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MotoGP, le due firme che hanno stravolto gli equilibri?

Riflessioni e considerazioni all'indomani del settimo appuntamento del motomondiale

Moto - News: MotoGP, le due firme che hanno stravolto gli equilibri?

È curioso che da quando ha messo la firma sul suo nuovo contratto, Andrea Dovizioso abbia collezionato due zeri e un secondo posto: ritiro a Le Mans e in Catalunya con podio al Mugello. Così come è curioso che da quando ha ufficialmente divorziato dalla sua attuale squadra annunciando l'approdo in Honda (l'ufficialità è arrivata tre giorni dopo il Mugello ma l'accordo c'era già prima), Jorge Lorenzo abbia invece portato a casa due vittorie: le prime in Ducati, consecutive peraltro, quelle che probabilmente "Domenicali e compagni" si aspettavano già nel primo anno e che non sono arrivate. Detto questo, credo che si tratti di due coincidenze temporali e nient'altro. Non possono due firme, come per magia, cambiare gli equilibri. Ci mancherebbe.


In realtà le cose sono state spiegate da entrambi i piloti con estrema chiarezza e semplicità. Da un lato c'è il majorchino che ora si ritrova la moto che ha sempre chiesto e che in Ducati hanno fatto fatica a realizzare subito (un po' per motivi tecnici e un po', se vogliamo, anche per mancanza di fiducia). Non credo che vincerà tutte le gare, ma di sicuro sarà tra i protagonisti di questa stagione. Dall'altro c'è il forlivese che ha commesso errori insoliti nelle ultime gare e oggi probabilmente paga qualcosa anche dal punto di vista della tranquillità: perché se da un lato il rinnovo gli ha dato fiducia e morale, la classifica piloti difficile e il compagno di squadra così improvvisamente forte sono due aspetti che hanno inevitabilmente il loro peso. Ma tornerà a brillare presto e a giocarsela là davanti, perché ha tutte, ma proprio tutte, le carte in regola per farlo.


Infine, per certi versi, potrebbe sembrare anche curioso vedere Valentino Rossi al secondo posto della classifica piloti pur non avendo mai vinto nessuna gara per espressi ed acclarati deficit prestazioniali della moto. Ma forse non c'è tanto da meravigliarsi. Valentino è un campione che riesce con il suo talento a colmare gap, a fare la differenza, a rendere più di quanto ci si potrebbe aspettare in virtù delle dotazioni tecniche del mezzo che guida. E oggi è ancora lì, tra i grandi – il podio di Catalunya è una perfetta rappresentazione dei massimi livelli del motomondiale – a giocarsela. E chissà che con un nuovo pacchetto elettronico (si spera arrivi presto, già nei prossimi giorni) non possa davvero impensierire Marquez, che ad oggi resta, senza se e senza ma, l'uomo da battere.

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