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MotoGP, Vinales riporta la Yamaha in pole, Marquez cade e risorge

La M1 di Maverick batte la Suzuki di Rins e la Ducati del Dovi. Dopo il volo Marc si rialza con la spalla fuori posto, ma se la aggiusta nel box. In ritardo Lorenzo e Rossi

MotoGP: Vinales riporta la Yamaha in pole, Marquez cade e risorge

Qualsiasi cosa faccia, ormai, Marc Marquez riscrive la storia della MotoGP.

Di campioni del Mondo ne abbiamo visti tanti, ognuno con talento e personalità, ciascuno con un stile di vita proprio. Indipendentemente dai risultati, il catalano numero 93 ha, tuttavia, qualcosa di più rispetto agli altri, non solo in termini di velocità alla guida della sua moto, non esclusivamente in doti di protagonismo.

Coraggio od incoscienza?

Il limite tra consapevolezza dei rischi presi ed “ignoranza” è per Marc in questo caso già stabilito: il sette volte campione sa benissimo cosa significhi rialzarsi feriti dopo una caduta, quindi, di incoscienza non si può parlare; a questo punto restano le palle, il fegato, il manico che Marquez detiene a grandi dosi.

Insomma, Marc ha molto coraggio.

Il dominatore della stagione 2018 è riuscito anche oggi, in gran parte, a togliere le luci della ribalta al poleman Maverick Vinales, che partirà domani dalla prima casella dopo tanto tempo: Aragon 2017 l’ultima volta per lui, l’ultima volta nel 2018 con Rossi al Mugello, poi questa lunga attesa.

Marc ha messo in ombra anche le belle prestazioni da prima fila di Rins e Dovizioso, rispettivamente su Suzuki e Ducati, entrambi molto veloci e pronti a dare battaglia per finire nel migliore dei modi il campionato: in ballo ci sono ancora posizioni in classifica, onore, denaro, target nel mirino di tanti piloti.

Mentre Maverick, Alex ed Andrea festeggiavano nel parco chiuso, come detto, gli obiettivi delle telecamere erano puntati e concentrati sulle gesta del pilota Honda che, a circa metà Q2, è volato a terra a circa 140 orari, apparentemente meno rovinosamente del solito ma, una volta rialzatosi dopo i ruzzoloni nella ghiaia, Marc si accorge del danno: la sua spalla sinistra, uscita di sede nell’esultanza di Motegi, complice la “pacca” di Scott Redding, esce nuovamente e si lussa, facendolo cadere nel dolore.

Caduto nel dolore ma non nell'angoscia.

Senza perdersi d’animo, infatti, Marquez corre fuori pista, sale sullo scooter di Emilio Alzamora e raggiunge il box HRC. Esperti sulle RC 213V ufficiali, i tecnici Repsol se la sono cavata bene anche manovrando la clavicola del proprio pilota, finalmente tornata al suo posto, consentendo a Marc di guidare ancora.

Questo è stato l’episodio più incredibile delle qualifiche di Valencia. La voglia del campione di tornare in sella, subito, senza colpo perire né ripensamenti. La sua quinta posizione in griglia - tra la Desmosedici di Petrucci e la KTM di Pol Espargarò - resta, per la cronaca, un piccolo dettaglio. Anche in questa occasione, il protagonista è stato il pilota di Cervera.

Nell’ombra dei loro garage, Lorenzo e Rossi avranno un Gran Premio che partirà in salita. Jorge e Valentino, entrambi costretti alla Q1, hanno sofferto, con cause diverse: tredicesimo tempo per il maiorchino Ducati, non ancora al meglio della condizione fisica dopo i recenti infortuni, il nove volte iridato, sedicesimo, non ha trovato setting e feeling giusti con la sua M1 ufficiale. Questa è la terza peggior qualifica di sempre per Valentino, più in basso solo ad Aragon e Valencia nel 2017, addirittura 18° ad Assen nel 2006.

Sia il numero 99 che il 46 - 14 Mondiali vinti in due - sanno che domani servirà una reazione, una mossa a sorpresa e speciale. Proprio quella che ha avuto Marquez dopo la caduta.

 

 

 

 

 

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