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MotoGP, KTM: "Vogliamo vincere, il tempo non ci spaventa"

Il Ceo Pierer: "la MotoGp è difficile ma non molleremo". L'azienda austriaca in trattativa con Pedrosa per averlo come tester

MotoGP: KTM: "Vogliamo vincere, il tempo non ci spaventa"

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La storia dice che KTM è sempre riuscita a vincere quando si è impegnata in un campionato, non importa se su asfalto o sterrato. Ora la Casa austriaca è concentrata a farcela anche in MotoGP, la sfida più difficile. La strada è ancora lunga, ma i vertici dell’azienda sono certi che arriveranno alla fine.

Quali sono i nostri obiettivi? Salire sul podio e poi sul primo gradino - sorride il Ceo Stefan Pierer - Non ci importa quanto tempo ci metteremo, è quello che vogliamo”.

Il gran capo non sottovaluta le difficoltà, ma ha anche ben chiare quali siano le risorse della sua azienda.

Abbiamo iniziato 27 anni fa con le corse in fuoristrada - ricorda - Ci abbiamo messo 6 anni a vincere la Dakar e 11 per farlo nel Supercross, ma ci siamo riusciti. Ora le moto stradali rappresentato il 60% delle nostre vendite e dovevamo semplicemente entrare in MotoGP. Le corse servono a vendere moto, a creare il brand, danno credibilità, e sta funzionando. Cresceremo passo dopo passo ma non molleremo. Al debutto eravamo partiti meglio di quanto ci saremmo aspettati, ma sapevamo anche che il secondo anno normalmente è più difficile”.

Pierer assicura anche che KTM non abbandonerà determinate sue caratteristiche, come il telaio a traliccio.

Per noi è un vantaggio, perché siamo i leader in quella tecnologia. Funziona in tutte le categorie in cui corriamo” afferma.

E sono tante, KTM ha radici profonde in fuoristrada e una storia ricca di successi. Anche nel motomondiale però ha già raccolto molto e gli attuali leader dei campionati Moto3 e Moto2 (Bezzecchi e Oliveira) guidano una moto austriaca.

Quando abbiamo iniziato nel Mondiale, io e Ajo avevamo solo un piccolo ufficio ricavato nel retro di un camion - ricorda Pit Beirer, direttore del motorsport - Questo fine settimana, invece, al Red Bull Ring ci sono 72 piloti su una nostra moto, compresi i giovanissimi della Rookies Cup. Non riesco a credere al nostro progresso”.

La nota negativa è che, a causa degli infortuni di Pol Espargarò e Mika Kallio, in MotoGP sarà schierata una solo moto: quella di Bradley Smith.

Non siamo nel panico, sappiamo quello che stiamo facendo e quanto sia difficile la MotoGP - sottolinea Pit - Sapevamo che avremo avuto momenti difficili e sono arrivati. Se guardo ai risultati, rispetto allo scorso anno in questo momento abbiamo il doppio dei punti e abbiamo ridotto il distacco dal primo a ogni gara. Sono sincero, arrivare a 20 secondi da Marquez, il pilota più in forma del momento, al Sachsenring, non lo considero un disastro. Il livello in MotoGP è altissimo e prendere un secondo in qualifica significa partire 18°. Ne siamo consapevoli, ma non siamo qui solo per partecipare”.

Per questo KTM ha deciso di aumentare il volume di fuoco, riuscendo a sottrarre a Yamaha un team di grande esperienza e professionalità come quello di Tech3. Bierer sta facendo tesoro anche degli errori e, per il prossimo anno, ha deciso di rafforzare il test team.

“L’infortunio di Kallio ci ha fatto capire che abbiamo bisogno di un altro collaudatore per non rallentare lo sviluppo - spiega - Mika continuerà a fare il tester, ma non sarà il solo. Chi sarà il secondo? Pedrosa sarebbe molto interessante per noi e gli stiamo parlando, ma non siamo i soli - sorride, riferendosi a una stessa offerta da Honda - Anche Smith è sulla lista, si sta impegnando molto nonostante sappia che il prossimo anno non sarà più un nostro pilota e devo ringraziarlo per la sua professionalità”.

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