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Rossi: il team in MotoGP? no, fino al 2020 correrò

Valentino annuncia il suo rinnovo e pensa al campionato: "in Qatar la M1 va bene, ma dipende più dalla pista che dalla moto"

MotoGP: Rossi: il team in MotoGP? no, fino al 2020 correrò

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Ci sono i due futuri di Valentino: quello prossimo, cioè la stagione che inizierà fra poche settimane in Qatar, e quello più remoto, cioè il rinnovo del contratto con Yamaha dopo il 2018. Dopo la firma di Vinales e Marquez, quella del Dottore dovrebbe arrivare a breve e, in Qatar, lo ha indirettamente confermato.

La domanda è stata sull’eventualità di portare la VR46 in MotoGP, ora che Tech3 ha lasciato libere due Yamaha.

“La situazione è chiara - ha risposto Rossi - Innanzitutto non mi aspettavo che Poncharal lasciasse la Yamaha, poi abbiamo pensato a un possibile team in MotoGP. Sarebbe stata una cosa bella ma non ce la facciamo. Per i prossimi due anni non lo faremo, anche perché molto probabilmente io correrà. La vedo come una possibilità per il futuro, quando smetterò, ma non nel 2019 né nel 2020”.

Come a dire che l’accordo con Yamaha c’è e Valentino resterà al suo posto, sulla M1, per altri due anni. Intanto, però, bisogna pensare all’altro futuro, quello prossimo. Dopo Buriram, la Yamaha sembrava in crisi ma in Qatar ha rialzato la testa.

Alla fine sono 6°, quindi non faccio le capriole di gioia, ma sono a 3 decimi dal primo e non è male - il bilancio -  È una buona prima giornata, ma per stare davanti bisognerà migliorare”.

Sicuramente la situazione è molto diversa da quella in Thailandia, ma perché?

Penso che dipenda più dalla pista, qui la M1 va bene e abbiamo anche una buona aderenza dalle gomme - ha spiegato - Però la moto è esattamente uguale a quella di due settimane fa in Tailandia, dove avevamo avuto più problemi. Significa che anche quest’anno bisognerà convivere con queste differenze di prestazioni tra una pista e l’altra”.

Il problema è che non è chiaro quali siano i circuiti amici e quelli indigesti.

Nessuno sa in che tipo di pista vada bene la M1, perché non dipende tanto dal tracciato quanto dal matrimonio fra la moto, le gomme e la tipologia di asfalto - continua Valentino - Secondo me è difficile parlare a priori di piste amiche per la Yamaha, per esempio quelle con curvoni veloci, e altre in cui soffriamo di più, bisogna arrivarci e poi vedere cosa succede”.

Nel frattempo, tocca rimboccarsi le maniche.

C’è ancora da lavorare sia sul telaio che sull’elettronica. Ora analizzeremo i dati e domani avremo delle piccole cose da provare, poi ci concentreremo sul setup per trovare un migliore bilanciamento della moto”.

Anche perché, oggi, Rossi ha avuto qualche problema con gli pneumatici.

"Ho avuto un po’ di problemi con la gomma anteriore- ha specificato - dopo qualche giro si rovina e devo rallentare. Non è un comportamento anomalo su questa pista e dipende molto dal setup e dal bilanciamento della moto e domani lavoreremo su questo punto. Poi dovremo concentrarci sull’elettronica per cercare di fare lavorare bene le gomme, la cosa che ci è mancata in Tailandia. A Sepang siamo andati bene, a Buriram abbiamo faticato e qui meglio, dipende molto dalla pista”.

Restano solo due giorni di test prima della partenza del campionato, basteranno?

“La cosa più importante è che la moto vada bene, non fare 10 giorni di prove -  la sua opinione -Oggi, dopo 5 giri, sono arrivato velocemente a un buon tempo, ma sarebbe bello trovare una base che ci permetta di andare bene anche nelle piste dove soffriremo”.

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