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MotoGP, Dovizioso e Ducati: è muro contro muro

Il rinnovo si sta trasformando in una questione di principio. Lorenzo e Iannone aspettano e le Yamaha satellite sono ancora un'incognita

MotoGP: Dovizioso e Ducati: è muro contro muro

Se qualcosa può andare male, andrà male” recita la Legge di Murphy e il caso Dovizioso-Ducati sembra esserne una conferma. Messi a posto i contratti di Vinales, Valentino e Marquez in rapida successione, il rinnovo di Andrea con la Rossa sembrava solo questione di tempo. Solo che sono passate le settimane, poi i mesi e l’accordo, invece si avvicinarsi, sembra si stia allontanando.

Sembrava il classico gioco delle parti: con il Dovi (giustamente) ansioso di battere cassa dopo quanto fatto la scorsa stagione con la Ducati e l’azienda di Borgo Panigale, dall’altra, a tenere una mano sul portafoglio. Le cifre le avete già lette, il Dovi chiederebbe 7 milioni ma l’ultima offerta sarebbe stata di 5, numeri che lasciano il tempo che trovano. Più che una questione di soldi, è diventata una questione di principio, con tutto quello che comporta.

Un muro contro muro con Andrea che rivendica il suo (importante) ruolo non solo per i risultati del 2017, ma nella crescita della Desmosedici. Ed effettivamente il forlivese nel corso degli anni ha ingoiato dei rospi belli grossi, senza mai rilasciare dichiarazioni sconvenienti. Ducati, però, vuole rimarcare il proprio ruolo e allora il Dovi è stato sì veloce, ma anche grazie alla loro moto.

Andrea, inoltre, si aspettava di arrivare a un accordo velocemente. “Non si sarebbe dovuti arrivare a questo punto” ha ripetuto più volte, e lui non è persona che ami farlo. Quindi si è arrivati a un punto tale per cui il rinnovo non è più così scontato e Dovizioso si è trovato, a malincuore, al centro del mercato.

Dove potrebbe andare? Honda o Suzuki, ma non lo farebbe certo per soldi perché nessuna delle due Case potrebbe pareggiare l’offerta di Ducati. Sarebbero due selle interessanti per diversi motivi, ma in Honda Andrea si troverebbe in un team chiaramente ‘Marquez-centrico’, mentre in Suzuki dovrebbe ricominciare tutto da capo.

Così la soluzione più semplice (ma anche migliore) per le due parti è diventata difficile, quando basterebbe fermarsi un attimo per capire che in questo momento Dovizioso serve alla Ducati tanto quanto la Ducati serve a Dovizioso. Tutto questo mentre si cerca di giocarsi il titolo contro Marquez, che ha un contratto in tasca e sente il supporto di Honda. Il nervosismo nel box non può portare a nulla di buono.

Così gli altri, a partire da Lorenzo e Iannone, stanno sull’uscio. L’altro Andrea, forte dei due podi consecutivi, non è più un separato in casa Suzuki e il team di Brivio è comunque la sua opzione migliore. C’è Aprilia che lo vorrebbe, ma la RS-GP non è al livello della GSX-RR; c’è anche l’opzione di un ritorno in Pramac con una Desmosedici ufficiale (lo stesso trattamento di Petrucci) che però saprebbe di minestra riscaldata.

E Jorge? Dell’interessamento di Monster (orfana di Tech3 che è passata alla KTM legata al marchio concorrente) per Suzuki abbiamo già scritto e non è un mistero che Jorge sia da lungo tempo legato agli energy drink dell’artiglio verde. Sarebbe prendere due piccioni con una fava, ma Lorenzo vorrebbe rimanere in Ducati. Non lo farebbe certamente per i soldi, ma per portare a termine un lavoro sulla Rossa che si è rivelato più difficile del previsto. Se poi se ne andasse da Borgo Panigale, Petrucci e Miller sarebbero più che pronti a prendere il suo posto.

In verità ci siamo dimenticati ancora almeno di una sella in teoria molto appetibile: quella della Yamaha satellite. I problemi interni di Marc VDS (leggi l’allontanamento del team manager Bartholemy) complicano la trattativa con Iwata. Ammesso che la squadra belga subentri a Tech3, una moto andrebbe a Morbidelli, e l’altra? Per Iannone e Lorenzo andare in un team satellite avrebbe il sapore della retrocessione, ma visto quello che sta facendo Zarco, a volte per fare due passi in avanti bisogna farne uno indietro.

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