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MotoGP, Marquez VS Marquez: Marc sfida se stesso

L'ANALISI. Il confronto dei 6 anni di MotoGP per scoprire se la versione 2018 dello spagnolo sia la migliore di sempre

MotoGP: Marquez VS Marquez: Marc sfida se stesso

Dopo l’ennesima prova di forza al Sachsenring di Marc Marquez, la domanda più quotata non è se vincerà il suo 5° titolo in MotoGp, ma quando. Lo stato di forma e la maturità raggiunti dal campione spagnolo sono impressionanti e lo stanno rendendo pressoché imbattibile. Durante questa prima metà di stagione, quando Marc non ha sbagliato (in Argentina e al Mugello) ha vinto (5 volte) o è arrivato secondo (2° volte), così può considerare la medaglia d’argento come il suo peggiore risultato, per quanto possa sembrare paradossale.

Pensando alle prime 9 gare, viene da chiedersi se quello che abbiamo di fronte sia il migliore Marquez di sempre. Una domanda lecita e affascinante, anche se è difficile dare una risposta obiettiva. Per riuscirci, abbiamo deciso di affidarci ai numeri dei suoi 6 anni nella classe regina.

Partiamo con le vittorie e da quel punto di vista il 2014 sarà probabilmente ineguagliabile. È stato l’annus mirabilis di Marc, quello delle 10 vittorie consecutive, un filotto che iniziò in Qatar per concludersi a Indianapolis. Tolto quell’anno di grazia, però, Marc non aveva mai concluso la prima parte della stagione con così tante vittorie, 5. Nel 2013 e nel 2016 furono 3, mentre nel 2015 e nella scorsa stagione 2.

Quel numero però non dice tutto, perché la cosa più importante è che Marc ha vinto quest’anno su piste in cui era a secco da tempo. Parliamo di Jerez e Assen, piste che lo videro davanti a tutti sotto al traguardo solo nel 2014.

Questa prima considerazione ci porta al numero di podi totali e anche qui siamo dalle parti della perfezione. I 7 podi non sono un record per lui, perché nel 2014 ne fece 9 (naturalmente) e 8 nel 2013 (la stagione di debutto) e nel 2016. Il secondo posto del Qatar è però molto importante nella nostra analisi, perché conferma un Marquez velocissimo anche nelle piste che non ama.

Questo è merito da una parte suo e dall’altra della Honda che, citando le sue stesse parole, “non ha punti di forza grandi come in passato, ma lo stesso vale per i suoi punti deboli”. È una moto più completa e bilanciata, almeno nelle sue mani perché non si può dire che i compagni di marca brillino della stessa luce.

Passiamo ora al numero di punti conquistati: 165 fino a ora, cioè il suo terzo migliore risultato da quando corre in MotoGP. Fece meglio nel 2014 (225) e nel 2016 (170), ma peggio in tutte le altre stagioni. Da questo punto di vista pesano molto i due zeri in Argentina e in Italia.

Anche se Marquez ha la fama di pilota che sbaglia molto, in verità non lo fa spesso in gara. Solo nel 2015 (l’unico anno in cui non ha vinto il titolo) ha sbagliato di più con 3 battute a vuoto in 9 gare, mentre i due GP fuori dalla zona punti di quest’anno fanno il paio con quelli dello scorsa stagione. La differenza è che Marc nel 2017, anche senza sbagliare, aveva terminato delle gare fuori dal podio (il 4° posto in Qatar, il 6° al Mugello) mentre in questa prima parte di 2018 ha mostrato ben altra consistenza.

Arriviamo così all’ultimo dato da prendere in esame, la differenza punti. In cinque anni su sei, Marquez è sempre andato in vacanza al comando della classifica. Solo nel 2015 non c’era riuscito. Questa volta ha lasciato il Sachsenring con 46 punti di vantaggio, un risultato in linea con quello del 2016 quando i punti furono 48. Nel 2014 il bottino fu invece di 65 punti e nel 2013 di 16.

I numeri sono finiti, ma abbiamo trovato la nostra risposta? Le statistiche dicono che il Migliore Marquez di sempre è stato quello del 2014, ma in quel caso lo spagnolo sembrava essere quasi un extraterrestre. Ora è più umano, ma forse ancora più pericoloso per i suoi avversari. Ha saputo aggiungere all’innata velocità una dose di strategia che gli permette di gestire al meglio ogni gara e di tenere (spesso) a freno quell’istinto che in passato lo ha portato a sbagliare.

Non siamo alla perfezione ma poco ci manca e i suoi avversari, da Valentino in giù, dovranno tenerlo ben presente nelle 10 gare che rimangono da correre.


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