, dargli stimoli. Succede già quando ci alleniamo con le moto da cross”.

Come è nata questa collaborazione?
Il bello è che è stato Dovi a chiedermelo: mi ha detto che questa stagione potrebbe cambiarmi la vita. Lo so e non ho nulla da perdere. Mi sono trasferito a Forlì, ho un nuovo metodo di allenamento e un nuovo psicologo che mi segue. Dall’esterno dicono che i miglioramenti si vedono già”.

Però vieni descritto come lo scudiero di Dovizioso, non ti scoccia?
Dall’esterno potrebbe sembrarlo, ma vi assicuro che ognuno in gara penserà solo per sé. Io credo che possiamo lavorare bene insieme, non essere solo avversari ma anche alleati. A me non dà fastidio se dicono che sono lo scudiero del Dovi, ma non mi sento così. Inoltre abbiamo degli obiettivi molto diversi, lui sono due anni che si gioca il Mondiale mentre io nel 2018 per la prima volta ho lottato per il quinto posto”.

Non ci saranno scintille, quindi?
Il mio obiettivo è quello di essere un pilota ufficiale per tante stagioni, il mio compito non è quello di difendere Dovi da Marquez”.

Il tuo obiettivo è anche quello di vincere la prima gara…
Sarebbe ora! (ride) Ci sono andato vicino, soprattutto nel 2017 ma mi è sempre mancato qualcosa. Cosa? I dettagli, arrivare alla gara con le idee più chiare, avere più fiducia in me stesso. È quello su cui devo lavorare.

Hai solo un anno di contratto, questo rende questa stagione particolarmente importante?
Sono tutti anni decisivi, lo è questo, lo è stato l’anno passato e lo sarà il prossimo. Io credo che se a fine anno sarò soddisfatto di me, allora avrò anche il rinnovo. Non sono in ansia per questo, devo solo mettere al posto giusto tutti i pezzi del puzzle”.


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