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MotoGP, Marquez VS Dovizioso, ma non è una sfida a due

Si arriva in Argentina, ma alle spalle della coppia di testa in molti sgomitano per salire sul podio: da Rossi a Vinales, da Petrucci a Lorenzo

MotoGP: Marquez VS Dovizioso, ma non è una sfida a due

Lasciato il deserto del Qatar alle spalle, l’Argentina e Termas de Rio Hondo aspettano la MotoGP e accolgono Dovizioso da leader del campionato, una posizione che non occupava dal termine del Gran Premio di Silverstone dello scorso anno.

Tutti contro le 2 D (Dovi e Ducati)? Certamente, perché chi è davanti è sempre il bersaglio mobile da centrare e perché Andrea e la Desmosedici sono in ottima forma, segno ne è il tabù della vittoria sempre a un soffio sfatato a Losail. Il forlivese ha iniziato come meglio non poteva fare e la GP18 lo asseconda in ogni manovra. In più, rispetto a 12 mesi fa, il Dovi ha ancora più consapevolezza delle sue possibilità, sa che può (e deve) giocarsi il Mondiale e questa posizione gli dà carica, concentrazione e lucidità.

Chi è davanti a tutti, però, deve guardarsi sempre alle spalle, soprattutto se all’inseguimento ci sono determinati mastini. Quello più veloce e feroce si chiama Marc Marquez, pronto a ripetere le sfide dello scorso anno con Andrea, possibilmente con lo stesso finale. Intanto, a Losail, lo spagnolo ha fatto un altro dei suoi sorpassi all’ultima curva rintuzzati da Dovizioso.

Una sconfitta per iniziare la stagione? Se fosse successo su un’altra pista forse, ma, per Marc, pensare di potere giocarsi la gara fino al traguardo su un circuito solitamente refrattario alla Honda come quello del Qatar, è stata una mezza vittoria. Forse anche qualcosa di più, vedendo le moto di Crutchlow e Pedrosa non troppo lontane.

Logico che Marquez ora voglia restituire la pariglia al Dovi il prima possibile e Termas de Rio Hondo è il posto giusto. In 4 edizioni del GP fin qui disputate, Marc ne ha vinte 2, una media che lo fa salire in aereo per l'America latina sicuramente di buon umore. Ancora di più, al pensiero che Cal e Dani potrebbero rivelarsi preziosi alleati. Perché alla seconda gara non si fanno calcoli, ma ogni punto può essere preziosi, soprattutto pensando che un anno fa né lo spagnolo né l’italiano avevano finito la gara.

Raccontata così, sembrerebbe una lotta a due ma il terzo incomodo è la Yamaha, che è uscita agguerrita dal GP del Qatar. Valentino è arrivato in scia alla coppia di testa, Vinales ha fatto una gara in crescendo, Zarco è stato davanti a tutti per la maggior parte dei giri. Inoltre la M1 a Termas ha vinto due volte, proprio come Marc, ma una volta con Rossi e l’anno scorso con Maverick (una doppietta, con il Dottore 2°).

Anche se la moto di Iwata sembra essere ancora un passo indietro rispetto a Honda e Ducati, i suoi piloti sono di quelli da trattare sempre con i guanti. Già così il gruppo è certamente compatto e agguerrito, ma stiamo lasciando fuori ancora qualche possibile protagonista.

Pensiamo a Petrucci, a Losail limitato da una scelta di gomma sbagliata ma costantemente nelle prime posizioni. Poi c’è Lorenzo, che deve dimostrare di sapere guidare una Ducati ormai competitiva. Nervosismo e sfortuna hanno fermato Jorge alla prima gara dell’anno, il coach Debon è stato messo alla porta la scorsa settimana, ora serve una svolta. Chi stiamo dimenticando ancora? La Suzuki che, soprattutto con Rins, ha mostrato di essere vicina al podio.

Che ha tre soli gradini, ma tantissimi piloti che sgomiteranno per salirci.

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