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MotoAmerica, Elias lotta e trionfa nella battaglia di Pittsburgh

Nell'ultimo e spettacolare giro di gara Toni con la Suzuki batte la Yamaha di Cameron Beaubier: "è stato pazzesco". Completa il podio Herrin. 

MotoAmerica: Elias lotta e trionfa nella battaglia di Pittsburgh

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A microfoni spenti - ma anche accesi - i protagonisti del podio se ne sono dette di tutti i colori, confrontandosi su ogni manovra al limite di una tiratissima gara 2 durata 18 giri e risoltasi in extremis.

Toni Elias, Cameron Beaubier, Josh Herrin. Questo l’arrivo della manche domenicale di Wampum, nello spettacolare Pittsburgh Race Complex, velocissimo saliscendi immerso nei boschi della Pennsylvania, teatro di una battaglia in pista, condita da dichiarazioni senza filtri in sala stampa dove, però, non sono mancati i sorrisi.

Perché questa è una delle caratteristica MotoAmerica: i piloti se le danno come matti tra i cordoli, scherzano e si divertono nel paddock, rispettando lo spirito sportivo che aleggia da quelle parti.

Sorpassi, sportellate, derapate e pericolosi incroci di traiettorie: l’ultimo passaggio è stato da infarto anche per il numero 1 del team Yoshimura, ex Campione del Mondo Moto2 ed ottimo pilota in MotoGP, che ha beffato il leader di classifica Cameron Beaubier con la R1 ufficiale: wow, è stato pazzesco - ha affermato Elias - mi sono davvero divertito, specialmente perché ho vinto io! Mi piace duellare con Cameron, lui quest’anno è più forte che mai, proverò a sconfiggerlo ancora”.

Ci proverà, eccome, Toni: malgrado lo svantaggio di punti in campionato - 56 in meno - con 100 ancora da assegnare nei round del New Jersey e dell’Alabama, le speranze dello spagnolo di bissare il titolo non sono sopite.

Sempre che Beaubier sia d’accordo. Stavolta Cameron - due volte campione, quasi tre - le ha prese, alla fine ha fatto i complimenti al rivale, ma anche i muri sanno che il numero 6 abbia mal digerito la sconfitta: ”Toni ha meritato di vincere - ha ammesso - ma perdere così mi fa schifo. Mi rifarò nella prossima”.

Primo il sabato, terzo domenica. Un bottino non male per Herrin, il più in forma della serie USA. Dopo di lui Jake Lewis, quindi, una Yamaha prima di una Suzuki, con il sudafricano Mathew Scholtz quinto sulla R1 oro e nera.

 

La Honda entra in top ten grazie al sesto posto di Bobby Fong, settima la BMW di Danny Eslick, Kawasaki a punti con il brasiliano Bruno Silva. Non hanno mosso le proprie classifiche Garrett Gerloff e Roger Lee Hayden, entrambi ufficiali, entrambi caduti, entrambi ritirati.

 

 

Nella Supersport 600 torna sul gradino più alto JD Beach, dominatore assoluto della categoria, che ha regolato Gillim e Prince, in una corsa caratterizzata da una bandiera rossa. Davvero vicino alla coppa garantita al campione, al capelluto ed estroso JD restano soli tre punti ed il numero 1 da mettere sulle carene della sua R6 ufficiale. Sempre che non passi nel 2019 in Superbike, arricchendo una categoria già di suo molto spettacolare.

 

 

 

 

 

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