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MotoGP, Per Rossi una doppia sfida... in casa

Per Valentino i due avversari più pericolosi saranno sulla Yamaha: Vinales vuole il comando dei box, Morbidelli superare il maestro

MotoGP: Per Rossi una doppia sfida... in casa

Quarant’anni sono un traguardo importante, soprattutto se si raggiungono a tutta velocità su una MotoGP. La stagione 2019 per Valentino sarà senza dubbio particolare, non solo perché sarà la sua 24ª nel motomondiale. Rossi arriva da un’annata sotto le aspettative, con nessuna vittoria e l’unica consolazione del 3° posto in campionato, il migliore dei piloti su Yamaha ma comunque mai veramente in lotta per la corona.

Ora il desiderio è quello di mettere (in fretta) una pietra sul recente passato e ricominciare a scendere in pista per giocarsi qualcosa di più di un semplice piazzamento sul podio. Facile a dirsi ma difficile a farsi e il Dottore, per vincere la sua personale sfida, non dovrà guardarsi solo dai rivali con altri colori, ma anche dai suoi compagni di squadra e marca. Ogni riferimento a Vinales e Morbidelli non è assolutamente casuale.

CONTRO VINALES PER DECIDERE CHI SIA IL PILOTA ALFA - Si dice che il pilota nell’altra metà del box sia il primo avversario e senza dubbio è vero. Maverick era arrivato un paio di anni fa in Yamaha con le stigmate del predestinato, aveva dominato test invernali e le prime due gare, poi la sua fiamma si era spenta. La M1, che all’inizio del 2017 sembrava essere l’arma definitiva nelle mani dello spagnolo, aveva perso gradualmente il filo, tanto da essere protagonista di un digiuno record di vittorie nella classe regina per la Casa di Iwata.

Però è stato lo stesso Vinales (in Australia) a riportarla sul gradino più alto del podio pochi mesi fa e a iniziare a lanciare messaggi (più o meno velati) alla Yamaha per chi debba essere il cavallo su cui puntate. Maverick, effettivamente, sembra avere sofferto la convivenza con Valentino. Non che ci siano mai stati scontri diretti, ma la presenza del Dottore è per forza di cosa ingombrante e può fare perdere la bussola. È quello che è successo allo spagnolo, che troppo spesso sembrava spaesato di fronte alle difficoltà, come se ritrovasse suo malgrado coinvolto in un gioco che non aveva scelto.

Per il 2019 Vinales ha detto addio a Forcada e si è costruito una squadra su misura. Nei test ha elogiato il nuovo motore, che invece ha lasciato freddo il Dottore (“Speriamo che Maverick abbia ragione” il commento di Rossi). Per certi versi è la consueta dinamica in una squadra ufficiale, in cui ci sono due piloti in grado di vincere e ognuno vuole per sé lo scettro del comando.

Così Valentino, per portare la M1 dove vuole lui, deve dimostrare di essere più forte di Vinales, di sapere vedere la via dello sviluppo e poi mettere a frutto il lavoro fatto. Il tutto si traduce nel riuscire a stargli costantemente davanti.

Cosa non propriamente scontata quando si parla di Maverick, che potrà avere tanti difetti, ma non quello della lentezza. È questo il primo braccio di ferro che deve affrontare il Dottore.

MORBIDELLI, L’ALLIEVO CHE VUOLE SUPERARE IL MAESTRO - Il secondo è contro un avversario che conosce molto bene, Franco Morbidelli. Il brasiliano di Tavullia e una ‘creatura’ del Dottore, nel senso che è stato uno dei primi prodotti della Riders Academy e il primo successo, con il titolo Moto2.

Franco ha fatto una gavetta fin troppo dura al debutto in MotoGP, con una Honda (per così dire) problematica e un team investito da guai assortiti. Dopo la tempesta è arrivato il sereno, sotto forma di una squadra giovane ma solida (Petronas), di Ramon Forcada e di una Yamaha (come quella degli ufficiali, perché a Iwata devono avere capito, seppur in colpevole ritardo, gli errori fatti con Tech3).

Ecco, Morbidelli ha tutto per fare bene e un’occasione del genere non vuole sprecarla. Se pensasse di volere arrivare davanti a tutti meno che a uno, avrebbe smesso di fare il pilota da tempo, quindi Valentino è logicamente (e giustamente) nel suo mirino.

Quindi il Dottore dovrà avere la meglio anche sull’amico, che guida (quasi) la sua stessa moto e ha una gran fame di risultati dopo il brodino consumato nel 2018. Franco lo ha fatto vedere nei test spagnoli, sorprendo tutti all’esordio sulla M1 e mettendosi alle spalle il maestro. Una rondine non fa primavera, ancora meno una manciata di giornata di prove, ma le prestazioni di Morbidelli fanno già presagire una sfida interessante.

L’orgoglio di vedere lo studente diventare professore non è un’emozione che si addica troppo a un pilota, soprattutto se questo significa prendere la paga.

Valentino, nonostante l’età e l’esperienza, dovrà essere in grado di rimettersi in gioco, ricominciando tutto un’altra volta da capo. Non riuscirci significherebbe non solo perdere, ma anche soffrire qualche imbarazzo di troppo. Il passato, benché glorioso, non serve a nulla in questo caso, in un mondo dove il presente è l’unico tempo concesso.

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