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MotoGP, Brivio: "Suzuki non deve commettere gli errori del passato"

Il manager soddisfatto dei test di Jerez: "Lavoro di qualità, ma dobbiamo lavorare sui dati per capire se questo motore è quello che ci serve"

MotoGP: Brivio: "Suzuki non deve commettere gli errori del passato"

Una delle squadre più attive durante i test di Jerez è stata senza dubbio la Suzuki, che in Spagna ha portato evoluzioni sia per la parte motoristica che per la ciclistica della GSX-RR. In particolare Alex Rins è stato il recordman della due giorni dal punto di vista della permanenza sul tracciato durante questo test, con un totale di ben 150 giri distribuiti tra le due giornate, mettendo a confronto il nuovo propulsore e il nuovo telaio con il pacchetto della scorsa stagione.

Un lavoro che ha dato importanti informazioni al gruppo di ingegneri, e che ha lasciato molto soddisfatto Davide Brivio. Il manager è consapevole che quella del 2019 sarà una stagione fondamentale per il processo di crescita della moto, che nella prossima stagione non avrà più le concessioni visti gli splendidi risultati raccolti da Rins e Iannone nel 2018.

Una situazione che Suzuki aveva già vissuto nel 2017, quando con una scelta sbagliata di motore è stata di fatto molto limitata la competitività del pacchetto nel corso della stagione. Facendo parte dei team senza concessioni, Suzuki deve scegliere al meglio il motore per la stagione, che una volta deliberato resterà lo stesso per tutto il campionato, almeno dal punto di vista delle specifiche tecniche.

Questo motore che avete portato a Jerez aveva già impressionato Rins a Valencia per la sua potenza. Eppure sembra che non sia stata ancora fatta una scelta. Forse temete di ripetere gli errori del 2017?

"Si, è esatto. Adesso abbiamo un motore che va più forte e quello fa senza dubbio comodo. Ma dobbiamo anche capire se è quello che fa al caso nostro, dobbiamo valutare bene se quella sia la strada giusta da seguire. Questo sarà il lavoro da fare in queste settimane. Non possiamo ripetere certi errori. Abbiamo fatto un buon lavoro e secondo me il ritmo e i tempi non sono stati male. Direi che andiamo via da Jerez abbastanza contenti e poi cercheremo di lavorare per tutto l’inverno".".

Siete stati molto attivi durante la due giorni di Jerez. Sei soddisfatto del lavoro svolto in pista?

"Sono state due giornate di test molto intense, perché l’obiettivo era cercare di provare tutto e soprattutto di provarlo bene. Questo significa che quando si prova un telaio nuovo, si cerca di fare un confronto con il precedente, in condizioni simili di gomme e temperatura. Quindi ci vuole molto tempo, però credo che abbiamo fatto un buon lavoro con Alex soprattutto che ha potuto provare tutto quello che c’era".

Fatto il grosso lavoro di sgrossatura, quando definirete il pacchetto da portare nei prossimi test? 

"Adesso abbiamo delle idee e cercheremo di trarre tutte le conclusione analizzando bene i dati, poi ascoltando anche i commenti dei piloti. Partendo da questo prepareremo il pacchetto che poi porteremo in Malesia e in Qatar per gli ultimi test in preparazione alla nuova stagione. Lì ancora ci sarà la possibilità di prendere delle decisioni, magari di cambiare idea o anche confermarle. Questo era il nostro scopo principale qui".

In squadra avete due piloti molto giovani, con un rookie come Mir ed un pilota più esperto ma pur sempre 'solo' alla terza stagione in MotoGP. Credi che questo renda più complicato definire la strada tecnica da seguire?

"Alex è nel suo terzo anno e già l’anno scorso aveva fatto un ottimo lavoro nel crearsi un pacchetto che è risultato davvero buono. Anche quest’inverno ci sta dando moltissimo aiuto, lavora tantissimo ed è molto preciso nei suoi commenti. E’ stato molto tempo in pista, facendo molti giri e di qualità. Quindi direi che con lui possiamo fare sicuramente un buon lavoro. Poi abbiamo anche il test team con Guintoli che porta la sua grande esperienza".

La situazione con Mir è invece diversa. 

LA SUZUKI DI MIR DOPO L'INCIDENTE DI JEREZ

"Joan sta imparando, ma questi ragazzi giovani che vengono dalla Moto2 non ci mettono molto a diventare dei buoni collaudatori, quindi credo che questo non sia un problema. E' un Rookie e l’obiettivo con lui era di fare il maggior numero di chilometri in pista, di imparare sempre meglio a gestire la moto. Però anche lui ha avuto la possibilità di provare diverse cose, di confrontare vecchie e nuove soluzioni. E’ servito per cominciare a lavorare anche con lui sulla moto, vedere i primi commenti e capire le differenze tra le varie soluzioni".

Qui a Jerez la MotoGP gli ha anche presentato per la prima volta il conto, con un volo a oltre 200 Km/h. Come ha affrontato la sua prima caduta con questa moto?

"Dopo la caduta è risalito in moto velocemente e appena rientrato in pista ha spinto, si è migliorato ed ha anche tenuto un passo sul 39’. Quindi direi che l’ha superata bene, nella seconda giornata ha avuto un po’ di dolori ma tutto sommato stava bene. Prima o poi doveva succedere, ma questo non guasta il bilancio del test".


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