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Emissioni falsate in Giappone: Yamaha fa 'mea culpa'

Le moto risultate non in regola sono state già ritirate. Oltre alla casa di Iwata coinvolte anche Suzuki e Mazda per le auto

Moto - News: Emissioni falsate in Giappone: Yamaha fa 'mea culpa'

Un piccolo "dieselgate" colpisce anche il Sol Levante. Le case giapponesi Suzuki, Mazda e Yamaha, dopo che il governo aveva ordinato di rivedere le procedure per la verifica delle emissioni, hanno ammesso di aver riscontrato dati non in regola.
Qualche giorno fa il ministero dei trasporti giapponese ha comunicato che 23 produttori giapponesi di automobili e motocicli avevano ricevuto l'ordine di riesaminare le loro procedure di ispezione per ciò che riguarda i valori relativi al consumo di carburante a seguito di test truccati riscontrati per le case Nissan e Subaru.

Le tre società i questione, hanno quindi testato i loro prodotti ed hanno in seguito comunicato che alcune auto e moto uscite negli anni dalle catene di montaggio non erano in regola con quanto dichiarato nelle fiches di omologazione a causa di misurazioni fatte con "metodi inappropriati". Sul fronte auto Suzuki ha comunicato che metà delle 12.819 auto ispezionate non erano in linea con quanto dichiarato, così come Mazda che ha esaminato 1.875 veicoli.

Per quel che riguarda le due ruote, Yamaha ha dichiarato che il 2,1 % delle sue 335 motociclette esaminate e prodotte negli ultimi due anni, destinate comunque al mercato interno, non erano a norma chiedendo di fatto scusa per quanto accaduto. Così come accaduto per le altre case con il presidente di Suzuki (a cui si imputano le maggiori irregolarità sui veicoli testati dal 2012 ad oggi) Toshihiro Suzuki che nel corso di una conferenza stampa si è anche lui scusato con i clienti e i partner commerciali dell'azienda per aver causato problemi. 
E' da sottolineare come al momento comunque non risulterebbero anomalie da parte degli altri costruttori presenti nel Paese.

 

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