Non siamo noi a dirlo, ma la maggior parte dei piloti del Paddock. In questo momento, la moto da battere è la Ducati, giunta al culmine di una rivoluzione iniziata nel 2014 e sfociata in un progetto finalmente competitivo con tanti diversi piloti e su tutte le piste del calendario. Le vittorie di tappa stanno arrivando in maniera regolare da fine 2016, mentre per ora sfugge il bersaglio grosso, quel titolo solo sfiorato nel 2017 e mai realmente a portata di tiro nel 2018.
Eppure la competitività della GP17 e poi GP18 non è mai stata in dubbio, garantendo a Dovizioso e Lorenzo di poter lottare alla pari con Marquez su ogni singolo tracciato del mondiale. Ovviamente è facilissimo individuare il "padre" di questa competitività, ovvero quel Gigi Dall'Igna capace di prendere per mano Ducati Corse nel 2013 e trasformarla da brutto anatroccolo della griglia a splendido cigno.
Questa è tutta la strada percorsa dal 2014 ad oggi, per una moto che non ha mai smesso di sorprendere per le sue continue innovazioni su tutti i fronti.
Ducati GP14 - Dovizioso e Crutchlow lottano, ma è un anno di transizione
Dall'Igna arriva in Ducati a fine 2013 e dopo una vita passata in Aprilia. I risultati delle moto di Noale in SBK e in MotoGP con il progetto ART non passano inosservati e a Borgo Panigale decidono che il successore di Filippo Preziosi possa essere l'ingegnere veneto. La GP13 è figlia del disastro del biennio precedente, una moto che ha perso parte del suo DNA e che non trova una direzione di sviluppo precisa, nonostante tutti gli sforzi profusi da Andrea Dovizioso e Nicky Hayden.
Dall'Igna decide però di non rivoluzionare la moto in vista del 2014, sapendo che per progettare e costruire una moto completamente nuova, ci vorrà più tempo. Così i piloti del 2014, ovvero Dovizioso e Crutchlow, si limitano a difendersi quando possono. Però qualche soddisfazione arriva con Dovizioso, che sale due volte sul podio e termina il mondiale con un promettente quinto posto conquistato tutto di regolarità. Anche Crutchlow conquista un podio ma le troppe cadute lo spingono a cambiare aria, forse proprio nel momento più sbagliato.
Ducati GP15 - La prima vera moto di Dall'Igna e spuntano le ali
La rivoluzione arriva dunque nel 2015, con una moto che non in comune con la precedente quasi niente. Il motore è completamente rivoluzionato, ha una posizione diversa nel telaio e questo permette di arginare parte della cronica mancanza di velocità a centro curva. Nella squadra Factory arriva Andrea Iannone al fianco di Dovizioso e sulla moto spuntano le prime ali. In una prima fase della stagione sono presenti solo sul lato delle carene, ma da metà stagione Dall'Igna spinge forte su questo tema e sul musetto della GP15 spuntano per la prima volta le ormai classiche doppie alette laterali.
La moto va forte, i piloti salgono sul podio complessivamente otto volte, cinque volte con Dovizioso e altre tre con Iannone. Nel primo Gran Premio della stagione in Qatar salgono entrambi sul podio e sembra che la 2015 possa essere finalmente la stagione del ritorno alla vittoria, che ormai manca dal 2010. Purtroppo però la vittoria non arriva, ma Dall'Igna ha in serbo altre idee in vista del futuro.
Ducati GP16 - Si torna alla vittoria, ma il regolamento cambia
La velocità della Ducati è senza dubbio figlia di una serie di fattori, ma l'esperienza maturata in ambito aerodinamico trova la massima espressione in questa stagione, con una moto che ad un primo sguardo sembra un caccia militare più che un prototipo a due ruote. La GP16 è un fiorire di ali e alette e finisce per attirare troppo l'attenzione delle rivali, che spingono per cambiare i regolamenti con la precisa volontà di tarpare letteralmente le ali a Dall'Igna e alla Ducati.
