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Ferrari: la MotoE? Una grande sfida con vista sulla Moto2

"Mi ha permesso di tornare nel mondiale e regala visibilità. Se otterrò i risultati sperati, Gresini cercherà di regalarmi il salto di categoria"

MotoE: Ferrari: la MotoE? Una grande sfida con vista sulla Moto2

Il countdown verso la prima storica stagione della neonata MotoE prosegue incessante, ed i piloti da seguire con particolare attenzione non mancano. Matteo Ferrari, ad esempio, rischia di essere una delle note liete del campionato. Il classe ’97 infatti, dopo una stagione più che positiva in sella alla Panigale del team Barni culminata con il titolo di vicecampione italiano Superbike e con una vittoria in Stock1000 nelle vesti di wild card, è stato il primo pilota ad essere annunciato per l’innovativo campionato, scelto da una squadra di riferimento come il team Gresini.

“Sono entrato in contatto con Fausto perché mi sarebbe piaciuto fare il mondiale Moto2 spiega Matteo – ma lui aveva già un contratto con Lowes ed una sola moto a disposizione. Mi ha comunque proposto di iniziare una collaborazione partendo dal progetto della MotoE, che reputo molto interessante. Innanzitutto c’è grande visibilità, cosa molto importante per me in questo momento, inoltre mi permette di rientrare nell’ambito del mondiale. Credo sia un’ottima sfida per me, per la squadra e per chi mi supporta”.

E’ il possibile inizio di un lungo matrimonio con il team Gresini dunque

“La cosa importante sono i risultati, ma è importante il fatto che Fausto mi abbia già detto paventato l’ipotesi di una seconda moto in Moto2 per l’anno successivo, se ce ne sarà la possibilità. Io devo pensare a ad andare forte, in quel caso sarà più facile trovare una soluzione: quest’anno sarà un importante trampolino di lancio per raggiungere il sogno e tornare a pieno nel mondiale”.

Quali sono state le impressioni in sella all’Energica? Ti ha sorpreso o si è avvicinata alla tua idea?

“Ovviamente si guida in modo diverso dato che non hai le marce ed anche il freno motore funziona in modo diverso, è un nuovo mondo. Impone una guida scorrevole e fluida: sotto questo punto di vista magari assomiglia poco ad una Superbike, ma si avvicina molto ad una Moto2. Il limite è ovviamente il peso ma è normale, devono sviluppare le batterie e ridurlo. Da fuori sembra molto difficile da guidare, ma in realtà non è così diversa da una moto vera”.

Sei d’accordo con chi reputa un grande pericolo l’eccessivo peso?

“Sicuramente ci possono essere dei problemi alle prime curve, ma questo accade in tutte categorie. Magari visto il peso maggiore occorre stare più attenti per evitare contatti, ma non credo ci saranno grossi problemi per quanto riguarda la sicurezza”.

La MotoE sarà il tuo unico campionato per il 2019 o stai cercando altro?

La MotoE è il mio primo obiettivo stagionale, ma vorrei continuare anche con i motori a scoppio. Sto cercando una soluzione con Fausto (Gresini ndr), in ogni caso credo che continuerò a fare il CIV Superbike oppure il CEV Moto2. Quest’ultima è l’opzione più gradita, dato che un anno di apprendistato può solo aiutarmi”.

Il tuo futuro quindi pare sarà lontano dalla Superbike, nonostante l’ottima stagione passata

“Mi sarebbe piaciuto tanto proseguire in Superbike, ma in questo momento la categoria non è nel suo momento migliore così è difficile trovare una moto ed un team competitivo, è più facile restare a piedi o trovare una struttura non in grado di puntare al vertice. Mi è già capitato di attraversare due stagioni difficili, quindi ora è il momento di scegliere strutture e categorie in cui posso fare bene”.

Con Barni non c’è mai stata l’opzione mondiale Superbike?

“Purtroppo no perché ci sono delle scelte politiche in ballo, anche di Ducati. Diciamo che anche se la volontà del team c’era, mancavano tante cose da sistemare. Il team comunque mi ha trattato benissimo, non posso assolutamente lamentarmi”.

 

 


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