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MotoGP, Brivio: abbiamo lasciato Iannone a causa del 2017

"Il mercato è iniziato presto e abbiamo deciso sulla base dello scorso anno. Con Mir e Rins Suzuki vuole ripetere la storia di Schwantz"

MotoGP: Brivio: abbiamo lasciato Iannone a causa del 2017

La stagione del campionato MotoGP non è neanche a un terzo eppure il mercato piloti per il biennio 2019-2020, almeno per quanto riguarda le squadre ufficiali, è già deciso. Le trattative negli ultimi anni hanno sempre più anticipato i tempi  e questo può diventare un problema sia per i piloti che per i team manager che devono basarsi per le loro scelte sul passato.

È il caso di Suzuki, con Davide Brivio che ha deciso di interrompere il rapporto con Andrea Iannone. È lo stesso manager italiano ad ammetterlo in un’intervista pubblicata su Cycle World: “se, come è accaduto, il mercato inizia alla prima gara dell’anno, puoi giudicare le prestazioni di un pilota solo basandoti sulla stagione precedente. Non è un bene né per i piloti né per le squadre. Il mercato non permette ai piloti di mostrare i loro progressi e lo stesso accade per le moto o i team”.

È esattamente quello che è successo con Iannone, che veniva da una stagione sotto le aspettative.

Principalmente abbiamo basato la nostra decisione sul 2017 e devo dire che la nostra moto non era perfetta - afferma Brivio - Avevamo commesso alcuni errori, il motore poteva chiaramente essere migliore”.

La situazione è cambiata quest’anno e Andrea è salito due volte sul podio, ma ormai era troppo tardi.

Sembrava non fosse a suo agio sulla moto, abbiamo iniziato a pensare che probabilmente non fosse la moto per lui - continua - Dovevamo capire se la Suzuki fosse una buona moto per Iannone e se Iannone fosse un buon pilota per la Suzuki. Ma il mercato è iniziato in fretta, era troppo presto per Andrea per dare una risposta. È stata una situazione folle ma, sfortunatamente, siamo in questo gioco e dobbiamo giocarlo secondo le sue regole. Quando abbiamo preso la decisione sembrava che il matrimonio fra la Suzuki e Iannone fosse difficile, perciò abbiamo iniziato a pensare alle alternative”.

Un’alternativa chiamata Mir, che si inserisce nella filosofia di Suzuki: prendere un giovane talento dalla Moto2 e farlo crescere. Lo hanno fatto prima con Vinales, poi con Rins e ora con Joan. Una filosofia che la Casa giapponese ha seguito anche in passato.

Kevin Schwantz rappresenta una storia perfetta per Suzuki - spiega Brivio - È sempre stato un pilota Suzuki, i tifosi lo amano, ha avuto successo e ha vinto molte gare. Penso che Suzuki voglia ripetere questa storia con Rins e Mir”.

Il difficile è non farsi sfuggire i piloti, attirati dalle sirene di altre squadra. Come successo con Vinales che, dopo avere portato al successo la GSX-RR, aveva scelto di passare in Suzuki.

Abbiamo imparato - garantisce il manager - In realtà il contratto di Mir è di più di due anni, lo definirei un due più due. Anche quello di Rins è simile”.


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