Il regolamento dunque cambia, ma non prima della stagione successiva. Nel 2016 entra anche in calendario il tracciato di Zeltweg, denominato A1 Ring e di proprietà della Red Bull. Una pista che si sposa perfettamente con le caratteristiche della GP16, che infatti vince il Gran Premio con Iannone, firmando anche una doppietta con Dovizioso davanti a Lorenzo. In seguito vince anche Dovizioso in Malesia, dimostrando di meritarsi la fiducia concessa da Ducati per il biennio successivo. Sarà infatti Desmodovi il predestinato a fare da spalla a Jorge Lorenzo, ingaggiato per il 2017.
Ducati GP17 - Dovizioso da gregario a leader, mentre spunta la Salad Box sulla moto
Tutti si aspettano di trovare Jorge Lorenzo grande protagonista sin da subito in sella ad una moto che la cui crescita sembra inarrestabile, ma è Andrea Dovizioso a sorprendere, vincendo sei Gran Premi in stagione e contendendo il titolo a Marquez fino a Valencia. Il nuovo regolamento tecnico che limita fortemente l'aerodinamica non frena l'estro di Dall'Igna, che mette in pista soluzioni di ogni tipo per ritrovare il carico perduto. Dal muso a forma di squalo martello al cupolino che debutta a Brno, la GP17 è un vero cantiere, con tantissime evoluzioni durante la stagione dei test e le gare.
Allo studio aerodinamico viene poi affiancata un'altra grande innovazione, che ancora oggi resta misteriosa. Sotto il codino della GP17 spunta infatti la famigerata Salad Box, una scatola nera il cui contenuto è tutt'ora avvolto nel dubbio. Tanti pensano che si tratti di un mass damper, uno smorzatore inerziale che in passato è stato utilizzato in F1 prima di essere vietato e la cui funzione sarebbe quella di equilibrare avantreno e retrotreno tramite oscillazioni di questo peso. La stagione termina senza conoscere la vera funzione di questa diavoleria, ma la cosa certa è che ormai la GP17 è una moto da titolo.
Ducati GP18 - La migliore MotoGP in pista, ma il mondiale sfugge ancora
Tutto sembra essere pronto per l'agognata conquista del titolo e l'apertura con i fuochi di artificio in Qatar, dove Dovizioso batte Marquez in un duello all'ultima curva, sembra essere la premessa perfetta ad una stagione da vivere al top. Le cose però non vanno così e Marquez vince il titolo in carrozza, confermandosi l'uomo da battere.
La GP18 però è indicata da tutti come un netto balzo in avanti, una moto che anche Jorge Lorenzo porta alla vittoria in tre occasioni, dominando al Mugello, Barcellona e a Zeltweg. Lo sviluppo aerodinamico è andato avanti ma è soprattutto nel reparto ciclistico che Dall'Igna sembra aver trovato soluzione al problema atavico delle Ducati in pista, ovvero la velocità a centro curva. Dovizioso conferma che questa GP18 ha tutti i pregi delle precedenti versioni ed in più riesce ad essere competitiva su tutte le piste del campionato. La lotta per il titolo a questo punto è solo rimandata.
Ducati GP19 - Dall'Igna stupisce ancora nei test di Jerez
Quando sembrava che lo sviluppo aerodinamico fosse giunto al culmine della sperimentazione, ecco che Gigi Dall'Igna decide di stupire tutti, sfoderando a Jerez una soluzione per il codino della GP19 mai vista in precedenza. Ai lati del codino spuntano infatti due ali, che sembrano avere sempre la funzione di tenere ben attaccato il retrotreno al suolo nelle varie fasi. La sperimentazione non si ferma neanche su altri aspetti, con la moto del test team affidata a Bautista che sfodera nuove alette sulle carene laterali, mentre la GP19 affidata al Team Pramac ed a Miller mostra una barra sul forcellone che serve probabilmente a raccogliere misurazioni sul retrotreno della moto.
Si dovrà attendere Febbraio e lo svolgimenti dei prossimi test per scoprire quali altre idee possano trovare applicazione sulla GP19, ma c'è da scommettere che Dall'Igna non si accontenterà di quanto fatto finora e che andrà a cercare un limite sempre più alto con le sue innovazioni.