Valentino ha preso gusto per i paragoni calcistici e dopo la pole position sfiorata a Buriram continua con il parallelo con la ‘sua’ Inter: “oggi abbiamo giocato bene”. Può dirlo ed è stato un gioco di squadra perché la Yamaha sembra rinata sul campo amico di Buriram e la seconda fila di Vinales è lì a dimostrarlo. Tutto è filato così liscio che il Dottore non riesce nemmeno a rammaricarsi troppo per vere perso il primo posto in qualifica per un inezia, 11 millesimi.
“È sempre un peccato perdere la pole position per così poco, ma considerato le nostre ultime prestazioni è un grande risultato - dice il Dottore - Sono molto contento perché arriviamo da gare difficili, e l’apice è stato ad Aragon”.
Invece qui è cambiato tutto…
“È stata una sorpresa anche per noi, nei test eravamo nei guai e mi aspettavo un fine settimana difficile, come era successo in Austria. Invece mi sono trovato subito bene e quando parti così è tutto più facile. Però siamo riusciti a fare le scelte giuste”.
A cosa è dovuto questo miglioramento?
“A volte la nostra moto non riesce a fare lavorare bene gomme, così si consumano di più e inoltre si va piano. In altri casi, come su questa pista, lavorano bene e possiamo sfruttare i nostri punti forti. Qui riusciamo addirittura a usare la gomma dura all’anteriore, uno cosa solitamente impossibile”.
Pensi che ci sia stata una svolta e che la situazione migliorerà anche nelle altre piste?
“Siamo arrivati qui con qualche piccola modifica per migliorare l’accelerazione, ma non ci aspettavamo che avesse un effetto così grande. La M1 è molto simile quella usata ad Aragon, forse a essere migliore è solo il matrimonio fra moto, gomme e pista. Io spero con tutto il cuore di essere competitivo ovunque, ma penso sia merito soprattutto di questa pista. Comunque bisogna aspettare domani, perché anche a Misano al sabato eravamo stati forti e poi domenica era andata male. Sicuramente scopriremo tutto a Motegi”.
Parli spesso del matrimonio tra moto e gomme, la mono-fornitura sembra essere un problema…
“Per me è una cosa positiva, ma gomme sono diventate la chiave, ad Aragon abbiamo avuto problemi perché non riuscivamo a farle funzionare. In un certo senso è una situazione simile a quella dell’introduzione della centralina unica, era stata presa questa scelta per fare risparmiare soldi ed energie, invece ha avuto l’effetto l’opposto. È normale, la MotoGP è così, l’importante è che Michelin continui a dare a tutti buone gomme. In passato, con anno dopo anno, il fornitore aveva cercato risparmiare soldi e qualità era calata”.
Se ci fossero ancora le Bridgestone la situazione sarebbe diversa per voi?
“Erano gomme più rigide e si adattavano meglio alla M1, altro è difficile dire”.
Gomme ed elettronica sono i vostri crucci, cosa sta facendo Yamaha?
“Nell’ultimo periodo sono arrivati nuovi ingegneri, come Gadda e altri in Giappone. Le novità che ho usato qui sono frutto di nuovo gruppo lavoro. Yamaha sta sforzandosi di più ed è quello che ci serve”.
Anche per il futuro…
“Abbiamo bisogno di aiuto dal Giappone perché siamo in ritardo, è tanto che non vinciamo e ci sono aree in cui abbiamo spesso problemi. Io sto spingendo tanto e spero facciano uno sforzo perché i prossimi due anni saranno importanti per me e mi piacerebbe essere competitivo”.
Prima bisogna pensare alla gara di domani…
“Innanzitutto sono contento del ritmo che sono riuscito a tenere nelle FP4, ma domani dovrò confermarmi. All’inizio mi aspetto una gara di attesa per non consumare le gomme, poi chi ne avrà di più proverà ad andarsene”.
A chi stai pensando?
“I piloti da battere sono Dovizioso e Marquez, poi ci siamo io e Vinales, che abbiamo esattamente lo stesso passo. La lotta per il podio è vicina, ma non so se potrò stare con loro non so, vedremo domani”.
Il caldo rende tutto più difficile?
“In Malesia è peggio, perché fa più caldo e la pista dà meno respiro. Quest’anno sono in forma, la mia unica preoccupazione è che la scorsa settimana ho avuto l’influenza e negli ultimi 5 giorni mi sono allenato meno. Spero che domani l’adrenalina mi aiuti, venerdì e sabato hai sempre la netta sensazione che non riuscirai a finire la gara (ride)”.