Il round di Donington è di quelli che lascia l’amaro in bocca a Marco Melandri. Già, perché dopo la caduta del sabato, il romagnolo si è dovuto consolare con l’undicesimo posto di Gara 2. Una corsa tutta sulla difensiva per il 33, costretto a fare i conti con una Ducati che ha messo a dura prova le qualità del portacolori Aruba.
"Speravo di essere in grado di tenere il ritmo di ieri – ha esordito Marco – perché ci avrebbe consentito di stare a ridosso dei primi cinque, ma purtroppo le modifiche fatte non hanno dato i risultati sperati ed oggi la moto era nervosa e fisica da guidare, ed i tempi ne hanno risentito”.
Melandri non si nasconde e i limiti della Panigale sono evidenti.
“Ho semplicemente cercato di non fare errori e portare a casa più punti possibili – ha ammesso - guardiamo avanti, a Brno, dove nei test siamo andati abbastanza bene anche se ci restano da fare dei passi avanti per tornare al vertice”.
A questo punto in casa Aruba non resta che consolarsi col quinto posto tutto in rimonta di Chaz Davies. Ci ha pensato lui a tenere alta la bandiera della Rossa nel Regno Unito.
“Oggi ho compiuto sicuramente un passo avanti rispetto a Gara 1, anche se i nostri obiettivi sono più ambiziosi – ha commentato Chaz - penso di aver disputato una buona gara. Quando hanno esposto le bandiere per segnalare gocce di pioggia ero deciso a tenere il gas spalancato, ma le condizioni non erano tali da impensierire quelli davanti a noi”.
Non manca il rammarico sul volto del pilota, anche se c’è la consapevolezza di aver dato tutto quello che poteva.
“Ho fatto il possibile per colmare il gap e in parte ci sono riuscito, ma eravamo un po' in difficoltà qui – ha ammesso - ho dovuto chiedere molto alla gomma posteriore all'inizio, e non avrei potuto fare di più. Speriamo di sfruttare l'esperienza accumulata questo weekend e trarre lezioni importanti da mettere in pratica a Brno”.