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MotoAmerica, Arrivederci Mondiale, ritorno in patria per PJ Jacobsen

Il pilota dello stato di New York ha corso con Kawasaki, MV Agusta ed Honda. Nel 2019 sarà al via della Supersport USA con una Yamaha R6

MotoAmerica: Arrivederci Mondiale, ritorno in patria per PJ Jacobsen

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Come cantano i Green Day, "Back to the USA. E non è mai un dispiacere.

Eccellenti stagioni in Supersport 600, con uno score complessivo di 2 vittorie e 16 podi, ed una opaca annata in Superbike con la Honda del team Triple, finita anzitempo: Patrick Jacobsen, talento a stelle e strisce di 25 anni, preferisce tornare in patria, per ripartire nella media cilindrata, in sella ad una Yamaha R6.

Originario dello stato di New York, “PJ” ha siglato un accordo con il team HSBK/Celtic Racing, che metterà a disposizione del pilota una quattro cilindri di Iwata, la più forte 600 anche nel continente americano: “sono molto contento per questa opportunità - sottolinea Jacobsen - voglio quindi ringraziare la squadra con la quale correrò nel 2019. Saremo forti e motivati, partendo nel migliore dei modi potremo conquistare grandi risultati”.

Nel Mondiale PJ ha vestito i colori di Kawasaki, Honda ed MV Agusta, ottenendo risultati di rilievo e diventando uno dei pochi americani a far bene fuori dal proprio Paese. Insieme a Jake Gagne - pilota Red Bull Ten Kate - Jacobsen era uno dei più ammirati a Laguna Seca e l’unico Yankee in pista rimasto, dopo il ritiro di Jason Di Salvo, che arrivava dalla “grande mela”.

Molto abile nel controllare la moto in derapata, grazie anche a tanto allenamento su terra battuta in estate e su fondi gelidi in inverno, PJ sembrava prossimo ad emulare le gesta  di nomi quali Colin Edwards o Ben Spies, ma quest'anno non è filato tutto liscio ed i risultati sono venuti a mancare. 

Visto in azione anni fa anche in 125 e protagonista nella 8 Ore di Suzuka con il team ufficiale HRC, Patrick perde - per il momento - il “treno Honda”, dopo una stagione al di sotto del suo potenziale agonistico. Per lui, contraddistinto dal numero 99, un ritorno alle origini potrebbe essere una occasione di rilancio in una carriera ancora tutta scrivere.

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