L’annuncio che tutti aspettavano è arrivato nel pomeriggio: fra Ducati e Dovizioso è fatta, saranno altri due anni insieme. Il totale è 8 e il Dovi ci ha scherzato con una foto in cui somma il numero di gara sulle sue due moto. “Una trattativa lunga e a volte complicata”, l’ha definita il Direttore Sportivo della Rossa Paolo Ciabatti, ma che si è conclusa nel migliore dei modi. Perché Andrea e Dovizioso hanno sofferto per tanto tempo insieme e sarebbe stato brutto dividersi ora che tutto sta andando al meglio.
Il Dovi sorride e l’espressione sul suo volto vale più delle parole. “È stata una trattativa molto importante e ha richiesto il suo tempo - racconta Andrea - È normale, ma c’erano tanti dettagli da mettere a posto. Sono contento e orgoglioso per come sia finita. Se ripenso al passato, siamo partiti insieme da molto lontano e lo scorso anno è stato strepitoso. Entrambi vogliamo qualcosa di più e abbiamo tre stagione per ottenerlo, dipenderà tutto da noi, da quanto saremo bravi”.
Questo tira e molla ti ha condizionato?
“Sono umano, è normale che un po’ condizioni ma ho esperienza e ho cercato di usarla per gestire una situazione che a volte non è stata facile. Però in passato ho passato momenti peggiori, essere nella mia posizione ha reso tutto più facile”.
Ma non più veloce…
“È normale che non fili tutto liscio, è una trattativa e ognuna delle due parti cerca di portare a casa il massimo. Però sono stati fatti dei ragionamenti intelligenti e tenuti dei comportamenti maturi”.
C’è stato un momento in cui hai pensato che saresti andato via?
“Mi piace essere trasparente e ammetto che in alcuni momenti la mia testa è andata in altre direzioni. Credo che un pilota debba essere egoista per ottenere determinati risultati e i propri obbiettivi. A volte mi sono allontanato da Ducati, però non ho vissuto male questa situazione. In Qatar la stagione è partita alla perfezioni e nelle altre gare ho sempre ottenuto il massimo possibile, anche a Jerez prima dell’incidente. Ho tenuto il giusto approccio”.
Ducati ti ha accontentato sotto tutti gli aspetti?
“È normale volere ottenere di più dopo un’ottima stagione come quella 2017, vuoi limare determinati aspetti sia economici che tecnici. Io e il mio manager Simone Battistella abbiamo lavorato in maniera matura e con intelligenza su questo contratto, non abbiamo fatto richieste stupide”.
Non hai cercato di importi?
“Non penso che sia mai produttivo, bisogna condividere certe scelte. Dal punto di vista tecnico, l’anno scorso abbiamo fatto un passo in avanti, ma ci sono sempre sia lati positivi sia lati negativi”.
Anche per quanto riguarda l’ingaggio?
“Non parlo di certi dettagli, ma posso dire che è un contratto diverso. Nel precedente avevo dei bonus importanti per i risultati ma di base non valevo troppo. Ora la situazione è differente. Quando si parla di contratti, di solito si fa una sola cifra ma è limitativo, ci sono tanti dettagli”.
Sei già il pilota più longevo sulla Ducati e migliorerai il tuo record con queste rinnovo…
“Nel 2013 nessuno credeva che potessi lottare per vincere il titolo e nessuno credeva in Ducati. Siamo partiti dal basso, insieme abbiamo faticato e ora siamo tornati. Abbiamo fatto qualcosa di speciale insieme e creato una relazione importante, questo ha contato”.
Pensi di finire la tua carriera in Ducati?
“In questi ultimi anni non ho mai pensato al mio ritiro con ansia o preoccupazione. Il mio obiettivo è vincere il titolo e sono nella situazione che mi permette di lottare per riuscirci. Non penso al momento in cui dirò basta, non ho dei limiti in testa, finché sarò forte continuerò”.
Dopo la tua conferma, si dovrà scoprire chi sarà il tuo compagno di squadra…
“Non sono mai stato un pilota che mette veti su chi ci sia dall’altra parte del box, non è il mio stile. Logicamente ho detto a Ducati la mia opinione, ma sono loro a dovere scegliere. In questo momento ci sono più possibilità che arrivino Miller o Petrucci, ma non sarebbe un problema se rimanesse Jorge”.
Perché Lorenzo non riesce a essere veloce con la Ducati, ricorda la situazione di Rossi.
“Penso che ci siano delle differenze, Valentino trovò una moto molto, molto particolare, bel lontana da quella di cui disponiamo oggi. Lorenzo, invece, è salito su una moto competitiva e veloce, su cui vanno forte molti piloti, non solo Stoner come accadeva allora”.
Qual è allora il problema?
“Oggi per riuscire ad andare forte in MotoGP contano tanti aspetti. Jorge è stato abituato per anni a un solo tipo di moto e si è fatto un’idea ben chiara su come si debba guidare e lavorare. La Ducati però è diversa e il suo metodo non funziona, questo però non toglie nulla al campione che è stato e che tutt’ora è”.
Tu invece la interpreti al meglio, oggi hai fatto segnare il giro più veloce di sempre a Le Mans…
“Abbiamo lavorato bene, ma più che quel tempo è indicativo il passo di 1’32”5 che sono riuscito a tenere con gomme usate. Significa che sono in linea con i più veloci. Non ho fatto un giro esagerato, sono messo bene ma ho visto molti piloti veloci”.
Fai dei nomi?
“Marquez sicuramente, ma anche le Yamaha e le Suzuki sembrano forti. Noi siamo più competitivi rispetto allo scorso anno, credo principalmente grazie alla carena con le ali. Inoltre, la serenità paga sempre (ride)”.