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Bagnaia: "Non puoi prepararti alla MotoGP, devi viverla"

Pecco si gode la festa per il Mondiale Moto2: "Dovizioso è un grande, mi ha aiutato nei test. Rossi il mio idolo, non riesco a vederlo come un rivale"

MotoGP: Bagnaia: "Non puoi prepararti alla MotoGP, devi viverla"

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Nessuno è profeta in patria, dicono, e in un certo senso è stato così anche per Francesco Bagnaia, che anni fa ha lasciato Chivasso in direzione della Spagna, poi si è postato a Tavullia e, infine, sabato scorso vi ha fatto ritorno con la corona di campione del mondo Moto2 in testa. Ad accoglierlo una piazza piena di gente, “però quando era partita questa idea ero preoccupato di salire sul palco e non trovarmi nessuno davanti” sorride Pecco. Invece la serata è stata un successo e la gente ha fatto sentire a Francesco il suo calore nonostante le temperature invernali.

Stai iniziando a capire cosa significhi essere un campione del mondo?
All’inizio non me ne rendevo conto, ora piano, piano sto iniziando a farlo. Dalla vittoria in Malesia ho avuto tanti impegni e, anche se è bello essere così occupati per questo motivo, ora sento la necessità di un periodo di pausa. Mi serve una vacanza, me ne andrò al caldo”.

In ferie, ma con un pensiero alla MotoGP…
Sarà un impegno ancora più duro, ma so anche che quando sei al top la gente inizia a seguirti ancora di più. Non vedo l’ora di iniziare”.

Come ti preparerai?
La MotoGp è molto di più sotto tutti gli aspetti e non ti puoi preparare, devi viverla. Solo facendolo puoi capire cosa sia”.

C’è anche maggiore pressione…
L’obiettivo è quello di togliersene un po’ di dosso, ma ha una grandissima risonanza mediatica. So che c’è molto meno spazio per gli errori”.

Però hai iniziato bene, Dovizioso ha dichiarato che ti stai muovendo nel modo giusto…
“Andrea mi ha aiutato sia nei test di Valencia che di Jerez, quando mi ha visto in pista mi ha fatto segno di seguirlo. Questa è una cosa da apprezzare, un pilota del suo livello che si mette a disposizione di un debuttante fa capire la grandezza di Dovi. Ci tiene al progetto, la Ducati è come fosse la sua bambina e cerca altri piloti che possano aiutarlo a farla crescere”.

Uno dei tuoi obiettivi sarà quello di riuscire a batttelo…
Il mio obiettivo prima di tutto è crescere e imparare, battere Dovi significa essere nei primi 3… sarà tosta”.

È ancora presto per pensare di candidarti per la squadra ufficiale nel 2020?
Al momento sì, sarebbe un grande traguardo ma ora ho altro a cui pensare. Il lavoro da fare è molto più grande rispetto a quello in Moto2”.

Al tuo fianco hai uno dei migliori capotecnici della MotoGP, Gabarrini, come ti trovi con lui?
Ducati mi ha fatto un bel regalo assegnandomi Cristian e Tommaso (Pagano, l’ingegnere elettronico ndr). Si è instaurato subito un bel rapporto con loro, mi ha stupito la loro umiltà con cui hanno affrontato questo progetto. Non mi hanno imposto nulla, anzi abbiamo accettato reciprocamente i nostri metodi di lavoro”.

In MotoGP ti troverai ad affrontare anche un amico come Morbelli e un maestro come Rossi…
Con Franco sono molto amico e c’è molto rispetto reciproco fra noi, la stessa cosa per Vale, che è stato sempre stato per me il mito indiscusso. Passare una vita avendolo come idolo e poi trovarlo come avversario è una sensazione strana, troppo grande da potere spiegare”.

Vedi già Valentino con un occhio diverso?
Non ci riesco, Vale e Vale e per me rimarrà così per sempre (ride)”.

E poi ci saranno Marquez, Lorenzo e tanti altri…
Sono tutti piloti che ho visto correre mentre crescevo, mi hanno impressionano ed emozionano, averli come rivali il prossimo anno è strano. Arrivo da Moto2 e mi troverò in pista con piloti più forti del mondo, sarà una figata”.

Ora che hai vinto un titolo e sei in MotoGP, vuoi toglierti qualche sassolino dalla scarpa?
Non sono uno che porta rancore, se qualcuno non ha creduto in me è perché non posso piacere a tutti. I primi anni difficili di Mondiale credo mi abbiano insegnato tanto, devo ringraziare il team Aspar che insegnato tantissimo e mi ha fatto nuovamente credere in me stesso e poi il team Sky che mi ha fatto diventare un pilota ancora più serio

La Ducati ti avrebbe voluto in MotoGP già nel 2018, perché le avevi detto no?
L’idea mi piaceva, ma per la prima volta in carriera avevo la possibilità di giovarmi un campionato e ho preferito restare in Moto2. Quando poi ho firmato con Ducati, non avevo neppure vinto una gara in Moto2, la gente me lo faceva notare, mi metteva pressione, ma io ero contento perché mi ero tolto paure e pressioni. Mi sentivo tranquillo e quando ho vinto la gara in Qatar sono stato ancora più appagato”.

C’è ancora un regalo che vorresti trovare sotto l’albero a Natale?
“Mi hanno già regalato la mia Moto2, se mi dessero anche le carene celebrative di campione del mondo sarebbe perfetto (ride)”.

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