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MotoGP, Dovizioso: il 2017 non mi ha cambiato, la gente ha capito chi sono

Il Mondiale? Ci proverò fino all’ultimo con molta più consapevolezza, ma ci sono tanti piloti in lotta per il titolo

MotoGP: Dovizioso: il 2017 non mi ha cambiato, la gente ha capito chi sono

Con l’inizio del Motomondiale prende il via su Sky anche la rubrica “Dovi Vai”, dedicata ad Andrea Dovizioso. In attesa del primo appuntamento stagione, il forlivese si è raccontato a 360 gradi al microfono di Sandro Donato Grosso.

Durante la pausa invernale ho pensato al titolo ma in modo sereno – ha esordito il forlivese – non ci sono stati momenti di sconforto. Ovviamente ci sono situazioni in cui realizzi che magari potevi fare meglio, però sono comunque soddisfatto. Nelle ultime gare ne ho vinte due, ma il distacco era troppo difficile da colmare una volta arrivato a Valencia”.

Fino all’ultimo gli appassionati credevano in Dovi.

“È stato fantastico vedere così tanto affetto da parte del pubblico italiano e non solo – ha sottolineato Andrea- questo vuol dire che sono riuscito a trasmettere qualcosa di bello”.

Nelle ultime settimane, l’alfiere Ducati ha partecipato al MIDO, la fiera dedicata all’ottica.

“Definire fashion Dovizioso è fuori luogo – ha scherzato – lo scorso anno sono comunque riuscito a trasmettere il mio carattere e questo mi ha permesso di aprire molte porte”.

L’attenzione si sposta poi sui primi test del nuovo anno.

“Il bilancio è positivo perché abbiamo confermato la velocità del 2017 – ha commentato Andrea - devo dire che sono stati invece inaspettati i miglioramenti sulla moto avvenuti nel breve periodo, penso ad esempio la velocità nel centro curva. Questa però non basta, perché nelle gare in cui non eravamo competitivi perdevamo troppi punti”.

Dovizioso entra nel dettaglio.

“La GP18 ha una base buona e di conseguenza è servito un lavoro di affinamento – ha spiegato - col telaio provato in Thailandia c’è una differenza minima rispetto a quello precedente. Per quanto riguarda la ciclistica ci sono ancora alcuni aspetti da limare, dal momento che nel centro della curva serve un ulteriore passo avanti per arrivare al massimo”.

Non manca poi una battuta riguardane l’aerodinamica.

C’è tanta confusione nella MotoGP – ha sottolineato l’alfiere Ducati - non è ancora del tutto chiaro l’effetto delle ali per capire eventuali vantaggi e svantaggi. Inoltre non esiste una carena che vada bene per tutte le piste”.

C’è poi la questione gomme.

“Con le Michelin prevedo una situazione più stabile, ma serviranno dei piccoli adattamenti da gara a gara”.

Dalla moto dello scorso anno a quella attuale c’è un aspetto che soddisfa Andrea.

“È migliorato l’inserimento in curva ed è questa la differenza sostanziale rispetto alla GP17, tanto che siamo riusciti a confermare questo passo avanti in Thailandia”.

Dalla moto l’attenzione si sposta poi sulla componente fisica.

“Diciamo che sono fisicato e non palestrato – ha sottolineato sorridendo Dovizioso  - a dire la verità sono abbastanza corto. Marquez invece è molto fisicato. A parte questo, la Ducati richiede molta forza di base. Più o meno rispetto alla scorso anno? Questo lo dirò dopo le gare”.

In seguito Andrea parla di sé.

“Ognuno di noi ha dei limiti, bisogna però cercarli di limare, puntando a migliorare. Il Campionato dello scorso anno è un esempio!.

Sandro Donato Grosso propone poi uno sloga: “Dovizioso, tanto sostanza e poco clamore”. Possiamo dire che funziona?

“Io sono rimasto uguale – ha sottolineato Andrea - semplicemente i risultati mi hanno messo in risalto, facendomi conoscere alla gente, tanto che è diventata più attenta nei miei confronti”.

