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Jacopo Cerutti: come ci si veste per la Dakar

VIDEO Il pilota della Husqvarna spiega quali devono essere le caratteristiche di un outfit adatto ad una lunga maratona come quella sudamericana

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Con la cerimonia di partenza da Lima, domenica 6 Gennaio, si è aperta ufficialmente la 41esima Dakar. L'edizione 2019 del leggendario raid quest'anno si snoderà attraverso i 5.541 km del solo Perù . Un fatto inedito per la storia del raid, che resta confinato in un unico Stato, ma questo di sicuro non comporterà meno insidie per i 138 iscritti alla sola categoria delle moto.

Per i piloti delle due ruote, condurre la propria moto sul percorso di un lungo ed insidioso rally come è da sempre la Dakar, presenta l'ulteriore difficoltà, rispetto ai colleghi delle auto, dell'essere esposti alle condizioni di un clima che può vedere diverse situazioni: si passa da temperature torride delle ampie zone pianeggianti, a valori più rigidi nell'attraversare tratti in altura (quest'anno si arriva ai 2000 metri). Senza trascurare le forti escursioni tipiche delle aree desertiche. Tra quando si parte dal bivacco al mattino presto e la guida nelle ore più calde del giorno. Jacopo Cerutti, pilota Husqvarna, spiega in questo video quali sono le caratteristiche che un capo deve avere per resistere alle impegnative condizioni che un raid come la Dakar 2019 impone.

DALLE GARE ALLA STRADA - Chiunque vada in moto sa cosa vuol dire ripararsi dal caldo o dal freddo, con l'aggiunta di non dover essere troppo impacciati alla guida da un capo eccessivamente ingombrante o troppo rigido. Ecco, immaginate ora a dover affrontare una corsa come la Dakar, guidare al massimo in piedi su una moto cercando di arrivare al traguardo di estenuanti tappe. Come accade con i piloti in pista e le loro tute di pelle o i caschi, nei raid le case, con il supporto dei campioni, mettono alla frusta quelle soluzioni che poi ritroviamo disponibili per i comuni motociclisti. Utenti che utilizzano magari una poderosa tourer per lunghe traversate, una moto da off-road per divertirsi sui percorsi sterrati o mulattiere. O anche per viaggiare comodi e sicuri nei tragitti casa lavoro in sella ad uno scooter.

VERSATILITÀ – E' senza dubbio la peculiarità che un capo per motociclisti deve avere. A questo si abbina la sicurezza ed il comfort. In questo video Cerutti fa ben capire come un capo ben realizzato possa fare la differenza in una corsa massacrante come è appunto la Dakar.

Materiali leggeri e che riescono ad assicurare il giusto grado di comfort e di sicurezza. Capi che adottano protezioni in materiali detti "dilatanti" (con viscosità che aumenta all'aumentare della velocità di deformazione), composti da polimeri che si presentano quasi come un gel o una gomma, e che restano flessibili e morbidi, ma riescono ad irrigidirsi - e quindi a proteggere - quando vengono sollecitati in caso di urto.

Una tuta per un pilota di rally raid, ad un occhio poco esperto può sembrare poca cosa, magari rispetto agli ipertecnologici capi in pelle che si vedono indossati dai piloti in pista, ma in realtà sono un concentrato di tecnologia, non meno di un 'outfit' da asfalto. Ed il loro compito è per certi versi più gravoso, date le escursioni termiche che devono assorbire per mantenere un adeguato livello di comfort per il pilota, oltre a non penalizzarne l'azione in sella alla moto nell'affrontare magari una serie di dune o una insidiosa pietraia.

Un aiuto prezioso per salvaguardare le energie, evitando di sudare tanto. E su 5-6 ore di speciale la differenza si avverte, soprattutto con i ritmi elevati di una Dakar. Ed il passo avanti, rispetto ai capi che si vedevano utilizzati 20- 30 anni fa è stato notevole ed oggi esistono giacche che fanno il loro dovere nonostante debbano sopportare sforzi notevoli. A tutto vantaggio del motociclista di tutti i giorni.


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