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MotoGP, Vinales: “Ora sento la squadra più vicina a me"

Maverick riporta la M1 al successo dopo 25 gare: “Nell’ultimo anno avevo perso la motivazione, ma la mentalità vincente mi ha aiutato"

MotoGP: Vinales: “Ora sento la squadra più vicina a me"

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Finalmente la Yamaha! Dopo ben 25 gare senza vittorie, la M1 è tornata sul gradino più alto del podio. Merito di un incontenibile Maverick Vinales, capace di rivelarsi un martello a Phillip Island e fare centro. Allo spagnolo il successo mancava dal Gran Premio di Francia del 2017 e ora eccolo nuovamente sorridere.

E’ stato un periodo molto duro, dato che avevo perso la motivazione – ha esordito Maverick – la mentalità da vincente mi ha aiutato a continuare a lavorare, senza mai arrendermi. Stamani nel warmup, anche se non ho spinto tantissimo, sentivo che avrei potuto fare una bella gara”.

E pensare che l’avvio non è stato così semplice.

“Non pensavo di partire così male, speravo infatti di restare davanti – ha sottolineato Vinales - invece ci siamo trovati molto indietro da subito. Sono comunque riuscito a cavarmela spingendo e segnando qualche giro veloce, ed è stato incredibile. Tutta la squadra ha lavorato veramente bene questo fine settimana, è andato tutto bene”.

Di sicuro l’ultimo anno con la Yamaha si è rivelato tutto in salita per il 25. 

Tra i tanti episodi c’è stato anche un momento di tensione tra me e Yamaha – ha ricordato-  quando ho chiesto di darmi una moto che lavora bene per me. Oggi ho infatti avuto una moto con cui sono stato in grado di vincere la gara”.

La gioia è tanta sul volto dello spagnolo, che sa di essersi tolto tante pressioni.

“I meriti di questa vittoria sono al 50% tra me e la squadra – ha aggiunto - senza una moto così, io non sarei mai stato in grado di vincere. Mi hanno dato una M1 adatta al mio stile di guida qui in Australia, anche il vento si è abbassato e questo ci ha aiutato”.

Non manca poi un accenno agli pneumatici.

“E’ stato difficile gestire le gomme, alla fine Iannone aveva un passo molto veloce e negli ultimi quattro giri mi prendeva un secondo ad ogni passaggio. Io però sapevo che se avessi spinto per girare in 1’30” ce l’avrei fatta e ci sono riuscito”.

Il T4 rappresentava la parte più complicata per il portacolori Yamaha.

Non avevo paura della parte finale, perché con la gomma anteriore che avevo ero certo di poter girare in 1’30” anche a fine gara – ha sottolineato - era più il posteriore che l’anteriore a preoccuparmi. Ma in ogni caso sono molto contento, perché secondo me abbiamo gestito molto bene con la squadra anche questo punti di vista”.

Se a Buriram l’avevamo ritrovato sul podio, questa volta Maverick salta sul gradino più alto.

“In Thailandia ho fatto precise richieste e la squadra mi ha ascoltato. Hanno reagito e adesso li sento più vicini, sono più gentili. Magari ero anche io che facevo la faccia incazzata e loro non volevano ascoltarmi. Adesso invece le sono cambiate le cose e ieri sera siamo stati insieme fino alle undici di sera tutti insieme. Per me questa è una squadra, questo è il modo che mi piace. Sicuramente sono un pilota che lavora molto con le sensazioni e oggi mi sentivo molto bene e ho potuto dare qualcosa in più di quello che dava la moto”.

Adesso la testa è rivolta a Sepang.

"Phillip Island è una pista particolare nel suo genere, il tracciato non ha ripartenze ed è molto scorrevole. Questo aiuta molto quelle che sono le caratteristiche della M1. Ovviamente dobbiamo continuare a lavorare. La M1 ha un gran telaio, ma bisogna fare un passo avanti per quanto riguarda elettronica e motore".

L’ultimo accenno è per l’addio a fine stagione con Ramon Forcada.

Non mi dispiace. La verità è che ho sempre detto che Ramon è un tecnico magnifico ed è difficile trovarne un altro come lui. Ha tanta esperienza, visti i titoli mondiali. Voglio avere più confidenza ed essere capito, anche se i risultati a volte non danno ragione Con Esteban Garcia sono molto legato, di conseguenza spero di costruire una bella squadra per il futuro”.

con la collaborazione di Marco Caregnato

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