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Le 600 sportive: ne vedremo ancora?

Le norme Euro 4 hanno assestato un duro colpo al mercato delle SS che con l'Euro 5 potrebbe dare l'addio definitivo alle ex regine

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Non molti anni fa erano le regine del mercato, non solo per quel che riguarda il segmento delle race replica. Gli appassionati le ricordano come moto facili da guidare, entusiasmanti nella loro guida affilata, e più abbordabili rispetto alla potenti 1000. Da tempo però le 600 sportive, e tutto il segmento di appartenenza, non hanno più numeri degni di menzione. Ma, mentre le 1000 reggono ancora il colpo in quanto testimonial di tecnologia per le case, ed anche se non altro per quel perverso gioco del "bello ma impossibile" in termini di appeal per gli smanettoni, le medie non riescono più a scaldare il cuore degli appassionati come un tempo.

Pur in crisi le sportive da 1000 cc riescono ancora a fare sognare 

I motivi? Soprattutto per l'erogazione del motore che ne fanno mezzi per molti versi inadeguate alle esigenze dell'utente medio, a differenza delle sorelle di maxi cilindrata che hanno un vantaggio legato anche ad una maggiore coppia ai medi regimi donando più gusto anche nell'utilizzo per una sgambata domenicale. Una 600 richiede invece che il motore urli a regimi elevati per cavarne soddisfazione. Situazione spesso impraticabile sulle strade odierne.

Uno dei motivi è senza dubbio legato alle restrizioni delle norme antinquinamento. Già dai tempi delle Euro 3 qualcosa si stava perdendo in termini di sfruttabilità e godibilità del motore anche a causa di carburazioni che tendenzialmente vengono smagrite, con l'avvento delle norme Euro 4 nel 2017 si è avuta la dura mazzata. Quella definitiva?

CHI VA' E CHI RESTA – Con i numeri di una categoria che parla di poche centinaia di moto l'anno, nessuna sportiva 600 risulta tra le 100 moto più vendute nel 2017 (l'ultima in classifica, di altro segmento, totalizza 209 unità), è difficile convincere i vari top management ad investire ancora in questa categoria di mercato con le norme Euro 5 all'orizzonte. Soprattutto per le modifiche necessarie ad ottenere le prestazioni migliori nonostante i vincoli sulle emissioni. Potenza massima, ma soprattutto erogazione,al netto di aumenti di cilindrata verrebbero eccessivamente penalizzate, e con un prezzo di listino che inevitabilmente lieviterebbe. Sulla base di questo ragionamento Honda ha pensionato ormai da due anni il progetto CBR 600 RR con le ultime unità omologate Euro 3 ancora in vendita grazie ad una deroga, valida per tutti i costruttori, che consente di smaltire le scorte rimaste fino al 31 dicembre del 2018.

Con l'ingresso in Moto2 la Triumph potrebbe rilanciare la tre cilindri sportiva con il 765

Yamaha lo scorso anno ha deciso di rinfrescare la YZF-R6, l'unica sportiva a 4 cilindri a soddisfare la Euro 4, ma le prestazioni del motore castrato dalla norma, inferiori per coppia e potenza al precedente modello, ed un prezzo che sfiora i 14000 euro, non la rendono appetibile (figurarsi in tempi di crisi), pur avendo dalla sua una linea ed un pacchetto tecnico ancora di assoluto livello. Come d'altronde mostrano i risultati nel mondiale SS.
C'è poi la MV Agusta F3 che anche su strada può ancora dire la sua, data la bella erogazione del motore 3 cilindri. Ma, complice anche il momento delicato che ha attraversato (e dal quale solo ora se ne intravede l'uscita) MV, sono in pochi a scommettere su una nuova media varesina. Triumph ha deciso di mollare la sua Daytona 675, ma c'è qualche speranza con il nuovo motore di maggior cubatura 765 e che al momento è destinato alla naked Street Triple. Però con il debutto dal prossimo anno in Moto2 di questa unità, qualcosa non è detto che non possa vedersi per il 2019 dalla casa di Hinckley. Kawasaki, nonostante le vittorie di Kenan Sofuoglu nel mondiale SS, non pare intenzionata a riproporre la sua ZX-6R.  Resta poi Suzuki: la GSX-R 600 sembra anche lei destinata al libro dei ricordi. Lo stesso management di Hamamatsu, dopo il progetto GSX-R 1000 ha smentito ipotesi per una nuova 600. Più probabile sarà l'arrivo della "diversamente media" GSX-R 750, invocata da molti ed icona storica per il marchio Suzuki. Sarebbe comunque più una operazione di immagine che creerebbe un forte interesse per il marchio, più che una mossa per fare sorridere il fatturato.

LA 300 E' IL FUTURO - Alla luce di una situazione che ormai sembra segnata, e con il relativo campionato SS che andrà a spegnersi, nel prossimo futuro le medie cederanno il passo alle 300. Una categoria che in Asia realizza numeri allettanti, ma che anche nel Vecchio Continente sta man mano prendendo piede sui mercati, complice anche i bassi costi di gestione abbinata ad un prodotto che sta maturando sempre più a livello tecnico. Un incentivo per quei tanti che pensano a questa categoria anche per gareggiare. 

Fonte| BikeSocial

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