Ancora una volta la gara della Moto3 ha regalato non pochi colpi di scena. Già, perché Marco Bezzecchi è stato nuovamente centrato e messo fuori dai giochi da Rodrigo, mentre Jorge Martin si è dovuto accontentare di un quinto posto. A ringraziare è stato quindi Fabio Di Giannantonio, il cui secondo posto lo porta a sole 20 lunghezza dal compagno di squadre, attualmente leader del Mondiale.
“Dall’ultima gara l’obiettivo è quello di vincerle tutte – ha commentato Fabio – purtroppo a Phillip Island, dopo le qualifiche di ieri, avvertivo di non essere molto competitivo sul passo. Pensavo a tutto, tranne che al podio, anche perché non ero nemmeno al 100% della forma dopo il Giappone”.
Adesso l’aritmetica rilancia le sue ambizioni.
“Io ci ho creduto a questo Mondiale fin dalla prima gara, anche quando avevo 40 punti – ha sottolineato - il Campionato è strano e non si può sapere mai. Per vincerlo bisogna però portare a casa le gare”.
La testa del portacolori Gresini è già rivolta a Sepang.
“In Malesia sono due anni che non faccio delle gran gare – ha ammesso – però ho sempre avuto la velocità. Martin? Lui va forte sempre ed è tranquillo. Entrambi facciamo il nostro lavoro all’interno del box senza confrontarci più di tanto”.
A due gare dal termine la sfida per il titolo diventa incandescente.
“Non avverto la minima pressione – ha concluso Fabio - anche perché sto facendo qualcosa per me e per nessun altro. Non ho nulla da perdere e per certi aspetti può essere un vantaggio. Magari posso rischiare anche di più in confronto a Martin e Bezzecchi, tipo oggi in determinate staccate”.
Sul podio di Phillip Island la sorpresa è Celestino Vietti. Incredibile il terzo posto alla seconda apparizione con lo Sky Racing Team VR46 in Moto3.
“Non potevo desiderare un weekend migliore qua a Phillip Island – ha commentato il giovane pilota - forse a Motegi sono stato più competitivo, mentre in Australia ho faticato molto nell’ultimo tratto. Nel warmup sono comunque riuscito a lavorare bene sulle linee, dimostrandomi competitivo”.
Vietti ha mostrato gli artigli nella bagarre per la vittoria.
“All’ultimo giro non pensavo al successo – ha svelato - forse non ho sfruttato al massimo la scia di Arenas. Tra l’altro mi sono anche toccato per Martin, ma di sicuro non era una manovra scorretta, anche perché non voglio intromettermi nella lotta per il titolo”.
Quanto portato a casa dal piemontese va oltre ogni aspettativa.
“A me bastava disputare due gare, senza avere chissà quali ambizioni – ha dichiarato - ringrazio tutto il team e dedico questo risultato ai miei genitori per i loro sacrifici. Attualmente frequento il quarto anno di meccanica dei motori - ha aggiunto – questo risultato è un sogno, soprattutto per i miei famigliari che si sono svegliati presto e credo siano felici. La mia carriera? Ho iniziato a correre per gioco, mio papà (l’unico presente qua con me in Australia vista la minore età) mi accompagnava sempre alle gare, però nel tempo sono riuscito a ottenere dei risultati belli. Ho vinto il titolo nelle minimoto e nella PreMoto3, poi nel 2016 c’è poi stato il passaggio alla VR46 – ha ricordato - RMU collaborava con loro nel CEV e sono stato scelto dopo i risultati conseguiti. Senza di loro non sarebbe stato possibile tutto ciò, perché i costi del Motomondiale sono elevati”.
L’ultima battuta riguarda le sue qualità.
“Amo la staccata profonda, forse poi perdo un po’ troppo in uscita dalle curve. Festeggiamente? Niente, perché devo andare in Malesia”