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SBK, Melandri: il sogno americano? Sono pronto!

Marco è veloce ma senza una sella per il Mondiale 2019. Il MotoAmerica di Rainey lo attrae non poco: "se mi danno una moto competitiva, parto subito per gli USA"

SBK: Melandri: il sogno americano? Sono pronto!

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Marco Melandri è reduce da un brillante weekend ad El Villicum, nel quale il ravennate è tornato ad andare forte con la sua Ducati ufficiale.

Pole position, un secondo posto il sabato ed un terzo nella gara domenicale, ecco lo score di Marco; a conti fatti, solo Rea ha totalizzato meglio di lui.

Pulito in curva, efficace in staccata, finalmente la Panigale R numero 33 era stabile e precisa:in Argentina mi sono divertito, al di là degli ottimi risultati conseguiti - svela il pilota Aruba - la pista era particolare ma bella, nella sezione guidata si poteva fare la differenza, raccordando le traiettorie una dopo l’altra. Abbiamo individuato il difetto che ci ha assillato in qualche round, eliminandolo. Adesso la mia moto ha reazioni sincere ed io posso esprimere il mio potenziale”.

Infatti, pure tu sembravi tornato in forma.

“In realtà ho solo ritrovato una moto che funziona bene. Siamo partiti alla grande in Australia, nella parte centrale della stagione abbiamo avuto difficoltà, poi siamo ritornati competitivi come ad inizio campionato. Qualche sfortuna qua e là ha condizionato il nostro cammino, ma la velocità non ci è mai mancata”.

È buffo pensare ad un Melandri così competitivo ma tuttora a piedi; proposte concrete dalle squadre Superbike non ne arrivano  e per un pilota che vanta un curriculum di tutto rispetto tra Motomondiale e derivate l’ipotesi di stare a piedi non va nemmeno considerata: non ho avuto offerte da Borgo Panigale e smentisco le voci che potrei andare nel team Yamaha GRT. Per ora sono solo chiacchiere e non ho finestre aperte per rimanere nel Mondiale ma io voglio continuare a correre da pilota professionista".

.Resta un solo round, in Qatar, ed il 2018 agonistico finirà. Melandri sta valutando strade diverse da quelle del Mondiale e, ne siamo certi, oltreoceano Wayne Rainey accoglierebbe l’ex iridato della 250 Grand Prix a braccia più che aperte:io ed il mio manager abbiamo qualche effettivo contatto con diversi team MotoAmerica - conferma Melandri - e, se negli USA ci fossero le condizioni per fare bene, valuterei con attenzione una eventuale possibilità di andare in un posto che mi piace, in una esperienza di vita totalmente nuova”.

Per te sarebbe MotoAmerica una reale considerazione od una b-solution?

Negli Stati Uniti il contesto si limita al solo andare in moto, questa è la cosa che conta laggiù e tutto ruota intorno alle gare. In Europa, invece, andare in moto rimane solo una piccola pedina di un infinito scacchiere di situazioni da combinare. Le corse rappresentano una azienda che deve fatturare denaro e le gare ora sono una piccola parte di tutto questo intrattenimento. Con una buona moto disponibile, partirei per gli USA subito e ben volentieri”.

Anche perché il tempo stringe.

 “Appunto: Se dovessi accasarmi a fine dicembre in una squadra del Mondiale lo farei solo in una situazione concreta, reale e già pronta. Altrimenti, in una struttura nuova o con un progetto a lungo termine, rifiuterei. Anche perché io non posso avere progetti a lungo termine, alla mia età non posso permettermelo. Io voglio correre ancora un paio di anni e voglio scendere in pista per lo stesso motivo per il quale ho iniziato”.

Quale motivo?

“Mi piace ancora guidare queste moto e penso di saperlo fare bene. Voglio provare a vincere. Diversamente, non ha senso per me”.

 

 

 

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