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MotoGP, Iannone: il peso dei piloti? Conta di più la forza

"Una MotoGP è faticosa da guidare, è importante avere molta energia. Vado anche in bici, ma cerco di bilanciare"

MotoGP: Iannone: il peso dei piloti? Conta di più la forza

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Andrea Iannone è pronto ad affrontare la seconda metà di stagione MotoGP 2018, un anno che finora ha regalato momenti entusiasmanti al pilota Suzuki, come i podi di Austin e Jerez, ma anche la consapevolezza di avere a disposizione tanta velocità sul giro secco e poca consistenza sulla distanza, con la GSX-RR che spesso soffre un eccessivo calo di gomma nella seconda metà delle gare.

Andrea, Brno potrebbe essere la pista per tornare sul podio, oppure pensi che il caldo possa rappresentare un problema per te e la Suzuki?

"Quando ci sono temperature alte, come previste qui a Brno, noi soffriamo tanto - ha spiegato The Maniac - e credo che questo sia uno dei nostri punti deboli importanti, non saprei. Spero di riuscire a fare un buon weekend, voglio partire con il piede giusto dopo il rientro. Spero di trovare qualcosa che possa darci una mano in gara".

Il podio è alla portata oppure il caldo previsto rovina i piani?

"Non ci sono problemi specifici con il caldo, ma noi di solito quando le temperature sono elevate soffriamo un po’. Però mi piace pensare che non sarà così qui. Non so, sinceramente, cosa aspettarmi. Penso che riusciremo ad essere veloci, come nelle ultime gare, ma mi aspetto di non faticare come ho faticato nelle ultime gare proprio in gara.

Il caldo di Brno può rappresentare un problema anche dal punto di vista del fisico. Tanti piloti si allenano in bici, ed il peso dei piloti è sempre al centro dell'attenzione, con molti piloti che si tengono a dieta ferrea. Tu come ti regoli dal punto di vista degli allenamenti?

"Molti piloti hanno perso peso perché vanno tanto in bici. Tuttavia - analizza Iannone - Penso che il peso sia importante, ma che allo stesso tempo sia importante la forza fisica. Una MotoGP è difficile da guidare, è importante avere molta energia. Io ho sempre lo stesso peso, come tutti gli anni. Penso però di essere migliorato, ho meno grasso e più muscoli. Sembro un po’ più grosso, ma in realtà il peso è quello, cioè circa 70 chili. E questo secondo me è quello che ci vuole".

Una scelta dettata anche dalla lunga esperienza di Iannone, che ha attraversato tutte le categorie del Paddock dalla 125 dell'epoca fino alla MotoGP, dove debutto in Ducati, una moto quindi molto esigente con il fisico.

"Da quando arrivi in MotoGP, secondo la mia esperienza, se non hai tanta forza fai fatica. Ci vuole forza per frenare tanto, per sentire l’accelerazione e controllare tutto. Non solo fiato e resistenza, anche la forza. Ultimamente vedo che tanti vanno in bici ed è uno sport che asciuga tanto. Però anche i muscoli hanno importanza. Anche io vado in bici, ma cerco di bilanciare un po’ tutto".

Tornando a parlare di gare, come definiresti la tua prima metà di stagione?

"Ho già parlato di questo, sicuramente sono soddisfatto. Nelle prime cinque sei gare ero abbastanza contento, fino al Mugello ero molto soddisfatto perché anche se in prova eravamo molto veloci, poi in gara non riuscivamo a mantenere sempre quel ritmo ma eravamo sempre più vicini per il podio. Proprio al Mugello ci siamo giocati il podio fino all’ultimo giro io e Vale".

Quella del Mugello è stata forse la tua ultima gara al top, dopo hai iniziato a soffrire di più. C'è stato qualche motivo in particolare?

"Da Barcellona abbiamo iniziato a fare un po’ più di fatica, a perdere rispetto agli altri. Quindi dico soddisfatto si, ma non al 100% perché comunque con piccoli dettagli potremmo essere molto più avanti. La velocità c’è - sottolinea Andrea - non ci manca. Ogni turno di prova dimostriamo di essere veloci e competitivi. Poi in gara abbiamo problemi, quindi soddisfatto a metà".

Quale gara ti ha lasciato più rimpianti, forse il Mugello quando sei arrivato quarto ad un soffio dal podio?

"Ho fatto quarto ma dando tutto quello che avevo - ricorda Iannone ripensando al GP d'Italia - quindi non ho assolutamente rimpianti. Un po’ nelle ultime gare, da Barcellona dove secondo me per un motivo o per un altro, non siamo riusciti ad ottenere quello che potevamo. Nelle prove siamo sempre lì, davanti a molti. Poi in gara si fa molta fatica. Io soffro tanto con questa moto il caldo, soffro il calo della gomma. Questi sono gli aspetti che mi preoccupano di più e che non mi fanno essere performante per tutto l’arco della gara. Ci sono anche state gare in cui siamo stati costanti e veloci, quindi cercheremo di capire. Ad Austin, una pista dove si consumano tanto le gomme, siamo riusciti a fare una bellissima gara, gestendo bene il consumo e mantenendo un ritmo costante e buono. Quindi ci sono state piste e gare dove siamo andati bene".

C’è qualche pista che attendi più di altre per fare risultato da qui a fine stagione?

"Non sono uno che non vede l’ora di arrivare su una determinata pista perché è quella dove si pensa di poter fare il risultato.  A me piacciono tutte le piste - specifica il pilota Suzuki in procinto di passare ad Aprilia dal 2019 - io mi sento competitivo in tutte le piste quando sono a posto, penso di poter fare bene dovunque. Tutto dipende da quanta sicurezza si riesce ad avere in gara, da quello che si costruisce durante il weekend e che regala la consapevolezza di poter essere competitivo per tutto l’arco della gara. Questo è quello che conta per me. Sappiamo che in Australia la nostra moto è molto competitiva, quindi magari Phillip Island può essere interessante. Vediamo".

Cosa ti aspetti dalla seconda metà di stagione?

"Mi auguro che possa essere una buona seconda parte di campionato, vorrei concludere bene questa esperienza importante in Suzuki prima di passare ad altro. Tengo molto a chiudere bene la stagione".

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