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L’ultimo minuto disponibile è servito a Valentino Rossi esclusivamente per studiare le traiettorie di Marc Marquez, sicuro antagonista per la vittoria in palio domani, che alla Bucine ha perso l’avantreno, per poi rimanere in piedi con il solito gesto di gomito. La folla stava già esultando, certa del risultato centrato dal proprio idiolo.
Rossi aveva infatti già la pole in tasca, grazie ad un giro perfetto ed al limite, concluso in 1’46”208, che ha due significati: record del Mugello e ritorno al palo per Valentino dall’ultima volta, Motegi 2016: “mi sono goduto il giro – ha spiegato il 46 – so che la gara sarà più dura ma… ci penserò domani”. Per lui è la cinquantacinquesima volta dalla prima casella, la sua M1 equipaggiata con la nuova forcella Ohlins dagli steli in carbonio si è rivelata precisa, come se fosse su un binario.
Jorge Lorenzo ha provato a salutare il pubblico della rossa – che gioca in casa – con un primato, ma si è accontentato del secondo crono, a 35 millesimi dall’ex compagno di squadra. Le due gomme Michelin soft non sono bastate al maiorchino per rubare la pole a Valentino, ma Jorge ha fatto vedere - anche oggi - che sul giro secco è ancora un pilota velocissimo e, fino a quando le coperture della Ducati reggono, le prime posizioni restano alla sua portata.
Dopo le difficoltà delle prove, ed il passaggio dalla Q1, trova la prima fila Maverick Vinales, completando l’ottimo sabato della Yamaha ufficiale; Maverick ha reagito proprio nella prima sessione di qualifiche, tornando a guidare spettacolare come già aveva fatto vedere lo scorso anno e in un paio di occasioni all'inizio di questo campionato.
Dopo il catalano, Andrea Iannone – incazzatissimo – ben determinato a farsi rimpiangere in Suzuki e con l’obiettivo di trovare la miglior sella 2019 disponibile. Il pilota di Vasto, anche oggi, è stato nettamente più veloce del compagno di squadra Rins, già confermato dal team Ecstar.
Danilo Petrucci è stato forte e partirà dalla seconda fila, con nemmeno due decimi e mezzo di gap da Rossi; il ternano del team Pramac guida a gomiti larghi la Desmosedici 2018, proprio come faceva con la Superstock; il podio di Le Mans lo fanno entrare nel lotto dei corridori papabili di una top five per il Gran Premio di domani.
Chi voleva molto di più – ma è stato vittima dei propri errori – era proprio il Campione del Mondo Honda, che ha lottato coi cordoli tricolore del Mugello, anche troppo: Marquez ha guidato con il solito stile irruento, che non ha pagato come invece ha fatto la pulizia di guida esibita da Rossi.
Settimo crono per Andrea Dovizioso, in un weekend non ancora totalmente decollato per lui e per la Desmosedici ufficiale numero 04, dotata di ali più piccole di quelle usate da Lorenzo sulla numero 99. La rottura del motore ieri, le incertezze in qualifica di oggi e qualche leggera sbavatura nel giro veloce, relegano il vice campione in una posizione che lo costringerà ad una grande partenza.
Cal Crutchlow partirà dalla posizione otto, Johann Zarco dalla nove; l'inglese ed il francese, in effetti, non sono mai stati papabili di prima fila. Rins è decimo con tanto di caduta nella FP4, Jack Miller – transitato dalla Q1 – mette la sua Ducati Pramac all’undicesimo posto in griglia.
Franco Morbidelli è dodicesimo in quarta fila con un gap da Marquez di otto decimi, prima di Rabat e Syahrin. Prima KTM allo start sarà quella dello spagnolo Pol Espargarò, con Bradley Smith diciassettesimo;
Dalla ventesima casella scatterà Dani Pedrosa, evanescente, mai così in difficoltà in qualifica. Per lui la sessione del Mugello è la peggior nella sua lunga carriera in MotoGP. Dopo il numero 26 l'Aprilia di Aleix Espargarò che, sulla pista di casa del team, voleva di più. Scott Redding - penultimo - è addirittura caduto nella FP4.
