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Buche a Roma: Giro d’Italia in tilt e ciclisti infuriati

Colossale figuraccia della capitale: voragini ovunque che mettono a repentaglio la sicurezza

Moto - News: Buche a Roma: Giro d’Italia in tilt e ciclisti infuriati

Con il Giro d’Italia che passa per Roma, la Città Eterna è sotto i riflettori quanto non mai. Proprio in questa occasione, la capitale fa una colossale figuraccia in mondovisione: per via delle buche sulle strade, i corridori hanno chiesto una neutralizzazione più ampia rispetto a quella prevista. Froome ha parlato a lungo con la Giuria, e s’è palesata la possibilità che il gruppo potesse fermarsi per una plateale protesta. Alla fine è stato neutralizzato il cronometro degli ultimi 7 giri e non più dell'ultimo come previsto inizialmente.


Rischi pesanti


Per ciclisti che corrono come moto, viaggiare sui crateri di Roma è pericolosissimo: si rischia di cadere e di farsi male sul serio. Con lesioni fisiche pesanti. Addirittura, su richiesta dei ciclisti infuriati, la corsa è stata modificata  per motivi di sicurezza, in particolare per le condizioni dei sanpietrini. Tutti i ciclisti infatti hanno deciso di sgonfiare le ruote per limitare i rischi. Che comunque ci sono eccome.


Da Terzo Mondo


Su strade in condizioni pietose (roba da Terzo Mondo), s’è concluso il Giro d’Italia, in modo abbastanza malinconico. Si pensi allora ai rischi per la sicurezza di chi va in bici a lavorare o di chi si sposta in moto o in scooter. È una guerra continua con crateri e voragini sparse ovunque. Tristemente, il Comune nelle ore scorse aveva cercato di correre ai ripari per quanto possibile, spalmando un po’ d’asfalto nerissimo sulle buche grigie. Al di là dell’estetica (così si deturpa una delle città più belle del mondo, se non la numero uno), quell’asfalto è destinato a rovinarsi come e più di prima, appena piove e l’acqua penetra in profondità creando sfaceli. Ovviamente, non è possibile capire di chi sia la colpa, visto che la Giunta Raggi ha ereditato una situazione altamente drammatica dall’amministrazione precedente. Che a sua volta l’aveva ereditata da quella prima, e così via...


Se Roma piange…


Comunque, se Roma piange, le altre città non ridono: Milano e, ancor peggio, Napoli. Purtroppo, a livello nazionale, i costi elevatissimi della politica e la sciagurata gestione burocratico-amministrativa hanno ridotto le metropoli a gruviera a cielo aperto. Strade pericolose per gli utenti deboli come ciclisti e scooteristi.

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