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MotoGP, Iannone: "Adesso tutti parlano bene di me. Nella vita ci vuole coerenza"

"Non voglio pensare a quello che sarebbe stato il futuro restando in Suzuki, ma a quello che sarà andando altrove"

MotoGP: Iannone: "Adesso tutti parlano bene di me. Nella vita ci vuole coerenza"

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Fresco di un ottimo podio a Phillip Island, appare chiaro che Andrea Iannone stia vivendo il suo miglior periodo da quando è approdato in Suzuki. Una situazione che ovviamente lascia un po' di amaro in bocca visto che queste sono le ultime gare di Andrea in sella alla GSX-RR prima di salire sull'Aprilia RS-GP, per un progetto completamente diverso e parecchia strada da percorrere prima di avere ambizioni di alto livello in MotoGP.

Iannone però è determinato a chiudere in bellezza la stagione con la Suzuki prima dei saluti a Valencia, magari lasciando il segno con una vittoria prima di cambiare box. Alla vigilia di Sepang, Andrea ha anche ricevuto molti complimenti da parte di chi sta seguendo i suoi risultati. Complimenti arrivati anche da Marco Lucchinelli dopo il bel podio dell'Australia.

"Fa molto piacere e lo ringrazio - ha sottolineato Andrea -  ma un po’ tutti stanno parlando bene di me adesso. Lascia un po’ il tempo che trova. Tanti prima parlano male, poi parlano bene, nella vita ci vuole coerenza e io l’ho sempre avuta".

Tornando a parlare della pista, cosa ti aspetti da questo weekend in Malesia?

"Sicuramente veniamo da un momento molto positivo, sono molto contento. Abbiamo delle buone possibilità qui, già dal Giappone abbiamo disputato un buon weekend e i Australia siamo riusciti a fare anche meglio, quindi vedremo cosa riusciremo a fare qui. L’anno scorso a Sepang - ha ricordato The Maniac - a inizio anno furono dei test molto buoni, mentre quest’anno nel test qui ho fatto abbastanza fatica. Ma in realtà in quasi tutti i test 2018 sono andato abbastanza male. Dovremo capire come siamo messi, io in teoria ho delle buone sensazioni in moto quindi sono abbastanza positivo".

Con Suzuki sei passato attraverso un momento molto difficile, che poi avete superato in modo brillante. È stato difficile mantenere alte le motivazioni in quei periodi?

"A volte è difficile mantenere la motivazione nelle squadre, specie quando si passa un momento difficile, ma passo dopo passo e lavorando davvero duro, abbiamo recuperato e stiamo lottando quasi sempre per il top. Stiamo lottando con i migliori Costruttori e i migliori piloti. Di certo ho recuperato le mie motivazioni e continuerò in questo modo, è quello che voglio fare. Penso che nella seconda parte di gara siamo tornati molto veloci e vicini a quelli davanti. Specialmente dopo il Giappone siamo davvero molto vicini a quelli davanti, sono molto felice della squadra, della mia moto. Per cui voglio andare avanti così, finire la stagione nel miglior modo possibile a Valencia".

Sepang è una pista che non ti mai regalato grandi risultati, l'ultimo podio è del 2010 in Moto2. C'è un motivo in particolare, è una pista che ti è indigesta?

"Sepang è una bella pista, ma ogni anno è diverso. Quando sono arrivato in MotoGP ero in Ducati, in un momento molto difficile. Nel 2015 non mi ricordo il risultato che ho fatto, ma di certo non sono salito sul podio! Nel 2016 invece ho lottato con Andrea Dovizioso e Valentino Rossi per il podio, e alla fine ho perso l’anteriore della moto alla curva n°9. Ma rientravo dopo due mesi, perché mi ero fratturato la vertebra. L’anno scorso è stata una gara difficile per le condizioni meteo, quest’anno cercheremo di migliorare".

La pista potrebbe rappresentare un problema per la tua moto, con i suoi lunghi rettilinei?

"Sicuramente soffriremo sui rettilinei - ha ammesso Andrea -  è una cosa che sappiamo. Per noi ormai è normale, non ci facciamo neanche più caso. So che riusciamo a guadagnare un pochino a centro curva e so che perdiamo nei rettilinei, sono due cose che un po’ si compensano. In ogni caso, la priorità è riuscire ad essere competitivi in frenata, perché per noi è molto importante rallentare la moto bene, poi inserirla bene in curva e fare un’alta velocità di percorrenza. Nel momento in cui non riusciamo a rallentare bene, tutto diventa più difficile. Mi aspetto che questa sia la priorità nel lavoro sulla moto per noi qui, anche perché qui ci sono molte staccate importanti.

Certo è difficile lasciare una moto competitiva come la Suzuki di oggi. Ti dispiace che l'avventura sia finita proprio sul più bello?

"Mi dispiace e non mi dispiace, è difficile da dire. Penso che abbiamo fatto un ottimo lavoro, e che la Suzuki sia cresciuta molto. Penso anche che sia abbastanza chiaro un po’ per tutti che se fossimo riusciti a proseguire quest’avventura e continuare, avremmo avuto delle buone possibilità. Ma non è così, , ma sono contento per quello che mi aspetta. Sarà una nuova sfida importante, che mi aspetto di riuscire a portare a termine nel migliore dei modi. Da qui fino a Valencia rimango concentrato in queste ultime due gare, cercando di fare del mio meglio. Ma da subito dopo la gara penserò già ad altro, alle nuove priorità".

Restando in Suzuki saresti stato in lotta per il titolo nel 2019 secondo te?

"Penso che tutto dipenda dal lavoro che avrebbe fatto Suzuki in inverno. Io penso di essere un pilota che ha le capacità per lottare al top, ma ovviamente per lottare per il titolo ci vuole un pacchetto molto complesso e importante, che non si forma in un anno. È  un qualcosa che si forma in tanti anni. Adesso è inutile pensare a quello che poteva essere, meglio pensare a quello che sarà altrove".

Hai avuto modo di parlare con Romano Albesiano della moto, magari facendo delle richieste per il futuro?

"Non ho mai parlato con Albesiano, non è il mio compito. Noi siamo qui a correre con la Suzuki e dobbiamo finire il campionato. Non parlo con altri".

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