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MotoGP, Rossi: "a Yamaha serve una rifondazione"

"Nel 2004 Furusawa rivoluzionò moto e reparto corse e funzionò. Oggi? Non so neanche se esista la moto per il prossimo anno"

MotoGP: Rossi: "a Yamaha serve una rifondazione"

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Ci sono record che nessuno vorrebbe mai battere, Yamaha oggi ha tagliato il traguardo di 23 GP senza vittoria e non le era mai successo in tutta la sua storia nella classe regina. Non solo le Ducati e le Honda le sono arrivate davanti, ma anche le Suzuki e perfino un’Aprilia.

“Spero che almeno spinga a Yamaha a reagire, magari qualcuno molto in altro si accorgerà di questo numero e chiederà una spiegazione” commenta Valentino, che non può essere contento di un 8° posto benché partisse dalla 17ª casella.

Il Dottore si è quasi stufato di ripetere a ogni occasione la stessa solfa: “sarà la decima volta che ne parlo con voi e la 30ª coi giapponesi”. Quello contro cui punta il dito è un’immobilismo che sembra essere diventato cronico.

L’ultimo cambiamento importante sulla M1? Nel 2015, nei test qui ad Aragon prima del GP di Assen, in cui poi vinsi - ricorda - Basta guardare il mio tempo in gara oggi, è appena migliore di quello dello scorso anno, in cui arrivavo dall’infortunio. La moto è la stessa del 2017 e infatti sono arrivato 8° invece di 5°, mentre Marquez e Dovizioso hanno migliorato di più di 10 secondi il loro tempo di gara. Certo in questa situazione è difficile trovare motivazioni, sono in una squadra top e devo lottare per finire, forse, nei primi 10.

Fuor di metafora: così non si può andare più avanti. “Spero trovino una soluzione entro i prossimi due anni, o potrebbe non essere più un mio problema” si sforza di scherzare Valentino. In certo senso la situazione attuale ricorda quella pre-2004, quando per uscire dalla crisi Yamaha puntò su… Rossi.

Sì, ci sono delle similitudini - conferma - Presero il pilota più veloce, cioè me, ma non fu solo quello. Masao Furusawa mise in piedi un programma per cambiare il reparto corse, ci furono cambiamenti importanti e per uscire fuori da questa situazione bisognerebbe fare la stessa cosa. Non credo che il problema ora siano i piloti, io e Vinales siamo forti, ma rimane da fare il resto”.

Invece il tempo passa e non cambia nulla.

Quando arrivai nel 2004, organizzammo due test privati a Phillip Island - ricorda - Erano arrivate tantissime cose da provare: tre motori, due alberi motore, e tanto altro ancora. Yamaha mi aveva ingaggiato, ma non pensava che avrei risolto tutto da solo. C’erano stati un progetto di ampio respiro, una rifondazione del reparto corse, e aveva funzionato”.

Ora cosa c’è?

Solitamente si provava il prototipo della moto del prossimo anno nei test di lunedì a Brno, da un paio di stagioni non è più così - continua Valentino - Questo è preoccupante: dov’è la moto del prossimo anno? Io non lo so. Qui ad Aragon , nei test, avevo una prima versione del motore 2019 ma spero e penso che non fosse quella definitiva, perché cambiava troppo poco dall’attuale”.

Marquez ha detto negli scorsi giorni, dopo avere seguito Vinales, di avere intuito i problemi della M1.

Dovremmo prenderlo come ingegnere - scherza Rossi - In verità i nostri problemi sono molto chiari anche a me. Le gomme? Non c’entrano niente, quelle sono uguali per tutte e sia Ducati sia Honda riescono a migliorare. Noi non riusciamo a fare lavorare correttamente lo pneumatico posteriore, lo stressiamo e in più siamo lenti. Il problema è di Yamaha non di Michelin”.

Oggi, in gara, almeno Valentino e i suoi uomini sono riusciti a metterci una pezza.

Abbiamo fatto un grande cambiamento ed è andata meglio già dal warm up - la minima soddisfazione - Ho provato a fare il massimo in gara, non è andata neppure così male, ma il nostro potenziale è questa. È da un anno che siamo nella stessa situazione”.

L’ultima battuta è sull’attacco di Lorenzo a Marquez, con il maiorchino che ha accusato il futuro compagno di squadra di avere provocato la caduta.

Non posso commentare quello che è successo perché non ho visto nulla - dice Rossi - Se sarà un problema per il prossimo anno? Quando prendi due super piloti è normale dovere poi gestire i rapporti tra loro, è il prezzo da pagare”.

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