Eddi La Marra è uno dei pochi piloti che in questo momento corre con la Ducati Panigale V4 nel National Trophy. Tornato nel Team Lorini, con cui ha già corso all’epoca dei suoi esordi nella Stock 600, La Marra sta disputando la seconda stagione completa di gare dopo il rientro targato 2016. Il terribile incidente del 2013 alla curva del Rio di Misano mentre stava sviluppando la Ducati Panigale V2 l’ha segnato profondamente, ma Eddi è stato più forte del destino e sta ricostruendo la propria strada che era stata così bruscamente interrotta.
Una carriera quella di Eddi che ha percorso per tanti anni lo stesso cammino di nomi di peso del panorama internazionale come quello di Danilo Petrucci e Niccolò Canepa.
Nelle scorse settimane Chaz Davies aveva avanzato preoccupazioni riguardo la competitività della nuova arma di Ducati per la Superbike. La Marra la pensa in modo completamente diverso.
“Lo sviluppo della V4, per quanto ci riguarda, purtroppo è inesistente, in sostanza siamo a zero! Almeno per quanto riguarda la mia squadra, ovviamente. Stiamo cercando di fare noi - spiega La Marra - qualcosa ma a livello diciamo casereccio. Quello che bisogna fare, l’abbiamo segnalato, ma ci è stato detto che in Ducati non hanno intenzione di investire o sperimentare sulla 1100 visto che poi correrà la versione 1000. Non abbiamo elettronica dedicata, ci dobbiamo basare su quella originale. Di base la moto ha un gran potenziale, però c’è da lavorare veramente tanto. Non si può andare al buio in tutte le aree ovviamente e c’è tantissimo da lavorare. Io purtroppo ho fatto veramente pochi test invernali. Sono salito in moto la prima volta a Misano quando c’era la gara, dopo aver fatto il rodaggio per strada, tra l’altro fatto proprio da me. Almeno sapevo dove mettere le marce!”
Quindi Ducati non vi sta aiutando sullo sviluppo, o almeno non lo sta facendo con la vostra squadra?
“Sicuramente tengono in considerazione tutto. Oltre a Barni, anche il mio team è andato a Borgo Panigale lunedì dopo la gara di Imola, per fare due chiacchiere e vedere a che punto siamo. Loro tengono sott’occhio la cosa, ma osservano da lontano. Restano a guardare come si evolve la cosa. Non ho mai parlato con un tecnico Ducati in maniera approfondita della moto. Se vuoi avere un tecnico Ducati in qualsiasi squadra, ci vogliono fondi per questo tipo di apporti che noi non abbiamo. Siamo tirati con le spese e con il budget, ma sarebbe oro avere un uomo Ducati con noi in questa fase. Qualcuno di Borgo Panigale mi ha chiesto qualcosa, delle informazioni. C’è da dire che anche Barni nel National con le V4 non sta facendo tanto sviluppo, visto probabilmente il suo impegno su più fronti, tra l’italiano con Pirro e il mondiale con Fores”.
Come trovi in generale questa moto rispetto alla Panigale V2 che tu stavi sviluppando prima di avere il tuo brutto incidente?
“Sono due moto molto diverse. Noi non abbiamo risorse per svilupparla, ma la Panigale V4 ha un grandissimo potenziale, rispetto alla V2 mi sono trovato subito meglio. Con la Panigale del 2017 - analizza Eddi nello spiegare le differenze tra le due moto - che ho utilizzato l’anno scorso ho avuto molti problemi, tante cadute. Questa è un’altra cosa. La V4 ha un telaio diverso, il motore non è portante ma semiportante, il mono è in posizione diversa e la distribuzione dei pesi è messa diversamente. L’unico difetto è che riscalda tanto, ma non è che sia un grande problema. Il motore ha una grande potenza, è veramente infinito. In Ducati hanno fatto un piccolo capolavoro. Ovviamente però, più potenza c’è, più devi essere all’altezza con elettronica e oggi siamo messi male da questo punto di vista.”
I cv di questa moto sono più gestibili della V2, che era ormai troppo esasperata?
“L’ultima V2 l’avevano migliorata come prestazioni di motore, ma sotto era molto sporca, aveva un’erogazione poco regolare. Questa è più gestibile, anche solo basandosi sull’elettronica di serie. Su questa moto hanno utilizzato un’elettronica Marelli simile all’ultima versione, sviluppatissima, della V2. E’ sicuramente molto meglio”.
