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SBK, La ricetta per il rilancio del Circus parte da Misano

Parlano piloti e manager: "Servono star come Iannone, Pedrosa o Crutchlow, ma Dorna ha l'obbligo di sostenere di più le Case"

SBK: La ricetta per il rilancio del Circus parte da Misano

Il copione è più o meno lo stesso da alcuni anni, con Johnny Rea che fa il bello e cattivo tempo, mentre gli altri piloti sono costretti a dividersi le briciole rimaste. È questo il copione della Superbike, che nelle ultime stagioni pare sia diventato troppo monotono. Per stravolgerlo Dorna ha introdotto il ribaltamento della griglia e in ultimo la restrizione dei giri motore, ma a quanto pare poco è servito.

Come se non bastasse, le tribune si stanno lentamente svuotando e l’attenzione dei media verso la serie è al ribasso. Ci si chiede quindi come rilanciare il prodotto. Ne abbiamo parlato con manager e piloti in occasione del fine settimana di Misano. 

I PILOTI: SERVE UNA STAR E SOSTEGNO ALLE SQUADRE

Il primo è Johnny Rea: “Di sicuro questo Campionato merita un maggiore numero di appassionati – ha dichiarato il tre volte iridato - anche perché in pista ci sono piloti molto veloci come me, Laverty, Sykes, Davies. Forse a questo Mondiale manca una vera star, magari potrebbe arrivare dalla MotoGP, dato che in Superbike ci sono piloti migliori in confronto a quelli che si trovano negli ultimi posti nel Motomondiale. Sarebbe bellissimo vedere uno come  Iannone o Pedrosa – ha aggiunto -  così come lo stesso Crutchlow e non persone che arrivano nelle derivate a fine carriera”.

Eugene Laverty chiede invece un aiuto a Dorna: “In Kawasaki lavorano molto, infatti svolgono più test di tutti e il loro impegno è maggiore rispetto agli altri team  - ha analizzato – dovrebbe essere lo stesso anche per le altre squadre. La ZX-10RR è una buona moto, ma non la considero spettacolare”.

Rimanendo in tema piloti, Marco Melandri non condivide più di tanto l’idea di una star. Il ravennate non si sbottona ed è telegrafico nella risposta: “Forse servirebbe che il promotore si interessi a far crescere il campionato”.

I MANAGER -  TRA RITORNO AL PASSATO E MAGGIORE IMPEGNO DI DORNA VERSO I TEAM

In Casa Aruba un quadro più dettagliato lo fornisce Stefano Cecconi: “Probabilmente può essere cambiato l’interesse nei confronti del Campionato, ma non quello dei nostri partner, che è addirittura cresciuto. Nelle tappe tricolori, così come in altre europee, la risposta dei nostri sponsor è massima e personalmente non posso che essere soddisfatto. Inoltre, se a tutto ciò abbino il fatto che ci sia una TV che offre visibilità al mio brand, la soddisfazione è maggiore.  È ovvio che se il confronto è con la MotoGP il risultato sarebbe negativo, però questo è un Campionato adatto per un team come il nostro. Che dire: meglio pochi, ma buoni”.

Il numero uno di Aruba si toglie poi un sassolino dalla scarpa: “Di sicuro sparare sulla Croce Rossa non porta a nulla. Le critiche sono giuste e condivisibili, però spesso la Superbike è stata dipinta una situazione più nera di quella che è la realtà”. Cecconi guarda poi al futuro e a possibili cambiamenti: “Personalmente tornerei alla vecchia Superpole, mentre la doppia gara è un aspetto positivo – ha sottolineato - prima il sabato era una giornata poco interessante, mentre ora è migliore. A parte questo credo che la riduzione dei giri e la griglia invertita non possano coesistere”.

Sulla questione è intervenuto anche Genesio Bevilacqua: “Dorna dovrebbe parlare con le Case e fargli costruire delle moto esattamente identiche a quelle ufficiali, dato che il regolamento dovrebbe imporlo – ha dichiarato il numero uno di Althea - in seguito offrire un aiuto ai team per acquisirle dal lato economico. Mi spiego meglio: il reparto Corse di Yamaha, ad esempio, anziché fare due moto ne produce quattro. L’Organizzatore mette a disposizione queste due moto,  imponendo alla Casa di partecipare. Dorna dovrebbe quindi comportarsi come ha fatto in MotoGP, ovvero costringendo le Case a costruire le moto per i team satelliti. Paradossalmente una volta stonava questa cosa, adesso invece potrebbe addirittura convenire”.   

Il tema del personaggio è stato ripreso anche da Romano Albesiano: “Penso che MotoGP e Superbike siano  due mondi diversi – ha commentato l’ingegnere -  in MotoGP si respira più business e tecnologia, mentre in SBK più amore e passione per la moto. Mi sembra infatti tutto più semplice e non nego che mi trovi bene, addirittura meglio in questo contesto. Cosa serva per risollevare la Superbike? Più personaggi forti ci sono e meglio è, pare che al momento manca il classico trascinatore”.

Una proposta alternativa arriva invece da Kervin Bos, team manager Honda: “Secondo me si potrebbe seguire la logica del BSB  - ha dichiarato – penso possa essere una soluzione vincente. Il BSB ha un regolamento semplice, non c’è un utilizzo esasperato della tecnologia e allo stesso tempo ci sono ben tre gare. Più gare significa più show e spettacolo”.


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