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SBK, Haslam: torno nel Mondiale solo con Kawasaki o Ducati ufficiali

Pocket Rocket spiega: "con le altre moto, correrei per un quinto posto". Poi promette: "a Donington punterò al podio come lo scorso anno"

SBK: Haslam: torno nel Mondiale solo con Kawasaki o Ducati ufficiali

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Ad Imola abbiamo rivisto Leon Haslam, accompagnato – come sempre – dal papà Ron, che segue le gare del figlio come se fosse un ragazzino alle prime armi.

Tuttavia, Leon un debuttante non è: l’inglese ha corso nel Motomondiale nelle tre classi più importanti (125, 250 e 500), in Superbike ha vinto 5 gare, collezionando 39 podi, contendendo il titolo a Max Biaggi nel 2010.

Al Santerno Pocket Rocket – ora impegnato nel British Superbike – si è nuovamente misurato coi piloti del Mondiale; in gara con una Kawasaki nera che celebrava la mitica ELF 500, il numero 91 ha colto un nono posto nella prima frazione ed un sedicesimo nella seconda (causato da un incidente) mentre il suo passo era da top five: il weekend di Imola è stato davvero duro, se guardiamo i risultati – dichiara Leon – tornare a correre nel Mondiale dopo quasi un anno, dovendo imparare a guidare una moto così diversa da quella utilizzata nel BSB, non è una cosa semplice, anzi: adattare la guida all’elettronica, al telaio differente ed alle diverse sospensioni e, farlo proprio ad Imola, è stato molto difficile per me. Abbiamo comunque fatto progressi, specialmente nella seconda manche, nella quale abbiamo battagliato per la quinta posizione”.

È così difficile per una wild card ben figurare nel campionato Mondiale?

“Sì: per esempio, nel British Superbike non possiamo utilizzare la stessa elettronica del Mondiale: sulle nostre Kawasaki non c’è il traction control, l’anti impennamento è assente, la centralina ha differenti possibilità di settaggio. Quale preferisco io? Dipende: se il set up di una Superbike del Mondiale è ottimale, è bello guidarla; altrimenti, se c’è qualcosa che non va, è davvero frustrante trovarsi a lottare con la moto. Nel campionato inglese, il pilota rischia di più perché deve controllare la moto in ogni situazione ma non deve lottare con la tecnologia”.

Perché non corri nel Mondiale?

“Per me avrebbe senso correre in pianta stabile se avessi l’opportunità di farlo con una Kawasaki o una Ducati ufficiale; su una di queste selle, tornerei nel Mondiale. Con le altre moto, al massimo si può puntare ad un quinto posto e questo non ha senso per me, sarebbe un rischio inutile. Se avrò l’opportunità di tornare qui con una moto davvero competitiva, lo farò”.

Ora c’è Donington; lo scorso anno sei salito sul podio.

Certo, l’esperienza di Imola è stata utile per preparare il round inglese di Donington Park; ogni dettaglio oggi va curato se si vuole andare forte in Superbike ed il lavoro fatto al Santerno sarà molto importante per le due gare in Inghilterra. A Donington spingerò forte per tornare sul podio, proprio come sono riuscito a fare lo scorso anno, dove conclusi la prima manche al secondo posto; non sarà facile ma ci proverò ancora, l’esperienza di Imola e la conoscenza della pista mi potranno aiutare”.

Hai diviso nuovamente la pista con Johnny Rea; è ancora più forte di prima?

Rea guida con grande confidenza la sua Ninja ufficiale; io e lui abbiamo battagliato in tante stagioni, lo conosco bene. Quando è passato alla Kawasaki, il suo livello è cresciuto ancora. Correremo insieme alla 8 Ore di Suzuka e sarà davvero interessante vederci insieme sulla stessa moto nella stessa squadra. Ora Johnny è l’uomo da battere”.

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