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Vespa Primavera 125 S | Perché comprarla... E perché no

A 50 anni dal debutto, Vespa Primavera si presenta in una versione Hi-Tech, che non scalfisce il fascino senza tempo dello scooter più famoso al mondo.

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Se si parla di design e di riconoscibilità Vespa ha pochi eguali al mondo, e la nuova Primavera non fa eccezione. Dopo mezzo secolo dall’esordio del 1968 la Primavera riesce a conservare lo spirito sbarazzino unendolo però a dotazioni tecnologiche di tutto rispetto.


Pregi e difetti


L’iconica silhouette è rimasta fedele alla tradizione e oggi incontra dettagli moderni, come la “cravatta” sullo scudo che si allunga fino al parafango anteriore, e la piccola cresta cromata, trait-d’union con la prima edizione della Primavera. Non mancano inoltre le cromature e l’attenzione al particolare: dalle finiture, alla sella, passando per i loghi Vespa. E se l’abito è una fedele reinterpretazione di un classico, la tecnologia è da vera millennial: l’illuminazione LED infatti ringiovanisce la Vespa e, nella versione S, lo schermo TFT da 4,3” con connettività Piaggio Multimedia Platform è una vera chicca, che rende la Vespa Primavera ancora più “cool”. Sul display digitale si leggono in maniera chiara velocità, livello carburante, ora, temperatura e avvisi, mentre sulla parte superiore scorrono, grazie al pulsante di navigazione vicino alla manopola destra, distanza totale, distanze parziali, velocità media e velocità massima. E una volta connesso allo smartphone, attraverso il display si potranno gestire chiamate e navigatore, oltre ai dati di guida come angolo di piega, Eco ride e rollio. Di serie il telecomando che attiva l’apertura della sella a distanza e il bike finder. Lo spazio non manca, grazie a due vani nel sottosella e nel retroscudo che permettono di portarsi dietro più del necessario: occhio però a non esagerare! Nel portaoggetti frontale, apribile attraverso il blocchetto chiavi, c’è abbastanza spazio per gli effetti personali e per lo smartphone, che può essere ricaricato grazie alla presa USB. Nel sottosella invece ci sta un casco e poco più, come guanti, kit antipoggia e bloccadisco d’ordinanza. Una volta in sella, alta 79 cm da terra, si nota con piacere che la comodità non manca. L’ergonomia di guida permette di macinare km e km di commuting cittadino senza troppo sforzo e anche il passeggero gode di un certo comfort grazie alle aree dedicate su pedana e seduta. Una volta partiti è facile apprezzare l’ampio raggio di sterzata e l’altezza della sella da terra, che permettono cambi di direzione repentini a bassa velocità e ampie manovre anche da fermo per assicurarsi la pole position al semaforo. E’ stabile in inserimento di curva, trasmette sicurezza anche sul veloce e diventa così facile anche per i meno esperti entrarci in sintonia completa. Il merito va al telaio e alla ciclistica, con i cerchi da 12” che danno maggiore sicurezza rispetto alle versioni precedenti e soprattutto a un ottimo reparto sospensioni, capace di uscire indenne dalla combo “letale” tipicamente romana del binomio sanpietrino-buca. Tenendo i ritmi alti però si scopre presto che il mordente dei freni non è dei più cattivi. Come per le edizioni precedenti, il cuore pulsante della Vespa Primavera è il 125 I-get di Piaggio, un monocilindrico da 124 centimetri cubi con 11 CV di potenza a 7.500 giri, che ha imparato a farsi conoscere soprattutto per i consumi. La casa dichiara infatti una percorrenza di 43 km con un litro di benzina. Una cifra che permetterebbe, grazie al serbatoio da 8 litri, di rimanere a debita distanza dalla pompa di benzina per oltre 350 km. Un’infinità negli spostamenti casa-lavoro. Anche in termini di prestazioni, non in senso assoluto, la Vespa Primavera 125 sa il fatto suo: l’erogazione è fluida e lo spunto, con una coppia massima di 10 Nm a 6.000 giri, è lineare e godibile sia da soli che in coppia e la sicurezza non manca grazie all’ABS al disco anteriore da 200 mm. Volendo rimproverare qualcosa alla Vespa Primavera direi che potrebbe essere migliorata sicuramente l’efficienza del reparto frenante al posteriore, con il tamburo poco incisivo se impegnato “in solitaria”. La posizione del blocco chiavi è un pò nascosta, e anche gli specchietti a volte difettano in visuale.


Quanto costa


Al suo debutto sul mercato, nel 1968, la Vespa Primavera costava 107.000 Lire. Mezzo secolo dopo, le cose stanno un po’ diversamente. Servono infatti 4.870 euro franco concessionario per portarsi in garage la Vespa Primavera S che abbiamo provato, che oltre alla colorazione Beige Sahara del nostro Perché Comprarla può essere acquistata in Blu Armonia e Rosso Profondo. Il prezzo scende a 4.470 euro per l’edizione celebrativa 50° Anniversario e a 4.620 euro per la Touring, con doppio portapacchi e cupolino. Un prezzo importante, che però porta con sé una lista di pregi da considerare per chi vuole distinguersi: stile e carattere, una dotazione tecnologica al top per il segmento, consumi ridotti e attenzione all’ambiente.

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