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Moto2, Marco Bezzecchi: nel 2018 ho imparato a correre sotto pressione"

"Ora so come stare sempre davanti, in tutte le piste ed in tutte le condizioni, ma la Moto2 è completamente diversa. Però sono in un grande team e Poncharal e la KTM ci credono"

Moto2: Marco Bezzecchi: nel 2018 ho imparato a correre sotto pressione"

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Tra i volti da copertina del 2018 c’è senza dubbio stato spesso e volentieri il suo, ed ora l’obiettivo è continuare su questa strada. Marco Bezzecchi infatti è entrato nelle case di tanti appassionati a suon di vittorie e podi lo scorso anno, con un titolo sfuggito dalle mani anche a causa di tanta sfortuna, ma ciò che è emerso limpidamente è stata la sua velocità, che gli ha spalancato le porte della Moto2 e di un team di riferimento come quello formato dalla coppia KTM-Tech3.

Per ora tra il Bez e la KTM vi è stato solo un primo contatto, nei test di Jerez a novembre, ma si può già parlare delle prime sensazioni provate. “Sicuramente è un progetto bello ed interessante – spiega il ragazzo di Viserba - ma essendo tutto nuovo c’è ovviamente molto da lavorare. Inoltre non siamo riusciti a sfruttare a pieno le giornate di test per il maltempo e le cose da provare sono tante, quindi aspetto con ansia di tornare in sella”.  

Su quale aspetto della moto pensi di dover lavorare maggiormente?

“Per primo lo stile di guida, dato che essendo una moto più pesante sento maggiormente i trasferimenti di carico sia con il pieno sia senza. Poi dovrò lavorare sull’elettronica, per trovare la mappa migliore anche per quanto riguarda l’usura delle gomme. Compiuti questi passi si penserà all’assetto in generale ed a tutto ciò che ne deriva”.

Ti hanno aiutato nell’adattamento i test svolti a Misano con l’Academy in sella alla R6?

“Per il peso mi ha aiutato molto, visto che forse il 600 pesa di più, ed anche nel sentire le differenze sulla moto tra serbatoio pieno e vuoto, che sono di gran lunga maggiori rispetto alla Moto3. Tutto il resto è totalmente diverso, a partire dal motore ovviamente. Il motore Triumph ha una coppia davvero spaventosa, come tutti i tre cilindri, arriva davvero tutto subito”.

Chi nei primi test ha pagato lo scotto del debutto è stato il tuo compagno di marca Jorge Martin. Avete parlato della moto?

“Abbiamo parlato ed ha avvertito i miei stessi problemi di chattering in ogni situazione, tra l’altro è caduto proprio per questa ragione. Io rispetto a lui l’ho forse presa con più calma, dato che lui è partito forte per poi sbagliare mentre io piano piano sono arrivato al suo livello. Entrambi pensiamo che ci sia tanto da lavorare, sia da parte nostra sia da parte di KTM”.

Com'è stato il tuo primo impatto con il team?

“Gli elementi della squadra sono gli stessi dell’anno scorso, con la differenza che è subentrata KTM con un pacchetto di altissimo livello. Hervè (Poncharal ndr) da quest’anno ha deciso di dare maggiore importanza alla Moto2 per diverse ragioni, così tutta la squadra ha fatto un passo in avanti incredibile. I meccanici sono velocissimi e i telemetristi bravissimi: io ho avuto anche la fortuna di potermi portare il mio capotecnico, che ha lavorato in Tech3 sette anni e conosce già sia la categoria sia il team. Possiamo fare molto bene senza dubbio”.

In ogni caso potrai contare su tanta esperienza in più dopo l’anno scorso. Cosa hai imparato in particolare?

“Ho imparato a stare sempre davanti, in tutte le piste ed in tutte le condizioni. Sono cresciuto molto nel correre sotto pressione, sia mediatica che non, e sono migliorato sia nella strategia di gara che nel lavoro dentro il box, tutte cose molto importanti per il futuro”.

Hai già un obiettivo prefissato per la stagione?

“Ci teniamo tutti a fare bene. Un obiettivo concreto è difficile da fissare dopo un solo test, ma dopo i prossimi di febbraio potremo cominciare a porci un primo traguardo da raggiungere”.

 

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