In questo 2018 in molti si aspettano tanto dal forlivese, così come dal compagno di squadra, Jorge Lorenzo.

“Le situazioni che vive Jorge non le conosco, lui ha il suo gruppo di lavoro e io il mio. A quanto pare non si sta ancora trovando a suo agio con la moto da poter fare ciò che vuole. In alcune situazioni riesce ad esprimersi bene in altre no”.

C’è poi la questione legata al contratto.

“Non abbiamo ancora cominciato a parlarne, sono curioso di vedere come andrà perché abbiamo fatto cinque anni insieme con alti e bassi. Adesso ci troviamo in una situazione particolarmente positiva, per tutti e due. Non mi interessa più di tanto come Jorge condurrà la sua trattativa e non penso che le nostre situazioni siano in relazione l’una con l’altra.”

Di sicuro i top team hanno messo gli occhi su Andrea.      

“È senza dubbio una cosa bellissima e essere valutato in questo modo risulta un valore aggiunto. Questo vuol dire che l’esperienza maturata negli anni può servire a tutti”.

Tra i tanti temi toccati c’è anche quello legato all’arrivo di Bagnaia nel team Pramac per il 2019.

E’ una situazione che ricorda Zarco. I suoi risultati hanno consentito di puntare la lente dei team – ha commentato Andrea - prendere un pilota prima dell’inizio della stagione è una strategia. Non è sbagliato farla, perché gli si  offre una tranquillità mentale per lottare per il Campionato.

A coloro che invece rimangono in squadra invece, tipo Petrucci e Miller.

Se non gli è stata data, si vede che non interessava”.

Tornado su Zarco, in molti si domandano come mai il francese riesca ad essere così competitivo.

Credo che la sua moto sia allineata a quella ufficiale – ha sottolineato Andrea - la differenza è che il lavoro in un team satellite è completamente diverso rispetto a quello di un team factory. In una squadra ufficiale devi provare tutti i pezzi e continuare a fare comparazione per essere sicuro della scelta del materiale – ha analizzato Dovizioso – inoltre anche le gomme a disposizione sono limitate per fare comparazioni.  Quando sei in un team satellite hai tutto il tempo di svolgere il lavoro che vuoi, ritagliandolo tuo favore. Sono convinto che Johann in questo 2018 possa giocarsi il Campionato”.

Nelle battute conclusive si parla poi delle piste. A Dovi viene domandato in quali tracciati vorrebbe vincere?

“Sachsenring e Phillip Island”.

Pista invece preferita?

“Forse la Malesia”.

Non ci sono dubbi da parte sua riguardo il favorito del prossimo Campionato.

Marquez è il favorito, perché non c’è una ragione per cui non lo possa essere. A me darei un punto in meno di possibilità rispetto a Marquez perché l’anno scorso è riuscito ad arrivarmi davanti, è riuscito nelle 18 gare a fare qualcosa di più e quindi ci vuole un altro step. Al mio stesso livello metto Rossi e Vinales, Vale ha l’esperienza per risollevare una situazione non facilissima. Petrucci è molto forte, se rimarrà in orbita Ducati o no dipende da lui che deve fare risultati migliori dell’anno scorso per avere la possibilità di entrare in un team ufficiale, ma bisogna anche vedere cosa decidono di fare gli altri piloti Ducati. Mi aspetto che Lorenzo vinca delle gare quest’anno e mi renda la vita difficile, ma sono pronto”.

Cosa pensi se Rossi dovesse continuare?

“Da un lato è un bene per tutti, dall’altro è una bega per tutti, perché fino a quando corre si giocherà il Mondiale (sorride)".

Dakar o Motocross?

“Mondiale Motocross, la Dakar è per persone matte a cui piace soffrire. Io non sono uno di quelle”.

Per chiudere un messaggio agli appassionati.

“Ci proverò come lo scorso anno, fino alla fine, ma con molta più consapevolezza. Credo che quest’anno ci saranno più pilota in lotta e sarà stupendo”.

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