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MotoGP, FP1: Yamaha rinasce a Silverstone, 1° Vinales e 2° Rossi

Le due M1 ufficiali di Maverick e Valentino battono la Ducati di Dovizioso, 6° Lorenzo, 8° Iannone con la Suzuki, decima la Honda di Marquez, quasi caduto

MotoGP: FP1: Yamaha rinasce a Silverstone, 1° Vinales e 2° Rossi

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Le due parole più sentite nella pit lane di Silverstone erano “bumping” e “rain”.

Saltellamenti e pioggia. I primi - confermati - hanno infastidito i piloti in pista ed assillato i meccanici ai box, intenti a cercare il giusto set up delle sospensioni; la pioggia - prevista - potrebbe guastare i piani di alcuni e favorire, invece, gli outsider nelle qualifiche ed in gara.

In un turno di prove caratterizzato da clima secco ed aria fresca, era importante per tutti trovare la prestazione assoluta, proprio per uno dei due motivi citati prima; se dovesse piovere domani, i tempi sul giro si alzerebbero e quelli di oggi con l’asciutto rimarrebbero validi per lo schieramento di partenza.

Agilissime le due Yamaha M1 del team factory, così tanto da garantire a Maverick Vinales e Valentino Rossi le prime due posizioni nella lista dei cronologici. Il “sorry” arrivato in Austria ed il test di Misano non hanno niente a che vedere con questo risultato perché non sono ancora arrivate le evoluzioni richieste dai piloti ed il 2'02”073 del numero 25 è arrivato sfruttando le doti telaistiche della moto e per meriti propri: Maverick con una gomma dura davanti ed una morbida dietro ha guidato come se i problemi manifestati sino a ieri non fossero mai esistiti.

Stesso discorso per il numero 46, a 189 millesimi dal compagno di squadra: Valentino era in palla, nessuna sbavatura per lui nella guida, traiettorie precise come piacciono a lui. Va bene che stiamo parlando del primo turno di un lungo weekend ma, per ora, le due Yamaha sembrano rinate.

Velocissima nel rettilineo Hangar Straight, la Desmosedici numero 04 finisce terza nella mani di Andrea Dovizioso, consapevole che quella inglese sarà l’ennesima battaglia della stagione; miglior Ducati della mattinata la numero 04 con il confermato HRC Cructhlow appena dietro: tutti dicono che Cal conosca bene Silverstone ma, in realtà, l’inglese Honda gira su questa pista una volta all’anno, proprio come i suoi rivali.

Quinto Jack Miller con la Ducati Pramac, sesto Jorge Lorenzo, molto attento nel comunicare ai suoi tecnici le modifiche da apportare alla Desmosedici numero 99; ciò significa che Jorge - dichiarazioni strategiche a parte - vuole vincere anche qui.

Ottimo Tito Rabat settimo, ottavo Andrea Iannone con la Suzuki GSX-RR, in cerca di risultati e serenità nel garage Ecstar: due imprese non facili da raggiungere per l’abruzzese, già confermato in Aprilia per il 2019.

Nono Zarco - benino - decimo Marc Marquez, scivolato nella Curva 16. il numero 93 ha percorso molti passaggi con le gomme usate, evidentemente Marc stava già preparando il Gran Premio di domenica.

Undicesimo il futuro pilota Ducati Suberbike, Alvaro Bautista, con la Ducati Angel Nieto, KTM dodicesima con l’educatissimo pilota inglese di Oxford Bradley Smith.

Aleix Espargarò ha accusato problemi alla sua Aprilia, tanto da finire il turno spinto dai marshall, Danilo Petrucci ed Alex Rins sono attardati dai rispettivi compagni di squadra, di oltre due secondi.

Diciassettesimo Dani Pedrosa, apparentemente fuori dalla contesa, Scott Redding ballava prima di salire in sella alla sua RS-GP, prima di chiudere diciottesimo.

Ventunesimo tempo per Franco Morbidelli che ha già scoperto quanto dura sia la MotoGP; anche Loris Baz lo sapeva ed il suo ultimo tempo - senza test preliminari con la KTM - glielo ricorda ampiamente: questa non è la Superbike.

 

 

 

 

 

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