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SBK, Sofuoglu: farò il papà dei miei piloti

Il campione turco si ritira dalle competizioni, senza dire addio: "porterò i ragazzi della mia accademia in tutti i campionati motociclistici"

SBK: Sofuoglu: farò il papà dei miei piloti

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Quando ad applaudirti sono soprattutto i tuoi avversari, significa che il rispetto e la stima sono meritatamente conquistati. Il fiume umano ha atteso l’arrivo di Kenan Sofuoglu nel Paddock Show di Imola, per celebrare il ritiro dalle competizioni di un pilota che lascia il segno, non solo per i titoli conquistati – cinque nella Superport – ma anche per i valori che ha saputo condividere.

Anche per il turco, soprattutto per lui, il riposo del guerriero è arrivato, non propriamente puntuale; se non avesse collezionato una serie di infortuni gravi, il sultano numero 54 avrebbe continuato a combattere, come è sempre stato abituato a fare: “soprattutto l’incidente dello scorso anno, mi ha segnato fisicamente – spiega Kenan – ma, consapevole di quanto stessi rischiando, ho voluto provare a difendere il titolo sino all’ultima curva di Losail. Questa stagione è iniziata altrettanto duramente: il volo di Phillip Island ha peggiorato le cose e, dopo uno stop assolutamente forzato, sono venuto ad Imola per salutare degnamente un paddock che è stata la mia seconda famiglia per tanti anni”.

Al Santerno, il pilota del team Puccetti non ha, tuttavia, corso l’ultima gara della sua vita: sapendo di non poter gareggiare per vincere – racconta - ho preferito non percorrere nemmeno un giro di pista; nel rispetto del team e dei miei avversari, non trovavo giusto correre senza essere al pieno delle mie capacità, non potendo provare a salire sul gradino più alto del podio. Non sarebbe stato serio un atteggiamento del genere, avrei tolto eventuali punti in campionato a ragazzi che meritano di andare avanti nella loro classifica”.

Non gareggerai più; ti annoierai?

Assolutamente no (ride). Avrò comunque molto da fare; innanzitutto, ho una famiglia alla quale dedicare il tempo che la presenza alle gare mi toglieva. E poi, porterò avanti il mio progetto legato alla crescita dei giovani piloti turchi: grazie alla federazione del mio Paese ed agli sponsor, porterò in questo ed in altri campionati ragazzini cresciuti nella mia accademia, mettendoli nelle migliori condizioni per ben figurare. Mi sento molto orgoglioso e responsabile nei loro confronti, farò il papà dei miei piloti”.

Sofuoglu mantiene sempre ciò che dice; indipendentemente dai gusti ed alle opinioni personali, nessuno potrà dire che a Kenan manchi il dono della coerenza: Toprak Razgatlioglu ha un grande talento, anche superiore al mio – sorprende – ecco perché voglio aiutarlo ad esprimere il suo potenziale; le corse di oggi sono molto più dure rispetto a quelle di 20 anni fa, quindi, ogni dettaglio deve essere curato nei minimi particolari. Con Toprak, i due gemelli Oncu e tutti gli altri ragazzi della mia scuola ci alleniamo insieme in pista, sfidandoci in vere e proprie mini gare professionistiche”.

L’allenamento di Kenan & seguaci, è simile a quello visto nella Tana delle Tigri di Tiger Man… spesso i turchi montano gomme slick e girano su pista bagnata, per migliorare la sensibilità di guida; altre volte, vanno tutti insieme in montagna con le moto da trial. Insomma, rispetto ad altre Academy, quella di Sofuoglu non bada all’immagine, bensì, alla sostanza: un pilota deve essere veloce, serio, professionale e coraggioso. Un pilota deve essere pure un uomo forte, perché la vita è bella ma anche difficile. È importante sapersi rialzare dopo una caduta, quanto reagire dopo una sofferenza”. Se lo dice uno come Kenan, diventato caratterialmente ancora più potente dopo tutte le vicissitudini vissute, sappiamo che le sue sono parole non dette per caso.

 

 

 

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