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Lorenzo: in MotoGP serve un arbitro severo

"I piloti capiscono il limite solo con dure sanzioni. Solo chi ha corso può capire perfettamente quali siano i rischi in pista"

MotoGP: Lorenzo: in MotoGP serve un arbitro severo

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Quello che è successo in Argentina ha avuto (almeno) il merito di fare parlare piloti e addetti ai lavori su quello che si può migliorare in MotoGP. Uno sport in cui i regolamenti troppo spesso rimangono vuote parole su un libro. Un tema che sta molto a cuore a Lorenzo, il quale chiede pugno di ferro perché certi episodi non si ripetano

Solo i piloti che si sono fatti male veramente possano capire cosa può succedere in pista - sottolinea Jorge - Nel calcio ci sono provvedimenti severi quando un calciatore fa un’entrata violenta su un altro, quindi in uno sport molto più pericoloso, come il nostro, si devono proteggere i piloti. In qualifica sei da solo e metti a rischio solo la tua incolumità, una cosa totalmente diversa è quando metti a rischio quella degli altri. La mia opinione, da sempre, è che l’arbitro debba essere severo, una penalizzazione forte è l’unico modo per fare capire a un pilota aggressivo che esistono dei limiti. È a me è successo nel 2005, ero un ‘pazzo’ e ho cambiato la mia percezione del rischio”.

Basta la severità?
A nessuno piace essere sanzionato e, se uno sa che può accadere, allora cerca di evitarlo

Se ne parlerà in Safety Commission…
“Penso che sarà importante esserci e sentire l’opinione di tutti i piloti”.

Forse bisogna cambiare l’arbitro: Mike Webb, il direttore di gara, ha spesso sbagliato sotto pressione…
È una interpretazione personale che a volte può essere corretta e altre no. Essere un arbitro non è facile, Mike Webb non è stato un pilota, questo non è imprescindibile ma per capire al 100% quale sia il rischio devi esserlo stato”.

Qual è il limite secondo te?
Devi essere responsabile. La Direzione Gara, per me, dovrebbe proteggere maggiormente quei piloti che sono vittime di manovre causate da altri.

Pedrosa si è lamentato che essere corretti non paghi, sei d’accordo?
“Puoi contare sulle dita di una mano i piloti che si comportano correttamente, mi vengono in mente Dani, Dovizioso e me. Alla fine, quello che accade non è una casualità

Passando al GP, vedi Austin come una nuova partenza dopo due gare difficili?
La mia mentalità è stata quella di fare belle gare anche in Argentina e in Qatar, ma non è successo. Prima o poi accadrà, magari qua: sto lavorando nel box e sulla mia preparazione e la moto è competitiva, come ha dimostrato Dovizioso a Losail. Questa è una pista che mette a dura prova il fisico con qualsiasi moto e con la Ducati ancora di più. Mi sto allenando molto e mi sento meglio che mai”.

Come ti senti mentalmente?
Sono sempre positivo, è l’unico modo per ottenere buoni risultati anche quando le cose vanno male”.

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