Hai sentito le parole di Davies sulla Panigale V4? E’ preoccupato del fatto che la moto possa non essere competitiva da subito
“Penso che magari dietro queste parole c’è anche un fattore politico. Da pilota, io penso che questa moto sarà competitiva da subito. Ducati quando fa una moto da corsa, non sbaglia mai. Ha introdotto la 999 e ha vinto. Poi la 1098, ed ha vinto subito con Bayliss. La Panigale V2, per quanto difficile, ha fatto la pole alla prima gara SBK con Checa, ha vinto subito la Stock. Insomma, non sbaglia mai un colpo, perché dovrebbe sbagliare ora? La differenza forse è che quando tirarono fuori la Panigale V2 l’avevano già sviluppata per un anno prima di mostrarla al pubblico, mentre adesso la V4 è stata “gestita” in modo diverso. Non è stata provata molto prima di essere presentata, o almeno non ha avuto uno sviluppo Racing. Sulla V2 lavorarono Bayliss, Polita, Giugliano e lo stesso Petrucci, che correva con me nell’europeo Stock con la 1098 e sviluppava la Panigale. Con questa moto si sono mossi in modo diverso. Onestamente non so perché con questa Panigale V4 si siano comportati così. Posso dire che quando uscì la Panigale V2, di fatto già la conoscevano benissimo.”
Come sta andando per te questa stagione nel National, come ti senti in moto?
“Nel 2017 è stato un ritorno un pò movimentato, forse vissuto male nel team sbagliato. Non mi sono mai sentito messo in condizione di dire la mia sulla moto e considerato. Non ho potuto esprimere a pieno tutto il potenziale. Sono caduto sette volte in una stagione, mentre io sono sempre stato uno che cade pochissimo, a volte anche una sola caduta a stagione. Pensavo di essere io a sbagliare, ma le cose non stavano così infatti adesso è tutto diverso, la squadra ha un clima molto più sereno".
"Non c’è pressione, i Lorini li conosco da tanto tempo, tengono a me come io tengo a loro. Abbiamo lo stesso obiettivo e ci divertiamo. Vorremmo fare assieme quel famoso scalino che avrei dovuto fare prima di avere l’incidente. Tutti in squadra conoscono il quadro tecnico, sanno che non abbiamo assistenza e che dobbiamo fare tutto con le nostre forze, quindi le aspettative sono giuste. Dove c’è Ducati dietro, c’è magari Termignoni che fa la mappatura dedicata alla moto e anche solo questo può cambiare le carte in tavola. Ho chiamato in causa Termignoni perché loro lavorano con Barni e già solo grazie a questo so che le loro moto sono uno step avanti. Noi andiamo avanti come nella vecchia scuola, guardiamo l’o-ring sulla forcella, i ragazzi ascoltano le mie sensazioni. Sarà un sistema più spartano o ruspante, però sembra che funzioni”.
Tu correvi con Danilo Petrucci, cosa hai pensato quando hai saputo che ha firmato per correre da ufficiale nel 2018 con Ducati?
“Io a questa cosa ci penso da sempre. Quando Petrucci andò a correre con le CRT, sapevo che andava a fare una cosa un po’ azzardata e non ero particolarmente felice per lui. Ma quando entri in quel Paddock, se vai forte, non ne esci più è come un vortice. Se penso che prendeva gli schiaffi da me con la Stock 600 e con la Stock 1000, un po’ mi rode. Però c’è da dire che, visto l’incidente che ho avuto, già dovrei essere contento di essere qui e di correre. Sono a quota 29 anni, magari certi treni sono passati per me, però sono felice di essere tornato a correre. C’è stato un gruppo di piloti cresciuti tutti assieme a me, e che sono andati molto avanti. Ho corso con Canepa, con Savadori, e quando correvamo gli stavo spesso davanti. Ti potrei fare mille esempi. E’ la vita e sono le corse.”
Per il futuro hai già le idee chiare?
“Non voglio fare un passo più lungo della gamba. Ci sono molte possibilità per me e sono fiducioso. Ci sono belle sensazioni, meglio parlarne quando ci saranno notizie concrete”.
Canepa ha trovato la sua dimensione nel mondiale endurance. Pensi che potrebbe essere uno sbocco per il futuro anche per te?
“E’ una categoria che mi piace moltissimo, ma non ho mai avuto l’occasione o la proposta giusta. Magari più avanti ci penserò molto, è una di quelle cose che vorrei fare oltre al TT, dove sono andato assieme ad Alex Polita. L’Isola di Man è meravigliosa, per me sarebbe un sogno correrci”.