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MotoGP, cosa ci resta di questo finale di stagione?

Marquez fa un altro passo verso il mondiale. Lorenzo è furioso (ma perché?). Bene Dovi e Iannone. Male le Yamaha

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Quando ha iniziato a girare forte, a sfidare carena contro carena Dovizioso con quei botta e risposta ormai tipici dei loro duelli, Marquez ha capito che era finito il tempo del Marc ragioniere e che aveva già capitalizzato abbastanza nelle ultime gare nella modalità "prudenza on".


Dunque, ha spalancato il gas come di più non si può ed è andato a vincere a modo suo, prendendosi non pochi rischi, la gara di Aragon davanti alla sua gente: questa volta ha potuto festeggiare senza fischi, cosa non da poco. Certo, forse senza quella gomma morbida, per il cui impiego pare aver "discusso" nel suo box, non ce l'avrebbe fatta a battere un Dovizioso strepitoso, come lui stesso ha dichiarato a fine gara.


Chissà inoltre cosa sarebbe accaduto se non fosse uscito alla prima curva Lorenzo, che tra l'altro recrimina proprio un'azione scorretta di Marquez (dalle immagini francamente non sembra esserci nulla di scorretto, se non un'entrata in curva un po' aggressiva ma nulla di che, nessun contatto e nessun taglio particolare).


Ma tralasciando i se e i ma, Marquez ha aggiunto un altro importante tassello al puzzle del suo titolo 2018, che a questo punto è tutto nelle sue mani. Cosa ci rimane allora se tutto è già di fatto finito? Ci rimane lo spettacolo che le Ducati ogni domenica ci stanno regalando, uno show che vale più di qualsiasi classifica piloti.


Ci rimane la gioia di vedere Iannone – sbeffeggiato, criticato, insultato h24 per motivi non sportivi su ogni social – tornare sul podio, e sicuramente quella di constatare che in Aprilia la crescita è continua. L'unico neo di questo mondiale 2018 è e rimarrà la grave crisi in cui versa la Yamaha.


Lin Jarvis ha dichiarato a Sky che si sta già lavorando sodo per la moto 2019. Speriamo che torni vincente: se lo merita Rossi, per l'impegno e la passione che ci mette ancora oggi; e se lo merita Vinales, che ha avuto la sfortuna di ritrovarsi tra le mani una moto poco competitiva quando sperava (e meritava) invece di fare un salto di qualità.

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