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Biaggi: "Il declino SBK? Manca l'impegno delle Case"

Max sul proprio profilo Facebook: "Sembra non ci sia via d'uscita, servirebbe quello che accade in MotoGP dove tutte le Case si impegnano ufficialmente"

SBK: Biaggi: "Il declino SBK? Manca l'impegno delle Case"

Max Biaggi ha scritto pagine memorabili della storia della SBK, vincendo il mondiale due volte e decidendo di ritirarsi da campione in carica. Il pilota romano ha portato l’Aprilia RSV4 sul tetto del mondo, prendendo letteralmente il progetto per mano nel 2009 e conquistando sulla moto veneta il titolo nel 2010 e 2012, riscattandosi dopo aver chiuso l’esperienza con la squadra ufficiale Honda in MotoGP.

Il sei volte campione del mondo ha stretto un legame speciale con il campionato SBK ed ha deciso di intervenire attraverso la propria pagina Facebook sul declino che ha vissuto nelle ultime stagioni il mondiale per derivate di serie. Biaggi ha le idee chiare sui motivi che hanno portato i tifosi ad ‘allontanarsi’ da questo campionato, sempre più in crisi di identità nelle ultime stagioni.

In questi anni ho assistito al declino della SBK chiedendomi i perché di tutto ciò. Ricordo ancora la gara di Vallelunga del 2007 in mezzo ad un mare di gente! Io credo che uno dei principali motivi ( non l’unico! ) del declino della serie è da ricercarsi nel mancato impegno ufficiale da parte di tutte le Case ( eccetto Kawasaki )”.

MAX BIAGGI - DECLINO SBK

Biaggi individua perfettamente quale sia il problema, ricordando il periodo in cui le Case si impegnavano più o meno tutte in forma ufficiale in entrambi i maggiori campionati del motociclismo internazionale, mettendo in pista tutto il proprio arsenale tecnologico sia in SBK che in MotoGP. 

La presenza delle Case in forma ufficiale garantisce un maggior capitale, che può essere utilizzato per migliorare la competizione e per attività di promozione del campionato, garantendo un ritorno di immagine senza eguali. In fine dei conti è quello che oggi viene fatto con ottimi risultati in MotoGP, dove troviamo l’impegno ufficiale di ben sei case motociclistiche”.

Max è anche molto preoccupato per il futuro della SBK, che rischia di perdere la visibilità garantita da Sportmediaset in Italia, con tutte le conseguenze che potrebbero derivarne.

“Il problema è che sembra non ci sia una via d’uscita! Per il prossimo anno Sportmediaset potrebbe non seguire più il campionato, dopo anni di ottimo lavoro e l’Aprilia potrebbe abbandonare la serie! Come sarà possibile trovare nuovi capitali per sostenere la serie iridata? Come si possono risollevare le sorti di un campionato così glorioso?”.

Prendendo spunto dalle parole di Biaggi, aggiungiamo che nel 2019 lo scenario sembra confermare perfettamente quanto espresso dal campione romano. Kawasaki potrà puntare sulla coppia formata da Rea e Haslam, ovvero il pluricampione in carica del mondiale e il vincitore del BSB. Una coppia fortissima, che potrà contare su una moto assolutamente perfetta.

La Kawasaki ha fatto una scelta molto precisa nel 2008, puntando tutto sulla SBK e rinunciando completamente alla MotoGP. All’epoca la scelta apparve difficile da comprendere. A distanza di dieci anni però quella decisione assume contorni completamente diversi.

La Kawasaki è più brava a costruire moto di Honda, Yamaha, Aprilia e Ducati? No, ma è certamente l’unica che ha investito seriamente nello sviluppo di questa moto e i risultati parlano chiaro. Honda continua a buttare stagioni su stagioni, Yamaha fatica a ritrovare il bandolo della matassa. Suzuki è desaparecida nel mondiale preferendo investire su MotoAmerica, mentre Aprilia presto potrebbe sparire dopo anni di trionfi. Anche BMW non riesce a tornare al top. L’unica che resiste è la Ducati, pronta a mettere in pista la Panigale V4, la grandissima e attesissima novità del 2019.

Molto del destino della SBK potrebbe dipendere dalla reazione che decideranno di avere le Case allo strapotere Kawasaki, che tra l’altro ha festeggiato in Argentina il quarto titolo Costruttori consecutivo. Le sorelle giapponesi sarebbero in grado di rispondere senza problemi, come dimostrano ogni anno i risultati alla 8 Ore di Suzuka, che vedono Yamaha, Honda e persino Suzuki tornare protagoniste assolute in una singola gara su cui puntano tutto dispiegando il meglio dei rispettivi reparti corse.

Eppure la sensazione è che pesi tutto sulle spalle della Ducati V4 l’onere e l’onore di battere la Kawasaki, nella speranza che il campionato non sia già morto prima dei titoli di coda.


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