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Yamaha Niken: come funziona il sistema Ackermann allo sterzo

TECNICA- Il nuovo tre ruote sfrutta un'idea del 1817 che ottimizza l’orientamento degli pneumatici anteriori e la percorrenza di curva

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E' indubbiamente una delle novità più interessanti che vedremo quest'anno. Il nuovo Yamaha Niken, svelato in quel di EICMA lo scorso novembre, ha da subito diviso gli appassionati. Alle critiche più feroci dei motociclisti "duri e puri" ha fatto da contraltare una sana curiosità da parte dei tanti che vedono nella nuova proposta Yamaha l'ideale via di mezzo tra la moto ed il divertimento che offre e le quattro ruote con la loro intrinseca sicurezza in più.

Yamaha dal canto suo punta, oltre a sondare nuove tasche di divertimento su strada, anche a stuzzicare la nicchia dei cosiddetti "indecisi": quegli utenti che, non abbastanza sazi dalla utilità e versatilità dello scooter come alternativa all'auto, iniziano ad essere stuzzicati da qualcosa di più, per appagare quell'appetito che magari ha iniziato a fare capolino dopo essere scesi dall'auto per salire su un utile scooter.

SLALOM SU STRADA - Il sistema a quadrilatero articolato applicato alle moto è una novità assoluta. Fino ad adesso questa soluzione era relegata al mondo scooter. In testa la Piaggio che, con il suo MP3, ha avuto il coraggio (ben ripagato) di introdurre qualcosa di nuovo nel mondo dei commuter. A questo sono poi seguiti mezzi come Gilera FuocoQuadro e lo Yamaha Tricity.
Proprio la casa di Iwata rompe lo schieramento e punta all'introduzione di questo schema su una moto vera che, di fatto è la prima moto tre ruote (ci perdonino i puristi delle due).

ACKERMANN - Il sistema che utilizza il Niken sfrutta un'idea brevettata nel 1817 dal tecnico tedesco Rudolf Ackermann, applicata in questo caso alla guida di una moto che ha una azione in curva diversa da un auto (inclina le ruote invece di sterzarle). Il "principio di Ackermann" fa si che in auto la ruota interna alla traiettoria abbia un inclinazione maggiore di quella esterna quando si sterza. In campo auto, e nei kart, è un principio molto comune, ma sulle moto con due ruote anteriori ecco quindi che se ne scoprono i vantaggi.

Il quadrilatero articolato porta il veicolo a compiere una traiettoria curva, garantendo al contempo il medesimo appoggio su entrambe le ruote anteriori. Questo grazie alla reazione data dal parallelogramma che governa il movimento dell'avantreno con la ruota interna alla curva che "affonda", spingendo a sua volta su quella esterna, mano mano che l'angolo di piega aumenta, con un sistema di giunti sfalsati che sulla moto mantiene la stessa inclinazione per le due ruote. Per il suo schema così concepito, Yamaha dichiara un angolo di piega massima raggiungibile di 45°, non poco, e che rappresenta pressapoco il limite di sicurezza per molti pneumatici stradali, oltre che del comune buon senso nella guida su strada. 

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