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Benelli Leoncino | Perché comprarla... E perché no

La naked pesarese dal nome importante ritorna in versione 500 cc per accontentare giovani motociclisti, e non solo

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Un nome scolpito nel passato per una moto che guarda dritta al futuro: Benelli Leoncino rappresenta il ritorno di un modello storico del motociclismo italiano, e per questo la casa pesarese su questa naked ha puntato molto, con un mix di prestazioni e convenienza.


Pregi e difetti


Guardandola non si direbbe che sia una media, guidabile con la patente A2, perchè Leoncino mostra un profilo muscolo e compatto. Un gioco di curve e proporzioni generato dall’idea del suo creatore, il designer Stefano Casanova, che ha messo al centro del concept l’immagine dell’arco romano: perfezione architettonica e esempio di armonia che si ritrova in vari elementi della moto come il faro, il serbatoio, il motore e perfino la chiave. Poco importa se la produzione è cinese, e a Pesaro si svolge “solo”, si fa per dire, il controllo qualità: Benelli Leoncino non lascia nulla al caso, con fari LED, strumento digitale, e dettagli che richiamano il modello degli anni ’50, come il leoncino di metallo sul parafango anteriore. La strumentazione è originale, piccolo, quasi nascosto, ma con al suo interno tutte le informazioni necessarie, il display del Leoncino è uno dei suoi punti di forza. La vera bella scoperta è pero il motore: il bicilindrico in linea da 500 centimetri cubici raffreddato a liquido sa infatti come farsi apprezzare, grazie ad una erogazione regolare ma allegra anche per chi non è un novellino sulle due ruote. Merito anche dei 47,6 CV di potenza della coppia massima di 46 Nm a 6.000 giri. Tralasciando i numeri, la forza del mezzo litro sta nella progressione godibile e nell’elasticità notevole ai medi regimi. Tutto svanisce se si esagera con i giri, e la moto perde velocemente grinta. Una volta in sella si entra subito in confidenza con la moto, che si lascia controllare con estremo piacere grazie al baricentro basso e si fa condurre in curva senza esitazioni, a patto che si scali marcia quando serve e che non si alzino troppo i limiti. Le curve del misto mascherano i limiti di cilindrata, e anche in città la naked pesarese se la cava bene. Nel traffico e ai semafori si noterà l’effetto on/off della prima apertura e una risposta poco puntuale a giri bassi, ma una volta presa la statale più vicina potrete far ruggire il motore, evitando però di entrare in curva col coltello tra i denti, perchè quando viene sollecitata troppo la moto tende a far sentire i trasferimenti di carico e ad accusare l’asfalto disconnesso. Lasciando da parte piccoli difetti come le finiture migliorabili e il display illegibbile in alcune condizioni, rimane un pò di amaro in bocca per la leva frizione più morbida e con uno stacco più rapido: accortezza che avrebbe esaltato la risposta pronta e morbida del cambio.


Quanto costa


Con i suoi 5.990 euro il Leoncino punta ad unire il fascino di una heritage al prezzo di uno scooter. E i consumi ricalcano l’idea di “risparmio” che aleggia intorno Benelli Leoncino: affrontando misto e città infatti senza troppi scrupoli sul polso destro sono rimasto comunque sopra i 20 kilometri al litro. Numeri che permettono, grazie al serbatoio da 12,7 litri, di viaggiare per quasi 300 km senza dover far tappa alla stazione di servizio.


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