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SBK, Checa: il problema Superbike? Si vendono poche supersportive

"Ho provato la Ducati V4, va come una MotoGP del 2010. Gli appassionati vogliono  acquistare una moto così, ma il mercato fatica"

SBK: Checa: il problema Superbike? Si vendono poche supersportive

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Ottimo pilota nei prototipi - con due Gran Premi vinti e 24 podi complessivi - campione del Mondo nelle derivate: Carlos Checa è l’ultimo pilota ad aver portato un titolo Superbike in casa Ducati, era l’anno 2011, i colori quelli del team Althea.

Carlos, che ha indossato caschi Nolan ed X-Lite dal 1993 sino ad oggi, durante la festa dell'azienda bergamasca ha fornito il suo punto di vista sul paddock che lo ha consacrato tra i migliori della categoria.

“Io penso che il campionato sia ancora molto interessante - ha detto Checa - corrono moto derivate di serie preparate al massimo delle loro potenzialità, ed i tempi sul giro sono da riferimento. Ho provato recentemente la Ducati V4 e posso dirlo: sembra proprio una MotoGP di 8 anni fa e, chi può comprarla per andare in pista, avrà sensazioni da vero pilota da corsa. .Al pubblico piace che le Superbike vadano così forte, perché chi segue le gare vuole avere la possibilità di acquistare un modello stradale che si avvicini davvero alle prestazioni delle MotoGP. Questo è l’aspetto positivo della Superbike, anche se c’è un problema”.

Checa conosce il vecchio motto ‘Race on Sunday, sell on Monday, che tanto spopolò tra gli anni ’80 e ’90, quando i numeri e l’indotto erano impressionanti.

 “Il problema vero non è legato al campionato, bensì, alla vendita delle moto - spiega il catalano - il mercato delle supersportive fatica ad andare avanti. Una moto nasce dalla fabbrica con l’obiettivo di venderla, per poi farla partecipare ai campionati e conferirle una grande visibilità. Senza la vendite dei modelli sportivi, nasce un controsenso. C’è già la MotoGP che mette in pista prototipi non acquistabili dal pubblico, la Superbike dovrebbe essere diversa, io vorrei che tutte le marche partecipassero al campionato, proprio come fa il team Kawasaki. In questo momento Rea è il miglior pilota e può godere del buon lavoro fatto dal team KRT, la squadra più costante nel lavoro in pista Le altre Case, chi un un modo, che in un altro, hanno affrontato diversi cambiamenti che non hanno aiutato in termini di vittorie. Yamaha è tornata e sta crescendo, mi piacerebbe che la Honda si interessasse di più alla serie e poi la Ducati: con la nuova V4 può fare bene”.

Cosa deve fare Ducati per battere la Kawasaki?

Deve continuare a lavorare e dare la continuità al progetto V4. Il team ufficiale ha due piloti molto bravi, Chaz Davies va sempre forte ed al limite, Alvaro Bautista approda in un campionato per lui tutto da scoprire. La moto ha una ottima base di partenza, il livello della concorrenza è molto alto, vedremo”.

Conosci bene Alvero. Quale è il tuo consiglio per Bautista?

“Alvaro è un pilota esperto, ha vinto un Mondiale, sa cosa e come fare. Bautista conosce i momenti: quando dovrà attaccare, lo farà; quando ci sarà da amministrare, non si farà trovare impreparato, pilota e squadra prepareranno un gruppo di lavoro coeso ed unito, Alvaro correrà in un campionato mediaticamente meno stressante e visibile della MotoGP e questo potrebbe essere un vantaggio per il pilota. Lui potrà correre con tranquillità e senza pressione addosso e credo che al primo anno in Superbike Bautista non debba dimostrare niente. Ad Alvaro serve un progetto di due o tre anni, per capire la serie e la moto nuova”.

Di novità, la Superbike ne presenta in ogni stagione. Le tre manche per weekend, con la cosiddettà “gara sprint”, lasciano perplesso l’esperto Carlos.

“Dovremo aspettare e vedere che succederà. Io penso che il format delle due manche andasse bene, anche se la soluzione con gara singola resta la migliore. Il pubblico vedrà più corse nell’arco del weekend e, magari, faticherà a seguirle tutte. Avere tre gare potrebbe essere interessante per i palinsesti tv, questo è un buon aspetto. Però, la gara singola è più avvincente. I piloti? Saranno impegnati al massimo e se ci dovesse essere un dominatore assoluto come è stato Rea negli ultimi quattro anni, si rischia che il campionato finisca a metà stagione. Mentalmente e fisicamente tutto cambierà, anche in questo caso la pista dirà se siano state decisioni buone. È previsto l’utilizzo di una sola moto, ma io non sono d’accordo; per me sarebbe meglio tornare ad avere due moto per pilota, non è vero che con una sola moto si risparmiano soldi, io penso che sia, invece, l’esatto contrario”.

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