Per Francesco Bagnaia, il difficile weekend catalano di Barcellona è presto dimenticato, grazie ad una vittoria che completa il dominio dimostrato nella tre giorni olandese, nel tracciato dove il giovanissimo pilota Moto3 centrò il primo successo iridato con la Mahindra, tanto da tatuarsi il layout del Van Drenthe sul braccio destro, quello che governa il comando del gas.
Ad Assen “Pecco” non ha incontrato rivale che potesse realmente infastidirlo, tranne il vento che soffiava forte da circa metà Gran Premio: “oggi era importante portare a casa il maggior numero possibile di punti - svela il numero 42 - io ed il team abbiamo mantenuto la concentrazione massima in tutti e tre i giorni del weekend, provando ad effettuare tanti giri con le gomme molto usurate e questo lavoro si è rivelato la chiave del successo di oggi. In gara l’unico pensiero che avevo era spingere dal primo all’ultimo passaggio, dopo 5 o 6 giri avevo accumulato un discreto vantaggio nei confronti degli inseguitori, l’unico fastidio me lo ha dato il forte vento, ed ho perso - infatti - parte del mio vantaggio. Quando ho capito come gestire la situazione ho reagito, continuando ad andare forte come nelle tornate precedenti. I miei meccanici sono stati incredibili, hanno fatto un lavoro eccellente, consentendomi di vincere”.
Quattro successi su otto appuntamenti e qualche risultato al di sotto del potenziale per il leader del Mondiale e per la squadra: “in realtà io ed il team Sky VR46 stiamo cercando di evitare questo ‘gioco ad elastico’ - spiega Francesco - il campionato stava prendendo una piega difficile ed iniziavano le difficoltà per me. Dopo la caduta di Austin e sino alla gara del Mugello mi sono reso conto che in Texas mi ero fratturato la testa dell’omero e, con l’allenamento in palestra, questo si era infiammato. Al Mugello è stato persino difficile finire la gara. A Barcellona, invece, è stata una sfiga più grande: mi è stata consegnata una gomma difettosa che ha condizionato pesantemente la mia corsa, dal quinto giro in poi non ero veloce, la moto scivolava troppo, anche condizionata dai tanti buchi presenti sul battistrada; nelle curve a destra era proprio difficile guidare ed è finita come abbiamo visto tutti”.
Sembri il Lorenzo della Moto2: parti, fuggi, vinci.
“Questo è un paragone della madonna, se pensiamo che Jorge abbia vinto 5 titoli Mondiali, essere comparato a lui non è male. Sono contento, io prediligo le gare nelle quali parto bene, prendo la testa e gestisco la situazione a mio piacimento; proprio come ho fatto oggi in Olanda. É stata anche una fortuna vincere oggi: avevo un rapporto del cambio diverso rispetto a quello usato dai rivali ed in alcuni punti del tracciato ero costretto ad usare una marcia differente; partire forte mi ha aiutato, ho evitato la bagarre ed eventuali perdite di tempo. Sapevamo che il nostro ritmo sarebbe stato buono, la gara lo ha confermato”.
Ti dispiace per il Balda? Era forse l’unico che poteva raggiungerti.
“Purtroppo i guai accadono a tutti, oggi è capitato a lui, io ho vissuto un problema analogo a Barcellona. In Spagna sono stato fortunato, finendo la gara ottavo, Lorenzo ha dovuto rientrare nel box. Il problema legato agli pneumatici Dunlop è arrivato quest’anno: spesso ci vengono date gomme precedentemente scaldate nelle termocoperte, tolte poi dai cerchi ed in seguito riconsegnate ai team. Probabilmente Lorenzo ha forato, qui i cordoli sono alti e seghettati”.
Dallo scorso anno ad oggi, sei totalmente cambiato, maturando una velocità ed una consapevolezza mai vista prima.
“Sicuramente, rimanere due anni con la stessa squadra si è rivelata una mossa fondamentale, ora ci conosciamo tutti e meglio, il feeling è ottimo. Anche il passaggio dalle sospensioni WP alle Ohlins mi sta aiutando tanto, i miei tecnici mi supportano, portandomi a capire ogni situazione del Gran Premio”.