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SBK, El Villicum: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Rea non si ferma più e in Argentina ecco un altro record, per Melandri e Forés sono sorrisi amari, che finale in SSP tra Cortese e Cluzel

SBK: El Villicum: il Bello, il Brutto e il Cattivo

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Argentina, El Villicum, il debutto del fuoco della Superbike in Sudamerica. Sul pista di San Juan non mancava l’attesa per lo sbarco delle derivate, che ha visto il solito Johnny Rea fare bottino pieno, conquistando entrambe le gare. I sorrisi del Cannibale sono accompagnati da quelli agrodolci di Marco Melandri e Xavi Forés, il cui destino è ancora tutto da scrivere, dal momento che per il 2019 restano attualmente appiedati. Chi ha una sella è invece Toprak Razgatlioglu, protagonista di un sorprendente terzo posto al sabato. Oltre alla classe regina, El Villicum ha rilanciato le ambizioni di Jules Cluzel nella sfida per il titolo della Supersport. Adesso sono solo sei le lunghezze che separano il francese da Sandro Cortese, in vista d uni finale che si preannuncia incandescente nella notte del Qatar.

IL BELLO –  Ci sono storie che meritano di essere scritte e raccontate. È il caso di Jules Cluzel e del team NRT, la cui presenza in pista nella seconda parte di stagione era a forte rischio per problemi economici. Come se non bastasse, la sportella rimediata a Portimao da Sandro Cortese sembra aver spento le ambizioni del francese, il quale non ha voluto saperne di arrendersi. Così, dopo  essere stato travolto dal tedesco in Portogallo, ecco arrivare le doppiette di Magny-Cours e Argentina che lo rilanciano per la volata finale di Losail. Cortese è avvisato!

IL BRUTTO – Se qualcuno ha visto la Yamaha in Argentina è pregato di battere un colpo. Una prestazione al di sotto delle aspettative al Villicum per  van der Mark e Alex Lowes, costantemente lontani dai migliori. E pensare che il miglior tempo siglato in FP1 dal britannico sembrava di buon auspicio, invece era solo un’illusione.

IL CATTIVO – Da quando la SSP è tornata in azione dopo la pausa, Corentin Perolari ha saputo cambiare marcia, mettendosi in mostra con un sesto e quinto posto. Domenica però l’alfiere GMT94 l’ha combinata grossa, sbattendo a terra lo sfortunato Federico Caricasulo. Non ci voleva proprio per il romagnolo, nuovamente fuori dai giochi dopo Magny-Cours.

LA DELUSIONE – Se nell’ultimo fine settimana abbiamo perso di vista la Yamaha, sono mesi che non si hanno più notizie delle Honda. Che fine ha fatto quella moto che ad inizio Campionato aveva impressionato non poco, tanto da arrivare ad un soffio dal podio? In Sudamerica Camier e Gagne sono stati semplici spettatori. Un copione che si ripete da ormai troppo tempo e che necessita di vedere la parola fine.

LA CONFERMA – Vuoi o non vuoi, Johnny Rea è sempre una certezza. Nemmeno il virus rimediato  domenica notte è riuscito a metterlo fuori dai giochi. Che dire: Chapeau!  

L’ERRORE – A questo punto non resta che leccarsi le ferite, perché la RSV4 sembrava avere il potenziale per lottare con i migliori. Invece la domenica di Eugene Laverty è di quelle da dimenticare, a causa di una caduta che lo ha tagliato subito fuori dai giochi.

LA SORPRESA – La festa è destinata a proseguire, perché dopo il titolo piloti è arrivato anche quello costruttori per la Kawasaki. Tra gli artefici del trionfo compare anche il giovane Toprak Razgatlioglu, protagonista del terzo posto in Gara 1. Non può che farci piacere rivedere il turco di nuovo sul podio dopo Donington.

IL SORPASSO – In Gara 2 il Cannibale ha mostrato gli artigli. Per maggiori informazioni andarsi a rivedere quello sulla Yamaha di Lowes.

LA CURIOSITA’ – Johnny Rea è una vera e propria macchina da record. Domenica ha infatti messo in cassaforte la decima vittoria consecutiva in una stagione, cosa mai riuscita a nessuno prima d’ora. Adesso lo attende un'altra impresa: ovvero superare i 17 successi di Doug Polen in un Mondiale che resistono dal 1991.

IO L’AVEVO DETTO – Federico Caricasulo dopo l’ultimo round europeo in Francia: “In Argentina voglio riscattare la caduta di Magny-Cours”. Non aveva fatto i conti con il francese Perolari.   

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