Dopo avere avere saltato il Gran Premio di Thailandia ed essere stato costretto ad alzare bandiera bianca anche in Giappone, Jorge Lorenzo rischia di non salire sulla Ducati neanche a Phillip Island fra una settimana. Oggi, a Motegi, al maiorchino sono bastati meno di due giri a capire di non potere domare la Desmosedici con il polso sinistro ancora fratturato.
“È andata come mi aspettavo, forse anche un po’ peggio - spiega - Non avevo per nulla delle buone sensazioni alla guida, soprattutto in frenata e nelle curve a sinistra e nei cambi di direzione era ancora peggio. Era impossibile continuare, non riuscivo a essere né veloce, né a mio agio, né a guidare in sicurezza. Ero lento e avrei rischiato solo di peggiorare la situazione”.
Ora che la decisione è presa, bisogna guardare al futuro. Ducati ha indicato dottor Fabio Catani, del policlinico di Modena, come medico di fiducia per seguire Lorenzo.
“Domani andrò a dare una risonanza magnetica al polso per avere una visione più completa della lesione e e capire quale sia il processo di recupero - dice Jorge - Sicuramente non mi opererò perché i dottori lo sconsigliano per questo tipo di lesione”.
Il problema è che la guarigione è lenta e i pochi giorni che mancano all’appuntamento australiano potrebbero non bastare.
“Se la frattura non è migliorata in due settimane, sarà difficile che lo faccia in sei giorni - riflette il maiorchino - In questo momento non voglio scartare la possibilità di correre a Phillip Island, ma sicuramente sarà molto difficile”.
Uno stop pesante.
“Mi spiace molto non correre a Motegi, è una delle mie pista preferite e con questa Ducati avrei potuto puntare alla vittoria. Purtroppo non potevo spingere o essere minimamente competitivo, provarci non avrebbe alcun senso” conclude.