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Suzuki Katana, sulle orme dell’icona [VIDEO]

L’ultimo teaser pubblicato dalla casa di Hamamatsu è l’occasione giusta per ripercorrere l’evoluzione della maxi-sportiva giapponese

Moto - News: Suzuki Katana, sulle orme dell’icona [VIDEO]

Manca poco al rilascio ufficiale, che avverrà il 2 ottobre al salone Intermot di Colonia, ma Suzuki continua a solleticare la nostalgia di tanti motociclisti con i suoi video-teaser che annunciano l’arrivo della nuova Suzuki Katana. Nell’ultimo, apparso sul web poche ore fa, si nota il serbatoio della moto, unico dettaglio finora emerso nella serie di filmati pubblicati. Le indiscrezioni circolate in questi mesi sulla moto hanno in qualche modo fatto intendere che Katana ruoterà intorno alla base già edita della GSX-S1000, ma non sarebbe una sorpresa scoprire che il lavoro iniziato anni fa dagli ingegneri Suzuki su un motore sovralimentato DOHC da 700 cc accoppiato al turbo, avesse trovato finalmente nella Katana la moto giusta su cui esordire. Nel dubbio ripercorriamo la storia della futuristica sportiva che oggi scatena nostalgia, ma che ai tempi non fece innamorare in molti.


Linee avveniristiche 


Dopo la presentazione, avvenuta sempre a Colonia, ma 38 anni fa, Suzuki GSX 1100 Katana arrivò sulle strade europee nel 1981, risultando subito una moto particolare, una di quelle che si amano o si odiano. Sì, perchè ai tempi le linee nette e squadrate che avrebbero poi dettato legge negli anni ’90, erano inusuali sulle sportive, e la Katana pagò lo scotto di anticipare i tempi, non trovando mai il pieno consenso di pubblico e critica.


Una meccanica “maxi”


Incastonato nel telaio a doppia culla in tubi d’acciaio c’era un quadricilindrico da 1074 cc, raffreddato ad aria (con radiatore dell’olio fornito come optional) capace di scaricare a terra 104 CV e impreziosito, rispetto alla sorella GSX 1100 E, della testa TSCC in lega leggera, come i cilindri. Soluzione che comunque non evitava alla Katana di essere considerata un peso massimo, con oltre 240 kg sulla bilancia. Numeri che non le impedivano di far segnare una velocità massima di 238 km/h con un consumo dichiarato di 4,67 litri ogni 100 km.


Ciclistica “sui generis”


Il tratto distintivo più forte, dopo l’estetica d’avanguardia, è sicuramente la ciclistica. Perchè qui sono concentrate soluzioni tecniche raffinate per l’epoca, come la forcella anteriore con sistema antiaffondamento e il doppio ammortizzatore regolabile al posteriore, e scelte che hanno diviso gli amanti della sportiva giapponese, come le dimensioni dei cerchi: con il 18” al posteriore e il 19” all’anteriore. Quest’ultima caratteristica, insieme alla scelta di dotare la moto di un cavalletto centrale, limitò la sportività della moto, che non poteva competere con concorrenti più costose ma anche più performanti, come la Honda CB 1100R. In Italia e in Europa venne presto ritirata dal mercato, dopo una versione rivista, su base GSX 1100 ES e dopo una riduzione di cubatura a 750 cc, paradossalmente la più venduta da noi, mentre in Giappone Katana sopravvisse fino al 2001. Vedremo se la nuova versione sarà futuristica come la prima, nell’attesa godiamoci gli scatti della photogallery. 


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