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MotoGP, Crutchlow, l'accusa: controlli antidoping insufficienti

Cal punta il dito: "i test sono fatti senza criterio. Chi pensa che non ci sia chi prende scorciatoie anche nel motociclismo è un illuso"

MotoGP: Crutchlow, l'accusa: controlli antidoping insufficienti

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Solitamente, quando sentiamo parlare di doping, viene automatico affiancare questa parola a specialità come il ciclismo, che negli anni ha vissuto veri e propri scandali, tanto da sbattere sulle prime pagine dei giornali corridori illustri. Dalle due ruote senza motore a quelle con il motore il salto diventa molto più breve di quanto possiamo immaginare.

A lanciare l’allarme è infatti Cal Crutchlow, in un’intervista rilasciata nei giorni scorsi ai colleghi di crash.net. Il pilolta britannico è grande amico di Mark Cavendish, che in passato si è esposto proprio su questi temi.

L’alfiere LCR non utilizza infatti troppi giri di parole nel dichiarare che: “Chi pensa che qui non ci sia chi usa sostanze , che prenda scorciatoie, è un illuso”. Proprio per questo il britannico chiede maggior controlli su ogni motociclista durante  il corso della stagione: “Penso che il criterio con cui vengono fatti i test sia una merda – ha commentato – La scelta è casuale, 3 piloti per un controllo campione, senza che vi sia un determinato criterio, di conseguenza capita che alcuni piloti vengano sottoposti maggiormente a controlli rispetto ad alti. A me, ad esempio, è capitato una sola volta in tutto lo scorso anno”.

Nel ciclismo ad esempio, per semplificare la gestione dei controlli, è stato introdotto il sistema ADAMS, che consente di controllare gli atleti e reperirli facilmente al di fuori delle competizioni. Ci si chiede come mai anche in MotoGP non venga seguita la stessa strada da parte di tutti i piloti: “Molto semplice, per pigrizia – ha risposto Cal - nessuno vuole infatti la seccatura di collegarsi quotidianamente al sistema".

"Sull’argomento alcuni piloti hanno preferito mantenere la bocca cucita  - ha ricordato - pensare che in questo sport ci sono atleti strapagati che arrivano a guadagnare cifre milionarie. Siamo la Serie A del motociclismo, un sistema si può trovare.”.

C’è quindi grande rabbia sul volto del britannico: “Se un pilota è pulito e non ha nulla da nascondere, non capisco per quale motivo non abbia il coraggio di mettere le palle sul tavolo e dire “mettetemi alla prova in qualunque momento”.

Per concludere il britannico esce allo scoperto: “Nel paddock le siringhe sono vietata, ma io so per certo che ci sono – ha aggiunto – così come il fatto che molti piloti possano usare diuretici per perdere perso velocemente. Spero tanto che la situazione cambi in fretta”.

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